venerdì 25 gennaio 2013

FARE LA GUERRA CREA POSTI DI LAVORO di Mario Pancera

FARE LA GUERRA CREA POSTI DI LAVORO

La Repubblica italiana non è fondata sul lavoro, ma sulla guerra.
Non lo vedo soltanto io, lo dicono anche altri, da tempo. Il lavoro manca, i soldi per la cosiddetta Difesa si trovano. Miliardi in aerei, sommergibili, soldati, bombe. Strumenti di morte...

Alla tv si vedono case distrutte, montagne di pietrame, ferri, calcinacci, folle vocianti che trasportano di corsa uomini e donne feriti, sangue, barelle, bare. Si mandano i droni a uccidere anche i sospetti (tutte notizie tratte dalla stampa). Circa 80 mila morti in Siria: si uccidono tra di loro. Il caso più recente è il Mali, terra di petrolio, uranio, fosfati, dove pure gli islamici si uccidono tra loro e aspettano gli occidentali. Carestia nel Sahel: milioni e milioni di persone non hanno da mangiare. Muoiono. Ci sono anche centinaia di suicidi tra i soldati veterani occidentali. Però ci sono i soldi per le armi. Molti paesi scalpitano per partecipare alla mattanza. 
Si parla di futura ricostruzione, di nuovi «piani Marshall», come dopo la seconda guerra mondiale in Europa, cioè di offrire denaro ai sopravissuti per riaverlo decuplicato in pochi anni. Ecco trovato il metodo per dare posti di lavoro, ed essere anche ringraziati. Ma non c’è un piano Marshall per resuscitare i morti...

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