sabato 9 novembre 2013

Una riflessione sul senso dell’elemosina e sulla sua pratica nella vita della Chiesa.

Alcuni recenti gesti di Papa Francesco hanno alimentato una riflessione sul senso dell’elemosina e sulla sua pratica nella vita della Chiesa. La questione, in realtà, è sempre stata viva, perché aspetto essenziale del più ampio problema relativo al rapporto del cristiano con la ricchezza e i beni temporali, temi sui quali Gesù ha insistito con forza. I Padri della Chiesa espressero la convinzione che Dio avesse destinato i beni della terra a tutti gli uomini, non solo ad alcuni; per questo, molti di loro ritennero che il superfluo dei pochi fosse stato in qualche modo sottratto alle necessità dei molti...

Da tempo, durante i miei spostamenti quotidiani da una parte all’altra della città, mi imbatto sempre più di frequente in mendicanti, barboni e zingari che chiedono l’elemosina per strada. E questo è un fatto che si pone non solo per chi cammina a piedi ma anche per chi, in auto, si ferma al semaforo. Sono sempre le stesse facce, sempre le stesse persone che oramai si sono stanziate nelle nostre città «spartendosi» le diverse zone. Dinanzi a chi chiede, anche con insistenza, denaro, la prima reazione è quella del fastidio e dell’indifferenza. Ma mi domando quale in questi casi dovrebbe essere l’atteggiamento corretto da tenere almeno per una persona che si professa cristiana. Esistono delle «regole» nei confronti della carità e dell’elemosina?
Risponde don Leonardo Salutati, docente di Teologia Morale