sabato 18 novembre 2017

Don Lorenzo Milani: profilo biografico a cura di Gregorio Battaglia, carmelitano (VIDEO INTEGRALE)

Don Lorenzo Milani: 
profilo biografico 
a cura di Gregorio Battaglia, 
carmelitano 
(VIDEO INTEGRALE)



Relazione tenuta il 25 ottobre 2017
nell'ambito dei 
Mercoledì dell Spiritualità 2017
DON LORENZO MILANI 
CAPACITÀ DI PAROLA 
COME CAMMINO DI UMANIZZAZIONE 
promossi dalla 
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)


Il nome completo di Don Milani è: Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti. Il secondo cognome è legato al privilegio che ricevette il bisnonno paterno di poter trasmettere ai suoi nipoti, figli dell’unica figlia, il suo cognome. E tutto questo come riconoscimento da parte del Regno di Italia dei suoi innegabili meriti scientifici come filologo.
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decise di impiantare in parrocchia una scuola serale aperta a tutti i giovani lavoratori senza discriminazioni politiche o partitiche. Con questa scuola e non soltanto con essa egli si tirò addosso l’aperta ostilità di alcuni parrocchiani, ma soprattutto quella dei parroci vicini. A creare il massimo dell’attrito tra lui e i suoi confratelli e poi con la stessa Curia fiorentina fu l’atteggiamento da lui tenuto nelle elezioni comunali del 1958. Don Lorenzo venne ripreso per aver preso troppo alla lettera le direttive diocesane, che prescrivevano di far votare quei candidati che sapevano difendere i diritti di Dio, della Chiesa e della Famiglia cristiana. Nella lista dove era presente il partito democristiano l’esponente di spicco era un noto massone, per cui Don Lorenzo sconsigliò di votare per quella lista. In quell’occasione per non alimentare inutili polemiche preferì allontanarsi dal territorio con la scusa di un impegno in Germania.

Priore di Barbiana
Alla morte dell’anziano parroco di San Donato don Lorenzo, invece di subentrargli nell’incarico, venne spedito a Barbiana nel comune di Vicchio del Mugello. Si trattava di una parrocchia che stava per essere accorpata con un’altra, ma che fu tenuta in vita per farne l’esilio di Don Milani.

Ben consapevole che quella decisione era in realtà un esilio, egli accettò in spirito di obbedienza la nuova assegnazione. Per meglio significare lo stato d’animo che lo muoveva in quel momento egli si fece accompagnare da un amico sacerdote dal sindaco di Vicchio per poter comprare la tomba per la sua sepoltura. Egli intendeva legarsi a quella piccola realtà di montagna non come uno di passaggio, ma come uno di loro. La sua attività pastorale fu quella certamente di assicurare i sacramenti a quella porzione di Popolo di Dio, ma si caratterizzò principalmente per il suo impegno per la scuola, come strumento fondamentale per portare quella realtà a prendere coscienza della propria dignità e della propria capacità di parola.
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Relazione integrale 





Guarda anche il post già pubblicato sul precedente Mercoledì della Spiritualità: