Ss. Filippo e Giacomo
di don Antonio Savone
Ognuno di noi, fin dalle prime battute della sua vita porta in cuore un forte desiderio di un luogo dove riconoscersi, di una casa dove ritrovarsi. E questo luogo e questa casa sono cercati nei modi più disparati. La Parola di oggi ci annuncia un luogo e una casa particolari. Questo luogo e questa casa sono una relazione tutta particolare che a noi era preclusa: il Padre.
Io sono la via. Questa parola di Gesù viene a fare memoria per ciascuno di noi che la nostra esistenza non è un vagabondare. La via suggerisce l’esistenza di una meta. Quale meta? Lo aveva appena detto prima di questo brano: vado a prepararvi un posto. Davanti a noi, nel futuro, c’è un altrove, c’è un luogo dove dimorare. Perciò, continua Gesù, non abbiate timore.
Mi chiedo: dove va la mia vita? Verso cosa è incamminata? Quale speranza la abita, la attraversa? Che cosa detta ritmi e motivi per continuare a camminare?
Io sono la via. La via verso dove? Non ci interessa sapere dove abiti fisicamente, ma quale sia la dimora del suo cuore. Non sempre dimora fisica e dimora del cuore coincidono. Senz’altro Gesù è venuto a porre la sua dimora in mezzo a noi. Eppure tutta la sua vicenda ci parla di un altrove. E questo altrove è la relazione con il Padre.
Mostraci il Padre e ci basta, chiede Filippo di cui oggi facciamo memoria.
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La domanda di Filippo, tuttavia, traduce poi uno stato di fatto: mai compiuta la conoscenza di Gesù se alla vigilia della sua dipartita Filippo avanza ancora una tale richiesta. L’unica cosa da fare è conoscere il Figlio se davvero vogliamo avere accesso al luogo del Padre. Anche perché il rischio – da cui neppure Filippo è esentato – è quello di attendersi una manifestazione sorprendente e folgorante. Il rischio è quello della ricerca di manifestazioni che si impongano esteriormente, mentre la rivelazione del Padre si attuerà in modo pieno nello scandalo della croce. Quello scandalo sarà anche la manifestazione suprema dell’amore del Padre. Scandalo e rivelazione dell’amore coincidono: chi vede me vede il Padre!
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