giovedì 17 ottobre 2019

«Dio vuole salvare tutti.» Papa Francesco Udienza Generale 16/10/2019 (foto, testo e video)

UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 16 ottobre 2019


Il Papa ha fatto il suo ingresso in piazza San Pietro intorno alle 9, per l’appuntamento del mercoledì con i fedeli, e subito ha fatto fermare la jeep bianca scoperta per far salire a bordo cinque bambini, tre femmine e due maschi, che hanno avuto così il privilegio di godersi un tragitto per loro insolito tra i vari settori della piazza delimitata dal colonnato del Bernini, in cui oggi sono presenti – stando ai dati della Prefettura della Casa Pontificia – circa 17mila persone, tra i quali i fedeli provenienti dall’Argentina, che hanno fatto sventolare le loro bandiere bianco e azzurre. Molti, come di consueto, i bimbi che Francesco, apparso sorridente e rilassato nonostante le giornate dedicate a tempo pieno al Sinodo per l’Amazzonia in corso in Vaticano, ha baciato e accarezzato. Prima di percorrer a piedi il tragitto che lo separa dalla sua postazione al centro del sagrato, il Santo Padre si è congedato dai suoi piccoli ospiti uno per uno, prima di farli scendere dalla papamobile. Poi un “fuori programma”: acclamato a gran voce da un gruppo di giovani nella prima fila delle transenne, il Papa si è concesso volentieri all’abbraccio con la folla, stringendo mani e firmando anche un autografo. Non è mancato, infine, il saluto con i malati che si trovano in carrozzella, ai lati del corridoio centrale.
















Catechesi sugli Atti degli Apostoli - 12. «Dio non fa preferenza di persone» (At 10,34). Pietro e l’effusione dello Spirito sui pagani

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il viaggio del Vangelo nel mondo, che San Luca racconta negli Atti degli Apostoli, è accompagnato dalla somma creatività di Dio che si manifesta in maniera sorprendente. Dio vuole che i suoi figli superino ogni particolarismo per aprirsi all’universalità della salvezza. Questo è lo scopo: superare i particolarismi ed aprirsi all’universalità della salvezza, perché Dio vuole salvare tutti. Quanti sono rinati dall’acqua e dallo Spirito – i battezzati – sono chiamati a uscire da se stessi e aprirsi agli altri, a vivere la prossimità, lo stile del vivere insieme, che trasforma ogni relazione interpersonale in un’esperienza di fraternità (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 87).

Testimone di questo processo di “fraternizzazione” che lo Spirito vuole innescare nella storia è Pietro, protagonista negli Atti degli Apostoli insieme a Paolo. Pietro vive un evento che segna una svolta decisiva per la sua esistenza. Mentre sta pregando, riceve una visione che funge da “provocazione” divina, per suscitare in lui un cambiamento di mentalità. Vede una grande tovaglia che scende dall’alto, contenente vari animali: quadrupedi, rettili e uccelli, e sente una voce che lo invita a cibarsi di quelle carni. Egli, da buon ebreo, reagisce sostenendo di non aver mai mangiato nulla di impuro, come richiesto dalla Legge del Signore (cfr Lv 11). Allora la voce ribatte con forza: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano» (At 10,15).

Con questo fatto il Signore vuole che Pietro non valuti più gli eventi e le persone secondo le categorie del puro e dell’impuro, ma che impari ad andare oltre, per guardare alla persona e alle intenzioni del suo cuore. Ciò che rende impuro l’uomo, infatti, non viene da fuori ma solo da dentro, dal cuore (cfr Mc 7,21). Gesù lo ha detto chiaramente.

Dopo quella visione, Dio invia Pietro a casa di uno straniero non circonciso, Cornelio, «centurione della coorte detta Italica, […] religioso e timorato di Dio», che fa molte elemosine al popolo e prega sempre Dio (cfr At 10,1-2), ma non era ebreo.

In quella casa di pagani, Pietro predica Cristo crocifisso e risorto e il perdono dei peccati a chiunque crede in Lui. E mentre Pietro parla, sopra Cornelio e i suoi familiari si effonde lo Spirito Santo. E Pietro li battezza nel nome di Gesù Cristo (cfr At 10,48).

Questo fatto straordinario – è la prima volta che succede una cosa del genere – viene risaputo a Gerusalemme, dove i fratelli, scandalizzati dal comportamento di Pietro, lo rimproverano aspramente (cfr At 11,1-3). Pietro ha fatto una cosa che andava al di là della consuetudine, al di là della legge, e per questo lo rimproverano. Ma dopo l’incontro con Cornelio, Pietro è più libero da se stesso e più in comunione con Dio e con gli altri, perché ha visto la volontà di Dio nell’azione dello Spirito Santo. Può dunque comprendere che l’elezione di Israele non è la ricompensa per dei meriti, ma il segno della chiamata gratuita ad essere mediazione della benedizione divina tra i popoli pagani.

Cari fratelli, dal principe degli Apostoli impariamo che un evangelizzatore non può essere un impedimento all’opera creativa di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4), ma uno che favorisce l’incontro dei cuori con il Signore. E noi, come ci comportiamo con i nostri fratelli, specie con coloro che non sono cristiani? Siamo impedimento per l’incontro con Dio? Ostacoliamo il loro incontro con il Padre o lo agevoliamo?

Chiediamo oggi la grazia di lasciarci stupire dalle sorprese di Dio, di non ostacolare la sua creatività, ma di riconoscere e favorire le vie sempre nuove attraverso cui il Risorto effonde il suo Spirito nel mondo e attira i cuori facendosi conoscere come il «Signore di tutti» (At 10,36). Grazie.

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Saluti:
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. 
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Saluto infine i giovani, gli anziani, gli ammalati e gli sposi novelli. Dopo domani celebreremo la festa di san Luca, l’evangelista che rivela meglio il cuore di Gesù e la sua misericordia. Tale ricorrenza aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani, testimoni delle bontà del Signore.


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