Riscoprire il valore della buona tavola
di Aldo Pintor
Se c’è un qualcosa che in questa triste post modernità abbiamo deprezzato e fatto scadere a un rito veloce è il mangiare.
Che nostalgia per i tempi in cui sedersi a tavola era condividere la vita. In realtà credo che oggi in pochi siano in grado di cogliere le accuse che venivano rivolte a Gesù “Mangia e beve coi peccatori”. Oggi in epoca di fast food spersonalizzanti si mangia a fianco a chiunque ma all’epoca di Gesù condividere i pasti significava una comunione di vita. Ovviamente i miei rimpianti non riguardano solo la quantità o la qualità dei cibi, ma è mutato profondamente (a mio modesto parere è peggiorato) anche il modo di gustare i cibi.
Che pena mangiare in piedi da soli e in fretta in posti che offrono appunto di non perdere tempo per il pasto. Oppure anche quando troviamo il tempo di sederci a tavola il cibo esce dal frigorifero e spesso passa per il microonde.
Nessuno oramai conosce più la lavorazione e provenienza del cibo e purtroppo pochi tra le giovani generazioni hanno presente che preparare un piatto per qualcuno è un atto di benevolenza. Questa tristezza generalizzata passa per progresso, ma sono le brutture del post moderno globalizzato.
Che passo indietro rispetto a quando i nostri antenati hanno scoperto il cibo cotto e il sedersi a tavola per condividere col pasto pensieri emozioni, volti e parole. Per consolare da questo desolante quadro attuale leggiamo il libro del docente di storia medioevale e dell’alimentazione di Bologna, Massimo Montanari. “I racconti della tavola” ...
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Guarda la scheda del libro “I racconti della tavola” di Massimo Montanari