di Alberto Neglia, o.carm
(VIDEO INTEGRALE)
Primo incontro inserito nell'ambito della catechesi degli adulti
"LA DONNA NELLA BIBBIA
E NELLA STORIA DELLA CHIESA"
promossa dalla Parrocchia Santo Stefano Protomartire
di Milazzo (ME)
13 GENNAIO 2015
C’è un libro nella Bibbia, molto piccolo, dove il nome di Dio viene pronunziato poche volte e dove Dio esplicitamente non parla mai. Si tratta del libro di Rut che racconta una vicenda familiare semplice, nella quale però, attraverso le relazioni reciproche dei protagonisti, Dio intesse il suo disegno d’amore provvidente e manifesta la sua tenerezza per l’umanità ferita.
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La salvezza di Dio passa attraverso l’uomo
Il racconto del libro di Rut evidenzia che il Signore Dio si china sulle ferite dell’umanità, presenti nella trama del libro, attraverso i gesti degli stessi personaggi. La liberazione dei poveri è opera di Dio, ma è affidata agli uomini. Dio, spesso, si confonde con la voce degli uomini. Le vicende narrate nel libro di Rut evidenziano che «L’amore del Signore per i più poveri (vedova straniero) passa sempre per l’uomo fratello. Non si manifesta nella straordinarietà di interventi eccezionali, ma nel tessuto usuale della vita. È essa stesa espressione della provvidenza di Dio, che pone gesti a favore dell’uomo, che lo rende veicolo dei suoi progetti. Ognuno degli attori della nostra storia è mediatore di salvezza per gli altri: Rut per Noemi, ma anche Noemi per Rut; Booz il Go’el, per Rut e Noemi; Obed per tutti. Ma anche gli eventi giocano a favore dell’uomo. Perfino quelli ostili divengono, alla distanza, vie di liberazione: la solitudine di Noemi è spinta al suo ritorno in patria. La povertà sua e di Rut è sollecitazione alla spigolatura, occasione dell’incontro di Rut con Booz»
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