martedì 22 aprile 2014

Pane in attesa: il sud che insegna



Un’iniziativa di solidarietà – Foto:lecce2019.it
Parte da Messina l’iniziativa del pane in attesa, ispirata al famoso “caffè sospeso”, tradizionale abitudine napoletana di lasciare un caffè pagato per una persona che entrerà nel bar in seguito. Un esempio semplice ma efficace di mutualismo quotidiano, un modo per dimostrare che tutti insieme possiamo riuscire a contrastare la crisi che attanaglia il nostro Paese.

Un’idea semplice e geniale allo stesso tempo: ispirarsi al sano istrionismo napoletano, capace di fare del bene con il sorriso sulle labbra, con leggerezza d’animo e soprattutto rispettando la dignità di chi è più sfortunato .

Punto di partenza dell’iniziativa chiamata ‘‘Pane in attesa” è stato quello di copiare il meccanismo del caffè sospeso in uso tradizionalmente a Napoli e farne ancora di più uno strumento di solidarietà e aiuto, oggi al centro dell’attività di molte associazioni.

Per chi non lo sapesse, il meccanismo del caffè sospeso funziona in questo modo: una persona entra in un bar e paga due caffè, ricevendone solo uno e lasciando l’altro, per l’appunto, in sospeso; ma non per una persona specifica bensì per la prima che, in difficoltà economiche o comunque in condizioni precarie, entrando chieda se in tal luogo siano rimasti caffè pagati da consumare.

Semplice, come bere un caffè, ma fondamentale per il sostentamento delle famiglie se applicato all’alimento base per eccellenza, ovvero il pane.

“Aiutiamo chi di questi tempi non riesce a metter in tavola bene più preziosi” spiegano all’unisono i proprietari delle quattro panetterie siciliane coinvolte nel progetto, felici di essere davvero concreti nell’aiutare coloro i quali si trovano nel bisogno.
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