lunedì 8 luglio 2013

Il Papa a Lampedusa - storie di vita -

Ventimila morti, che saranno ricordati come dei pionieri. Degli avventurieri, certo, ma che con il loro rifiuto della frontiera, hanno costituito il più grande movimento di massa di disobbedienza civile alle leggi sulla frontiera di cui l'Europa si è dotata e che a queste stragi hanno portato.

Lampedusa, Tunisi, Tripoli, Agadez. E in tasca sempre una biro e un diario. Per sette lunghi anni ho viaggiato come un avventuriero in tutto ilMediterraneo, alla ricerca del significato più profondo delle stragi in mare, sulle rotte percorse contro ogni corrente da chi ha il passaporto sbagliato per i suoi desideri. Eppure, soltanto un mese fa ho capito per la prima volta. È stato in sala parto, quando ho preso in braccio mia figlia, appena nata. Ricordo il suo odore, i suoi occhi, le dita delle mani. Quel giorno ho sentito davvero, e per la prima volta, le lacrime delle decine di padri e di madri che in questi sette lunghi anni ho incontrato in tutto il Mediterraneo.
Padri e madri di figli che non ci sono più, perché se li è mangiati il mare. Quel che resta dei loro corpi è sepolto per sempre in quella tomba a cielo aperto che è diventato il Canale di Sicilia, dove negli ultimi vent'anni sono morti a migliaia...
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Quei giorni a Lampedusa

Ma parlando di Lampedusa non si può parlare solo di migranti...

... «Voi state costruendo un mondo diverso con l’amore. Se la Pasqua è il volto di un mondo nuovo devo dirvi Buon Anno. È l’anno nuovo che voi avete fatto nascere. Lampedusa è diventata capitale dell’amore. In un mondo che rischia di diventare disumano, voi avete fatto questo». (mons. Francesco Montenegro)

... Il presidente e il direttore di Caritas Italiana, S.E. Mons. Giuseppe Merisi e don Francesco Soddu, accolgono con soddisfazione e riconoscenza l’annuncio della visita diPapa Francesco a Lampedusa.
E proprio lunedì le Caritas diocesane di tutta Italia accompagneranno il viaggio del Santo del Padre uniti nella preghiera, prevedendo dei momenti specifici in cui invocare insieme l’aiuto di Dio perché - come ricorda don Francesco Soddu -, «non anneghi nel nostro cuore e nel cuore del mondo, la pace fondata sulla giustizia e sul rispetto di ogni persona e di ogni popolo»...
«In questo quadro poco confortante e drammatico – sottolinea don Francesco Soddu - la visita di Papa Francesco a Lampedusa è un segnale di forte speranza che incoraggia la Caritas e l’intera Chiesa nel costante impegno a favore degli ultimi e ci spinge ad andare verso le periferie dell’esistenza».

“La decisione del Papa di venire nel Mediterraneo impone a tutti di affrontare il dramma delle migrazioni, che non può e non deve essere un problema solo italiano, nell’ottica dell’accoglienza e della solidarietà”: a parlare è monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, che commenta l’imminente visita di Papa Francesco a Lampedusa a conclusione del “Progetto Ulisse”, che ha coinvolto venti studenti mazaresi in un viaggio in barca al velo attorno all’isola di Pantelleria. “È davvero significativa ed emozionante questa prima visita fuori Roma del Santo Padre proprio a Lampedusa, nel cuore del Mediterraneo - dice mons. Mogavero - in questo mare che il Papa avrà occasione di vedere per la prima volta, durante il lancio di una corona di fiori in ricordo di quanti hanno perso in esso le proprie speranze e la propria vita. Le sue acque ci separano dal continente africano ma, allo stesso tempo, ci uniscono e in questi anni sono diventate approdo di speranza per migliaia di immigrati e tomba per un numero imprecisato di essi”. Il vescovo richiama la necessità di “un nuovo umanesimo mediterraneo che metta insieme i popoli che vi si affacciano, in una prospettiva di dialogo e fratellanza”. (fonte: SIR)