MIGRANTI
Colpevole di essere viva
di Francesco Cancellato
La foto del bambino morto sulla spiaggia di Bodrum sta commuovendo il mondo. Ma i profughi sopravvissuti continuiamo a non volerli
I vivi non sono fotografie, né simboli. Si muovono, parlano, costano. I vivi sono un problema
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Colpevole di essere viva di Francesco Cancellato
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AIBI-Abbiamo 1.800 famiglie disposte ad accogliere,
ma nessuno le considera
AiBi con il progetto Bambini in alto mare ha raccolto la disponibilità di 1.782 famiglie ad accogliere un minore straniero non accompagnato. Solo una decina hanno concluso l'iter. I Comuni preferiscono inviare i ragazzini in comunità. Crotone però ha da poco lanciato l'Albo delle famiglie disponibili all'affido: un'idea da copiare.
AiBi con il progetto “Bambini in alto mare” ha raccolto la disponibilità di famiglie ad accogliere in casa propria minori soli ma anche mamme con bambini. Per i minorenni, si tratta giuridicamente di dare la propria disponibilità all’affido di un minore straniero non accompagnato: «È vero, molte delle famiglie che hanno dato la loro disponibilità vorrebbero accogliere un bambino piccolo, al massimo di 10 anni», racconta Diego Moretti, referente del progetto per AiBi. «I MSNA invece sono per lo più adolescenti e questo un po’ spaventa le famiglie. Ma anche con quelle che hanno confermato la loro apertura, facciamo fatica a portare a compimento l’iter. Per i Comuni è più facile mettere questi ragazzi in una comunità. L’affido è un percorso di qualità maggiore e più economico a livello di costi, ma più impegnativo a livello di risorse umane. È questione di volontà politica».
Un’idea per facilitare le cose, secondo Moretti potrebbe essere l’Albo delle famiglie disponibili all’affido di un minore straniero solo. Lo ha creato a inizio agosto il Comune di Crotone, insieme ai Comuni di Belvedere Spinello- Cutro - Isola di Capo Rizzuto - Rocca di Neto - San Mauro Marchesato - Scandale: «Pensiamo di proporlo anche ai Comuni dell’hinterland milanese in cui lavoriamo. Non serve un albo per ogni Comune, va benissimo anche uno di rete, si ottimizzano le risorse e si valorizzano le possibilità di accoglienza», dice Moretti.
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