giovedì 27 dicembre 2018

Caro Ladro... una storia di Natale a lieto fine


Caro Ladro... una storia di Natale

Solo un problema concreto ci mette nella situazione di inventare e modellare nuove strategie. Senza il problema, non ci sarebbe la sfida. E allora accettarla può risultare accattivante.

Sono le 22.00 del 23 ottobre ed Alessia sta tornando a casa. Il treno l'ha portata alla stazione ad Incisa dove ad attenderla c’è il suo vecchio motorino Scarabeo a cui è particolarmente affezionata: le mancano ancora 5 km per raggiungere la sua abitazione che è in collina, a Loppiano. Ma in stazione la aspetta una amara sorpresa: il suo Scarabeo qualcuno ha pensato bene di rubarlo. Possiamo immaginare lo sconforto e la rabbia di Alessia: quel motorino è il suo unico mezzo di trasporto e, in più, per lei ha un grandissimo valore sentimentale. Passa qualche giorno e le viene una idea: le abbiamo chiesto di raccontarci il seguito di questa storia… 

“Non ho pensato subito all'idea della lettera ma un giorno, mentre lavoravo, mi è venuta una piccola illuminazione. Dovevo scrivere qualcosa affinché la persona che l'aveva portato via sapesse quello che non sapeva. Ed era anche un modo per avvisare gli incisani che lasciano i mezzi in stazione di prendere qualche precauzione in più. La "lettera al ladro" è stata affissa la sera di martedì 20 novembre, quasi un mese dopo il furto.”

Dopo una serie di telefonate alla Polfer e al comune, Alessia aveva scoperto che non esistono telecamere in stazione, e neanche in città - solo una, al semaforo, che monitora i mezzi in entrata a Incisa. Per lei, del tutto inutile. Persa ogni speranza di un possibile ritrovamento, Alessia pensa: “chi fa da sé fa per tre - o almeno ci prova!”. Nel Regno Unito, sua seconda casa (Alessia abita e lavora lì), le era capitato di vedere qualche messaggio al ladro di turno. “Ho ricordato un articolo del Guardian di qualche anno fa, che raccontava la storia di una signora londinese a cui era stata rubata la bici. La signora scrisse un messaggio al ladro, e lo affisse lì dove era stata rubata la bici, spiegando perché la bici era per lei un caro ricordo del marito. E il ladro gentiluomo o gentildonna restituì il maltolto. Ho pensato "Proviamoci, che ho da perdere? E poi, se posso aiutare le altre persone a custodire meglio i loro mezzi, è tutto di guadagnato".

Continua Alessia: “Il ritrovamento è avvenuto il 6 dicembre. Stavo lavorando a un articolo e avevo hangout aperto per collaborare a distanza con alcuni colleghi - quando vedo un pop-up di mia sorella Alida con la foto del motorino parcheggiato in stazione a Incisa. Capisco subito che è una foto appena fatta, perché per l'annuncio affisso in stazione avevamo fatto fatica a trovarne una! Ero incredula, e felice che lo Scarabeo fosse tornato a casa. Credo che quest’esperienza sia stata una grande opportunità di crescita sia per me sia per chi ha letto il messaggio. Al di là dei danni e il tempo e risorse impiegati a ripararli - che son comunque importanti - rimane la consapevolezza di aver appreso che in tutte le situazioni sfavorevoli bisogna imparare vedere un’opportunità per superare sempre, e in bene, i nostri limiti. E solo il problema concreto ci mette nella situazione di inventare e modellare nuove strategie. Senza il problema, non ci sarebbe la sfida. E allora accettarla può risultare accattivante. E di fatto, non c’è niente da perdere. Sono sicura che anche la persona che ha restituito il mezzo ha imparato qualcosa. E un giorno sarebbe anche bello incontrarlo/a/i."

Una storia così non poteva che concludersi con un "Grazie di cuore" che Alessia ha affisso sotto alla lettera al ladro del 20 novembre. "Grazie di cuore per avermi restituito lo Scarabeo!! Ti (vi) sono immensamente grata! Nascondi (o nascondete!) un cuore d'oro, davvero raro in questi tempi in cui è già difficile trovare un cuore. D'oro, poi... Ti (vi) auguro ogni bene, Alessia"

Grazie ad Alessia per aver voluto condividere con noi la sua bellissima storia, particolarmente adatta a questo tempo di Natale!



(fonte: Economia di Comunione, articolo di Antonella Ferrucci del 21/12/2018)