giovedì 27 giugno 2019

PAPA FRANCESCO: Immensa tristezza per i corpi senza vita di padre e figlia che galleggiano sul fiume annegati in un canneto del Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti.

PAPA FRANCESCO:  
Immensa tristezza 
per i corpi senza vita di padre e figlia che galleggiano sul fiume annegati in un canneto del Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti.



Il Santo Padre ha visto, con immensa tristezza, l’immagine del papà e della sua bambina morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di passare il confine tra Messico e Stati Uniti. 
Il Papa è profondamente addolorato per la loro morte, prega per loro e per tutti i migranti che hanno perso la vita cercando di sfuggire alla guerra e alla miseria.

WASHINGTON, 26. Giacciono a faccia in giù, il viso e i corpi semi sommersi nell’acqua torbida del Rio Grande. Sono stretti nella stessa maglietta, forse il tentativo del padre di non perdere la figlioletta durante la traversata del fiume che separa il Messico dagli Stati Uniti. La bimba ha ancora un braccio attorno al collo del papà. Mostra l’ennesima tragedia dell’immigrazione la foto straziante scattata dalla reporter dell’Ap, Julia Le Duc. Un’immagine che è un pugno nello stomaco e che, come quella del corpo del piccolo Alan Kurdi, sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, sta indignando e commuovendo il mondo e in particolare gli Stati Uniti, dove diventano ogni giorno più aspre le critiche al presidente Donald Trump per la sua politica migratoria, con l’insistenza sulla costruzione del controverso muro al confine messicano. L’uomo, secondo quanto riferito dai media statunitensi, si chiamava Óscar Alberto Martínez Ramírez e aveva 26 anni. Veniva dal Salvador e oltre due mesi fa aveva chiesto asilo alle autorità degli Usa. Stanco di attendere una risposta che forse non sarebbe mai arrivata, disperato, domenica ha cercato di attraversare il fiume ed entrare a Brownsville, in Texas, con la moglie Tania Vanessa Ávalos e la piccola Valeria, di 23 mesi. Una traversata risultata purtroppo fatale per lui e per la piccola. La foto che li ritrae in quell’ultimo abbraccio è ora destinata a diventare il simbolo del dramma che si sta consumando lungo quel confine; una denuncia inequivocabile delle conseguenze delle drastiche politiche di chiusura dei confini, della non accoglienza. E come accadde dopo la pubblicazione di un’altra immagine — quella della piccola Yanela in lacrime mentre la madre viene perquisita dalla polizia di frontiera, che contribuì a rivedere almeno in parte le norme sulla separazione delle famiglie migranti — si spera che la foto di Valeria e del padre smuova l’opinione pubblica, spingendo l’amministrazione ad allentare una morsa che negli ultimi mesi è diventata sempre più stretta. E che continua a fare vittime. Perché non è questa l’ultima tragedia di cui si è avuta notizia oggi lungo quel confine. Sempre nella Rio Grande Valley sono stati infatti trovati i corpi di una giovane donna, di due bambini e di un neonato. Secondo le autorità, le vittime, originarie del Guatemala, sono probabilmente morte per disidratazione ed esposizione all’eccessivo caldo. Tuttavia, le reazioni per ora giungono solo dai media, perché le autorità tacciono. Un silenzio rotto solamente nelle aule del congresso, dove non accennano a diminuire le polemiche, con la camera a maggioranza democratica che stanzia 4,5 miliardi di dollari per alleviare la crisi umanitaria al confine sud e la Casa Bianca già pronta al veto se passasse anche al senato. E questo mentre il responsabile dell’agenzia federale che gestisce i campi al confine con il Messico, quelli dove vengono trattenuti i bambini separati dalle famiglie che entrano illegalmente negli Usa, è costretto ad annunciare le dimissioni, dopo che un gruppo di legali ha denunciato le condizioni terribili in cui i minori sono costretti a vivere
(Fonte: L'Osservatore Romano)


IL MURO ASSASSINO DI TRUMP

di Francesco Anfossi

26/06/2019  - I corpi senza vita di padre e figlia che galleggiano sul fiume. Sono diventati come Aylan il simbolo della ferocia dei governi nell'impedire ai migranti di attraversare i confini. In realtà non fermano l’immigrazione ma rendono solo più rischiosi i modi per emigrare.

Le immagini che scuotono l’America e il mondo sono quelle di un padre e di una figlia annegati in un canneto del Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti: sono stati trovati a faccia in giù nell’acqua sporca di fango, le braccia della piccola di due anni ancora strette al collo del papà. La fotografia è stata scattata da Julia Le Duc, reporter del periodico la Journada. L’ennesimo simbolo dei migranti che muoiono cercando di lasciare il proprio Paese per vie impervie e pericolose a causa dei muri eretti dai governi. Muri assassini, perché non fermano l’immigrazione ma rendono solo più rischiose i modi per attraversare i confini.
Lo scatto ricorda quello di Aylan Kurdi, il bambino di tre anni trovato morto sulle coste della Turchia nel 2015. I cadaveri hanno un nome: si tratta di un cittadino salvadoregno, Oscar Alberto Martinez, di 25 anni, e sua figlia Angie Valeria. Si vede la bimba legata al padre da quella che sembra essere una maglietta con il quale l’uomo forse cercava di tenere la piccola stretta a sé nel tentativo di proteggerla. La morte sarebbe avvenuta domenica 24 giugno e i due corpi sono stati ritrovati lunedì 25. Il ministro degli Affari esteri di El Salvador ha intanto invitato le famiglie che tentano di migrare negli Usa di ripensarci: “Non rischiate”. Non sono gli unici cadaveri trovati in quell’area: è stato rinvenuto anche il corpo di un neonato.

Oscar e Angie sono il simbolo delle vittime della politica miope, inumana e feroce della costruzione del muro che divide l’America dal Messico. Lo stavano costruendo anche dove sono morti padre e figlia. Pali d’acciaio appuntiti in cima, fortissimamente voluti dal presidente Trump “per proteggere il Paese”. Due degli “aggressori” galleggiavano sul Rio Grande, senza più vita. Desideravano solo un futuro migliore, hanno trovato la morte. Fuggivano dalla miseria estrema, dalla fame, dalla violenza dei loro Paesi. Una macchia nella coscienza morale dell’America.

Intanto, il massimo responsabile dell’agenzia federale che gestisce i campi al confine del Messico dove vengono trattenuti i bambini separati dalle famiglie illegali è costretto a dichiarare le dimissioni, dopo che un gruppo di legali ha testimoniato le condizioni terribili in cui i minori sono costretti a vivere: senza cibo adeguato, con scarsa assistenza medica, i neonati accuditi da altri minori. Nell’ultimo anno 6 bambini hanno perso la vita.

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LA VIGNETTA DI GIOBA
... ma è così necessario vedere i morti per provare pietà e svegliare il cuore?
Non ci basta guardare il corpo ingiustamente martoriato e appeso alla croce dell'Innocente per dire basta a ogni ingiustizia e basta ad ogni chiusura ed egoismo, personale e nazionale?
Siamo diventati ciechi?
(Don Giovanni Berti)