lunedì 15 luglio 2013

Restituire la dignità al Paese - Radici… cristiane?

Restituire la dignità al Paese

“Solo una battuta”. È questo il refrain giustificativo che si legge all’indomani degli insulti che diversi rappresentanti politici del partito della Lega (da Calderoli a Borghezio, da Salvini alla consigliera Valandro) riservano alla ministra dell’Integrazione Cécile Kyenge.

“Parole fuori posto” per cui, si giustificano i massimi vertici del Carroccio, il vicepresidente del Senato Calderoli ha già chiesto scusa. Ma, viene da chiedersi, un Paese civile può avere un vicepresidente del Senato razzista? Uno Stato rispettabile può continuare a essere rappresentato nei più alti scranni italiani ed europei da una classe politica che ha più volte mostrato il suo volto xenofobo? Ci si risponderà che “questa classe politica è espressione del popolo elettore e che Calderoli è stato votato”.
È vero. Ma quando, una volta eletto, un esponente delle istituzioni lede la dignità di un Paese, essendo espressione di un’intera identità, occorrono provvedimenti. Perché, come bene sottolinea la ministra Kyenge, non ci troviamo davanti a un caso personale ma a “un problema istituzionale”, che richiede, da parte delle più alte cariche dello Stato, non l’indignazione a parole ma una seria presa di posizione. Non è sufficiente che i nostri rappresentanti istituzionali richiedano, magari attraverso twitter, le dimissioni del vicepresidente Calderoli. Deve essere la maggioranza di quella classe politica democraticamente eletta ad allontanarlo, perché indegno (tanto quanto una ministra che non paga le tasse…) a rappresentare un Paese civile. Perché è dalle istituzioni che ci si aspetta l’esempio.
L’Italia deve dare un segnale chiaro a sé stessa e al resto del mondo: è finito il tempo delle barzellette e delle battute di spirito, occorre serietà. Non basta una richiesta di dimissioni, è lo stesso Senato a dover sollevare Calderoli dall’incarico che indegnamente ricopre. Se c’è un problema di rappresentanza istituzionale, sono le istituzioni a doverlo risolvere. Non è più sufficiente lo sdegno bipartisan, aspettare che passi, ancora una volta, l’indignazione per “una battuta fuori posto”. Occorre restituire dignità alle parole e alle persone. E, non ultimo, al Paese.
(fonte: combonifem)

Nel 1977 esce il film ‘RADICI’, la storia di Kunta Kinte preso dal suo villaggio africano e portato schiavo in America. 
In questi ultimi anni la Lega Nord ostenta le proprie ‘RADICI CRISTIANE’. Un binomio offensivo sia delle ‘radici’ che del ‘cristianesimo’. L’ultima conferma viene da Calderoli, vicepresidente del Senato, “Radici… cristiane? mi fa venire in mente un orango’. Non ci sono parole per commentare! Con buona pace del viaggio di Francesco a Lampedusa e della distribuzione a tappeto dei crocifissi, ecc. 
Se una frase del genere fosse stata scritta in una tema da qualche studente, o detta da un professore cosa sarebbe successo? E se la dovessimo dire ad un carabiniere che ci ferma con la paletta per un controllo? Forse ci porterebbe direttamente in cella! E se lo dice il vicepresidente del Senato per insultare un ministro donna con la pelle nera? Tranquilli, sono le solite battute della Lega. E poi ha chiesto anche scusa. Non ci resta che aspettare la prossima. 
Preoccupa anche quanto ha detto il Presidente del Piemonte Roberto Cota a proposito degli F35: “Per quanto riguarda le questioni etiche dobbiamo dire che se questi aerei non li facciamo noi, vuol dire che li produrranno altrove. Lasciamo quindi da parte certa ipocrisia”. 
Ne viene fuori una bella linea educativa per i nostri ragazzi ai campi estivi! Un vero compendio di valori morali e cristiani oltre che civili e umani! 
Leggi tutto: Radici… cristiane? di Renato Sacco