domenica 28 dicembre 2014

Il Natale di Papa Francesco: messaggio ai profughi - Messa della notte (foto, testi, video)


 Il Natale di Papa Francesco 

Nella vigilia di Natale, pensando in particolare ai profughi, Papa Francesco, poco prima della celebrazione della Santa Messa della Notte, ha voluto raggiungere, grazie ad un collegamento satellitare attraverso Tv2000, il campo profughi di Ankawa, nei pressi di Erbil, in Iraq. Le parole del Papa, diffuse dall'emittente, sono state tradotte in arabo da un sacerdote locale: "Buona sera - ha detto il Papa - saluto tutti voi in questa serata di Natale. Buona sera e che voi siete pronti a celebrare la messa e io mi unisco a tutti voi in questa celebrazione. Abbraccio tutti voi e auguro a tutti voi un santo Natale". "Voi siete come Gesù la notte del suo Natale: per lui non c'era posto e lui è stato cacciato via ed è dovuto fuggire in Egitto per salvarsi. Voi siete come Gesù questa sera e io vi benedico tanto e sono vicino a voi. Pensate che siete come Gesù in questa situazione e questo a me fa pregare di più per voi".
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Alle 21.15 il Santo Padre è entrato in processione nella basilica di San Pietro, gremita da 5mila fedeli. Fuori, altre migliaia di persone davanti ai maxi-schermi. Mentre le campane della basilica suonavano a distesa. Francesco ha scoperto, baciato e incensato il Bambinello, omaggiato poi di fiori da bambini di Paesi toccati dai viaggi recenti e prossimi del Pontefice, da Italia, Filippine, Corea (il più giovane di cinque anni).
 

La tenerezza di Dio, la sua umiltà e la sua pazienza verso gli uomini: al centro delle parole di Papa Francesco nell'omelia della Santa Messa della notte di Natale, nella Basilica Vaticana.

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is9,1). «Un angelo del Signore si presentò [ai pastori] e la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9). Così la liturgia di questa santa notte di Natale ci presenta la nascita del Salvatore: come luce che penetra e dissolve la più densa oscurità. La presenza del Signore in mezzo al suo popolo cancella il peso della sconfitta e la tristezza della schiavitù, e instaura la gioia e la letizia.
Anche noi, in questa notte benedetta, siamo venuti alla casa di Dio attraversando le tenebre che avvolgono la terra, ma guidati dalla fiamma della fede che illumina i nostri passi e animati dalla speranza di trovare la “grande luce”. Aprendo il nostro cuore, abbiamo anche noi la possibilità di contemplare il miracolo di quel bambino-sole che rischiara l’orizzonte sorgendo dall’alto...


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Durante la celebrazione, per desiderio del Pontefice, al momento del “Credo” è stato eseguito l’ “Et incarnatus est” della Messa in Do minore di Mozart. Ad eseguirlo è stata l’Orchestra Sinfonica di Pittsburgh guidata dal direttore austriaco, Manfred Honeck. La voce solista è stata Chen Reiss, soprano di origini israeliane. Un canto struggente, che il Papa ha ascoltato in ginocchio, raccolto in preghiera.


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Al termine della Messa, sulle note del canto "Adeste fideles" il Pontefice ha preso tra le braccia la statua del Bambinello posta davanti all’Altare della Confessione e, in processione, l’ha portata fino al Presepe allestito in Basilica, nella Cappella della Presentazione. 
Qui è stata deposta l'immagine del Gesù Bambino, e i mazzi di fiori portati dai 10 bambini in abiti tradizionali, provenienti dai diversi Paesi del mondo: Corea, Filippine, Italia, Belgio, Libano e Siria.



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Il Papa, prima di uscire in processione dalla basilica, dopo aver incensato il Bambinello deposto nel presepio, sulle note del canto "Tu scendi dalle stelle" ha salutato e abbracciato tutti i bambini, uno ad uno, e con uno di loro ha anche fatto il gesto di scambiarsi lo zucchetto bianco.


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