venerdì 21 novembre 2014

Papa Francesco alla FAO: Agli affamati non elemosina, ma dignità - Custodire la madre terra, affinché non risponda con la distruzione.

Papa Francesco ha esortato i leader politici di tutto il mondo a considerare il cibo, la nutrizione e l'ambiente come questioni pubbliche globali in un momento in cui le nazioni sono strettamente interconnesse l'una all'altra come mai prima.

"Quando la solidarietà manca in un paese, ne risente tutto il mondo," ha dichiarato.

Intervenendo davanti ai delegati delle 172 nazioni presenti alla Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (ICN2) Papa Francesco ha chiesto loro di impegnarsi per assicurare che le promesse di una sicurezza alimentare estesa a tutti vengano realmente messe in pratica, affermando che il diritto ad una alimentazione sana è una questione di dignità, non di elemosina. 

Sebbene vi sia abbastanza cibo per tutti, le tematiche relative all'alimentazione sono regolarmente soggette a manipolazioni informative, rivendicazioni sulla sicurezza nazionale, corruzione ed evocazioni strappalacrime della crisi economica, ha detto Francesco. "Questa è la prima sfida che dobbiamo superare," ha detto, sottolineando la necessità che i diritti della persona umana vengano inseriti in tutti i programmi di aiuto e di sviluppo. 

La lotta contro la fame e la malnutrizione è ostacolata dalla "supremazia del mercato e dalla preminenza del profitto, che ha ridotto il cibo a qualcosa che viene solo comprato e venduto, ed è soggetto a speculazione," ha aggiunto.

Il Pontefice ha anche evidenziato la necessità di preoccuparsi per l'ambiente e di proteggere il pianeta. "Gli esseri umani possono perdonare, ma la natura no," ha detto, aggiungendo: "Dobbiamo prenderci cura di Madre Natura, di modo che essa non risponda con la distruzione," segnalando le imminenti conferenze sul clima che si terranno in Perù (COP20) ed in Francia (COP21) come le opportunità giuste per farlo.

Il Pontefice ha rivolto di persona il suo intervento ai delegati da tutto il mondo presenti alla ICN2 in corso di svolgimento nella sede della FAO a Roma...


Signor Presidente,
Signore e Signori,
con sentimento di rispetto e apprezzamento mi presento oggi qui, alla Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione. 
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L’interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l’accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo devono indubbiamente ispirare le regole e le misure tecniche, ma la prima preoccupazione deve essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza. Il Santo Papa Giovanni Paolo II, nell’inaugurazione, in questa sala, della Prima Conferenza sulla Nutrizione, nel 1992, mise in guardia la comunità internazionale contro il rischio del “paradosso dell’abbondanza”
Purtroppo questo “paradosso” continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica. Questa è la prima sfida che bisogna superare.
La seconda sfida che si deve affrontare è la mancanza di solidarietà. Una parola che abbiamo inconsciamente il sospetto di dover togliere dal dizionario. Le nostre società sono caratterizzate da un crescente individualismo e dalla divisione; ciò finisce col privare i più deboli di una vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni. Quando manca la solidarietà in un paese, ne risentono tutti. Di fatto, la solidarietà è l’atteggiamento che rende le persone capaci di andare incontro all’altro e di fondare i propri rapporti reciproci su quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e spinge a cercare insieme il bene comune.
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Se si crede al principio dell’unità della famiglia umana, fondato sulla paternità di Dio Creatore, e alla fratellanza degli esseri umani, nessuna forma di pressione politica o economica che si serva della disponibilità di cibo può essere accettabile. Pressione politica ed economica. E qui penso alla nostra sorella e madre terra, al Pianeta. Se siamo liberi da pressioni politiche ed economiche per custodirlo, per evitare che si autodistrugga. Abbiamo davanti Perù e Francia, due conferenze che ci lanciano una sfida. Custodire il Pianeta. Ricordo una frase che ho sentito da un anziano, molti anni fa: “Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai! Custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione. Ma, soprattutto, nessun sistema di discriminazione, di fatto o di diritto, vincolato alla capacità di accesso al mercato degli alimenti, deve essere preso come modello delle azioni internazionali che si propongono di eliminare la fame.

Nel condividere queste riflessioni con voi, chiedo all’Onnipotente, al Dio ricco di misericordia, di benedire tutti coloro che, con responsabilità diverse, si mettono al servizio di quanti soffrono la fame e sanno assisterli con gesti concreti di vicinanza. Prego anche affinché la comunità internazionale sappia ascoltare l’appello di questa Conferenza e lo consideri un’espressione della comune coscienza dell’umanità: dare da mangiare agli affamati per salvare la vita nel pianeta. Grazie.

Leggi il testo integrale del Discorso alla Plenaria della Conferenza

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Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di incontrarmi con voi, che svolgete la vostra opera al servizio della FAO, questa importante Organizzazione delle Nazioni Unite. 
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Vi ringrazio per il vostro servizio in questa realtà internazionale, che si pone l’obiettivo di ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell’alimentazione e dell’agricoltura. So che avete uno spirito di solidarietà e di comprensione verso tutti e che sapete andare oltre le carte, per scorgere al di là di ogni pratica i volti spenti e le situazioni drammatiche di persone provate dalla fame e dalla sete. 
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Il vostro lavoro nascosto guarda alle persone - uomini, donne, bambini, nonni, nonne – persone affamate. E, come ho detto recentemente, queste persone non ci chiedono altro che dignità. Ci chiedono dignità, non elemosina! Questo è il vostro lavoro: aiutare perché arrivi loro la dignità.Vi assicuro la mia preghiera e chiedo a ciascuno di voi di pregare per me e per il mio servizio. Grazie!

Leggi il testo integrale del Saluto al Personale della FAO

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