mercoledì 18 dicembre 2013

A PROPOSITO DI INTOLLERANZA...

È bastata la protesta di un genitore – che avrebbe potuto semplicemente non autorizzare il proprio figlio a partecipare – per far saltare la tradizionale benedizione natalizia alla presenza del sacerdote e delle autorità cittadine organizzata come ogni anno all’Istituto comprensivo Galilei di Tradate, in provincia di Varese.
Qualche giorno fa la direzione scolastica aveva inviato alle famiglie un avviso in cui si chiedeva ai genitori di autorizzare i figli a partecipare alla benedizione prevista in palestra. Chi non avesse voluto che il proprio figlio fosse presente avrebbe potuto consentirgli di restare in classe a svolgere altre attività. 
Il genitore in questione, però, si è appellato ad una sentenza del Tar, che vieta di organizzare eventi religiosi in edifici pubblici, e la preside Paola Tadiello si è dovuta adeguare, annullando tutto: «A seguito delle richieste specifiche di "divieto di atto liturgico nelle scuole"», ha scritto nella circolare con cui ha fatto dietrofront, «viene sospesa la benedizione natalizia, che sarà sostituita da uno scambio di auguri con il parroco, le autorità della città e i genitori rappresentanti».
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Disarmanti, ma non sorprendenti (purtroppo). Sono i risultati di un sondaggio che la Chiesa valdese ha commissionato a Gfk-Eurisko, resi noti qualche giorno fa e utili, mi pare, a contestualizzare meglio anche il caso recente dell’istituto comprensivo di Tradate. Qualche dato. Se neppure un italiano su tre è capace di citare correttamente i quattro evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni), meno di uno su quattro sa indicare le virtù teologali (fede, speranza, carità). Quando ci si addentra nelle pagine bibliche, non va meglio: domandare chi abbia mai dettato i dieci comandamenti a Mosè comporta, in otto casi su dieci, sentirsi rispondere un nome del tutto improbabile. Mi fermo qui, per carità di patria. 
Un paese che non sa nulla della Bibbia, è improbabile – sosteneva il cardinale Carlo Maria Martini – che si apra all’altro, che faccia accoglienza. E’ proprio così. L’attuale analfabetismo religioso, che non ci permette neppure di cogliere appieno la funzione sociale del pluralismo religioso oggi in atto (anche) in Italia è figlio di una doppia chiusura: del risorgente anticlericalismo insofferente di ogni manifestazione pubblica delle comunità religiose e del neoclericalismo nostalgico di un regime ormai concluso, il regime di cristianità, e dimentico del messaggio conciliare più profondo. 
Non stupisce, pertanto, quanto è accaduto a Tradate, una delle tante occasioni di conflitto sociale verificatesi negli ultimi anni su questioni solo all’apparenza religiose ma in realtà legate al tema spinoso della mancata valorizzazione delle diversità culturali e religiose nei contesti locali: dalla presenza del crocifisso nelle scuole e tribunali fino all’ostilità nei confronti dell’edificazione di moschee o templi hindu (per fare solo un paio di esempi)...