domenica 2 novembre 2014

"Imparare a morire" di Antonio Savone


Imparare a morire
Per prepararsi alla Commemorazione dei fedeli defunti
di Antonio Savone



Che cos’è che ogni anno, come per incanto, in questa data che da sempre la tradizione cristiana lega al ricordo dei nostri cari defunti, fa sì che compiamo addirittura chilometri per non mancare all’appuntamento di un incontro con chi fisicamente non è più con noi? Forse che il nostro renderci presenti accanto alle tombe dei nostri morti ha il potere di restituire ai loro corpi una qualche possibilità? Con che spirito ci siamo accodati al lungo corteo di chi viene oggi a visitare il cimitero? Solo per un dovere di riconoscenza? È stata la nostalgia di un legame passato a metterci in cammino?

Tante sono le motivazioni che ci hanno portato qui quest’oggi quante le persone che ora sono qui.

Tuttavia, io credo che nel profondo del nostro cuore ci sia una tacita consapevolezza che in questo giorno riemerge con più forza e chiede di esprimersi anche con il pellegrinaggio, con un fiore, con un lume, con una preghiera, con le lacrime, con il silenzio: la consapevolezza che la morte non spezza i nostri vincoli. Non siamo venuti qui con la certezza che varcato il cancello del cimitero tutto sia finito. Non siamo venuti qui come “chi non ha speranza”. Siamo venuti qui con la certezza che “la vita non è tolta, ma trasformata”, come ci fa pregare il prefazio dei defunti.

Siamo qui per dire grazie a quanti con la loro presenza sono stati per noi come una carezza di Dio. Quanti! ...

Siamo qui per chiedere perdono a quanti a lungo hanno mendicato tacitamente una nostra attenzione e questa non è mai accaduta ...

Siamo qui per offrire il perdono a quanti ci hanno fatto del male e ci hanno lasciati senza mai chiederci scusa o addirittura maledicendoci. È necessario che questo accada se vogliamo continuare a invocare per noi il perdono del Signore.

Siamo qui per esprimere la nostra carità verso quanti non godendo ancora della gloria del paradiso hanno bisogno del sostegno della nostra preghiera oltre che della nostra solidarietà concreta.

Siamo qui per prendere coscienza che i nostri cari ci precedono in una esperienza che potrebbe essere la nostra in ogni istante. Come penso alla mia morte? Come mi preparo? ...

Siamo qui per apprendere che la vita terrena è come una sorta di prova generale di ciò che in pienezza vivremo a partire dalla morte.

Siamo qui per imparare che i giorni a noi affidati sono come un tirocinio la cui esecuzione eterna comincia quando il Signore vorrà chiamarci a sé.

Siamo qui per capire cosa significa passare dal provvisorio al definitivo, dal temporale all’eterno.

Siamo qui per comprendere dalle età della vita ...

Siamo qui per riconoscere che non è della morte che dobbiamo aver paura ...

Siamo qui per riconoscere che la morte non è la vera nemica dell’uomo: “quanta tenerezza conservata nell’assenza delle persone care”. Vero nemico dell’uomo è il non amore.

Entra nella propria morte con serenità chi ha imparato a morire nelle varie esperienze della vita, chi ha riconosciuto, accettato e attraversato i vari passaggi che la vita gli ha chiesto di guadare.

Veniamo qui per apprendere cosa significa vivere e come imparare a morire.

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