martedì 25 marzo 2014

"Un grembo per l’impossibile – Annunciazione del Signore" di don Antonio Savone


Un grembo per l’impossibile
Annunciazione del Signore
 di don Antonio Savone 




Is 7,10-14; 8,10
Sal 39
Eb 10,4-10
Lc 1,26-38


Celebrazione della speranza quella odierna.
Torna ogni anno questa festa a ricordarci che quando Dio ha a che fare con l’uomo non elabora teorie né consegna dottrine ma suscita eventi che interpellano la libertà degli interlocutori e coinvolge persone che siano segno del suo impenitente desiderio di ristabilire alleanza con l’umanità. Dio vuole legarsi all’uomo tanto da offrire un segno che pure non è richiesto: un bambino. È lui a prendere l’iniziativa anche se Acaz di turno dietro una mancanza di fede preferirà non legarsi a Dio, perseguendo la propria strada. Acaz sa che chiedere a Dio un segno significherebbe compromettersi.
E per tutta risposta Dio perde la pazienza: non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? E quando perde la pazienza Dio ritesse legami.Ecco il vangelo: anche di fronte all’ostinata incredulità dell’uomo Dio non cessa di suscitare vita. Dio non abbandona l’umanità all’esperienza della tenebra. Ad una umanità indebolita dal peccato e smarrita dal dubbio, Dio invia Gabriele, fortezza di Dio. Dà speranza sapere che anche le nostre fragilità stanno a cuore a Dio e sono costantemente sorrette dalla sua forza.
E oggi celebriamo appunto un evento: Dio sceglie di venire ad abitare in un cuore e in una casa, il cuore e la casa di Maria. Ma Maria non abita una terra ortodossa, abita, piuttosto una terra di confine qual era la Galilea. A Dio sta a cuore ogni nostra marginalità se è vero che i passi della salvezza hanno inizio in Galilea e termineranno in Galilea, là dove il Risorto darà appuntamento ai discepoli.
...
Scopriamo così che si è credenti solo se accettiamo di tentare le cose impossibili. Non c’è altra strada se vogliamo che il Cristo entri ancora nella nostra storia personale e sociale come segno di una presenza divina che altrimenti rischia di rimanerci nascosta.
Maria non sa ancora come accadrà quello che l’angelo le ha annunciato; nondimeno, però, pur senza sapere come è possibile, sa che è possibile. Per questo si farà discepola della vita che diventerà per lei il luogo e il tramite mediante il quale il Signore le offrirà indicazioni. Prima ancora che il suo corpo è la sua obbedienza ad offrire un grembo a ciò che il Signore vorrà compiere in lei e attraverso di lei.