sabato 1 giugno 2013

La Festa della Repubblica patrimonio di tutti i cittadini -

La Festa della Repubblica patrimonio di tutti i cittadini


2 giugno: si valorizzino lavoro e Servizio Civile, e non si celebri questa giornata con la parata militare

Una lettera al presidente Napolitano per segnalare che la Festa della Repubblica deve essere patrimonio di tutti gli italiani e di tutte le categorie di cittadini, non solo simboleggiata con la parata militare. Questa è l’iniziativa, la prima di una serie di altre azioni, che le principali reti che lavorano sul tema del servizio civile, della pace e disarmo hanno deciso di intraprendere in questi giorni. Una lettera per sottolineare al Capo dello Stato, e con lui a tutta l'opinione pubblica, un forte e profondo desiderio delle numerose associazioni di questa area: che si riportino al centro del 2 giugno i valori fondanti della Repubblica e della nostra Costituzione. Valori rappresentati da quelle categorie sociali che sono vere e proprie forze vive dell'Italia e hanno pieno diritto di essere celebrati in occasione del 2 Giugno: le forze del lavoro, i sindacati, i gruppi delle arti di mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile Nazionale. Un passaggio importante anche per cambiare i simboli (che sono rilevanti per il vivere comune) legati a questa che non è la Festa delle Forze Armate ma di tutta la Repubblica.

La lettera è stata elaborata e sottoscritta dalla Rete Italiana per il Disarmo, dalla Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, dal Forum Nazionale per il Servizio Civile, dal Tavolo Interventi Civili di Pace e dalla Campagna Sbilanciamoci.

Sono poi oltre 100 gli organismi di varia natura che hanno sottoscritto esplicitamente la missiva inviata alla Presidenza della Repubblica. 

L’impegno delle associazioni ed organizzazioni che hanno inviato la lettera al Presidente Napolitano è quello di rendere vivo il 2 giugno su tutti i territori in cui le diverse realtà sono presenti. Con l’intendo di celebrare nelle sedi degli organismi e richiamandone le attività quotidiane l'Italia che “ripudia la guerra” aprendo le porte nello spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione. “Cercheremo inoltre di valorizzare le storie di tanti giovani che hanno scelto di mettersi al servizio del bene comune, dei nostri territori e delle nostre comunità – sottolineano i promotori in un passaggio della missiva - Giovani che dal sud al nord del Paese, in ambiti diversi d’intervento, testimoniano con vivacità ed entusiasmo una voglia di mettersi in gioco e di rendersi protagonisti che riteniamo preziosa per il presente e il futuro della nostra Patria”.

L’appuntamento per tutti è quindi per il 2 giugno. Molte delle sedi delle organizzazioni promotrici e sottoscrittrici della lettera rimarranno aperte ed in alcune di essi saranno presenti anche giovani in Servizio Civile, in particolar modo nei Comuni colpiti dal terremoto emiliano del Maggio 2012. Un modo aperto per testimoniare il contributo concreto che il Servizio Civile Nazionale porta alla coesione sociale e alla difesa del Paese così come l’iniziativa in programma a Roma per festeggiare la Repubblica con le categorie già prima ricordate e premiando esempi di cittadini al servizio reale di questa nostra Italia.
(fonte: Rete Disarmo)

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Non mi piacciono le parate militari, e dissento dalla tradizione che ogni anno, il 2 giugno, per la festa della Repubblica ci ripresenta puntualmente carri armati e aerei da caccia che sfrecciano in cielo. Non posso, senza un brivido, immaginare in azione questi mezzi di sterminio (perché tali sono) che nella parata militare si presentano come grandi giocattoli, mentre i bambini assiepati ai lati della strada agitano le bandierine tricolori.
Ricordo un mio zio che aveva fatto la Grande Guerra, e che in occasione delle feste nazionali s’immusoniva in un angolo della casa, con gli occhi luccicanti di ricordi rabbiosi. Una volta, non potendone più, uscì dal consueto silenzio: “Ragazzi, ricordatevi che la guerra è una porcheria!”
Non vedo perché la festa della nostra Repubblica debba essere rappresentata dalle truppe in armi, e sebbene non usi più fare a scuola la retorica della guerra (tipo il famoso motto di Orazio “Dulce et decorum est pro patria mori”, è dolce e decoroso morire per la patria) mi sento sconcertato nel vedere che nel secolo XXI, dopo i milioni di morti che la Storia ci ha consegnato, ancora nessun Paese abbia deciso di non far sventolare le bandiere sullo sfondo di cannoni e fucili...
Leggi tutto: Non mi piacciono le parate militari di Umberto Veronesi

“Il Consiglio nazionale di Pax Christi pensa che festeggiare la Repubblica con parate militari non sia coerente con la Costituzione basata sul lavoro, sulle formazioni sociali, sulla promozione della dignità umana”. Con una forte parola di denuncia il nuovo Consiglio nazionale, nella sua prima riunione a Firenze, si è pronunciato sull’attuale situazione italiana.

Leggi il Comunicato stampa di Pax Christi: