mercoledì 29 agosto 2018

“Il presente non basta. La lezione del latino” di Ivano Dionigi - Recensione di Aldo Pintor


“Il presente non basta.
La lezione del latino”
di Ivano Dionigi 

Recensione di Aldo Pintor




Non porta bene ignorare il proprio passato e la propria storia. Non è mai un fatto positivo. Si cresce spaesati, senza radici col rischio che questo grande vuoto venga colmato da ideologie mortifere e disumanizzanti. Lo sappiamo bene noi che stiamo vivendo in questa postmodernità nihilista dove siamo schiavi della dittatura di un presente informe senza più alcuna memoria del passato che ci ha preceduto. Infatti solo la conoscenza della storia, se intendiamo con questo termine l'eredità responsabile che ci è stata trasmessa da trasmettere alle generazioni future, ci evita i traumi che inesorabilmente accompagnano cambiamenti. D'altra parte, citando un po' di letteratura auspichiamo di “non essere uomini del momento” (Chateaubriand) o i “servitori del giorno” (Nietzsche) ma per dirla col Petrarca “dobbiamo distendere l'arco del tempo e saper guardare contemporaneamente davanti e indietro”. Ivano Dionigi, pesarese, già rettore dell'Università di Bologna e docente di latino nella stessa Università ci aiuta in questo arduo compito con le riflessioni contenute nella sua ultima fatica letteraria “Il presente non basta. La lezione del latino” (Mondadori pp. 112) dove espone le ragioni per difendere anche ai giorni nostri lo studio del latino e dimostra come la conoscenza di questa lingua antica ci aiuta a far crescere la nostra umanità. “Infatti chi stacca la spina alla storia ha una sola alternativa, l'ignoranza e la negazione di sè” così dice Ivano Dionigi nel suo libro. 

Effettivamente la conoscenza del latino sarebbe di grande giovamento anche per le giovani generazioni e per quelle che verranno in futuro non solo perché la lingua italiana ha ereditato molte più parole dal latino che non dall'inglese ma anche perché dal latino derivano tanti concetti che sono principio e fondamento della nostra cultura europea. Questi concetti Ivano Dionigi li elenca così: il primato della parola la centralità del tempo e la nobiltà della politica. Il primato della parola non può che richiamare alla nostra mente il latino in cui venne tradotta la Bibbia, traduzione che ha plasmato la cultura europea. Invece parlando della centralità del tempo il secondo concetto evocato da Ivano Dionigi ci torna in mente alla massima di Seneca: Si muore ogni giorno e al Carpe Diem di Orazio (Cogli il giorno) sia agli stili diversi che gli storici latini hanno usato per intendere lo stesso concetto. In particolare Ivano Dionigi cita Giulio Cesare, Sventonio e Tacito tutti appartenenti a epoche molto diverse tra loro che hanno usato modalità e studi differenti per tramandarci i fatti storici. Invece con la nobilità della politica – terzo concetto sottolineato da Ivano Dionigi è di onestà nel gestire la RES Pubblica non si può non richiamare Cicerone il grande oratore di Arpino. 

Leggendo il libro scopriamo che studiare il latino non è contemplare un mondo oramai scomparso ma come dice Mahler “la tradizione è salvaguardia del fuoco e non adorazione delle ceneri”. Con questo libro viene lanciato un accorato appello alla scuola affinché svolga sempre il nobilissimo compito di formare la coscienza degli studenti. Anche in questi tempi dove la velocità e la sintesi estrema di twitter condizionano il pensiero portandolo a semplificazioni pericolose dimenticando quanto tante generazioni precedenti ci hanno tramandato.

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