giovedì 29 novembre 2012

Vizi capitali, presi per la gola - Il rapporto deformato con il cibo nella riflessione di Enzo Bianchi e in secoli di storia dell’arte.

Il vizio della gola interpretato dal pittore 
fiammingo Hieronymus Bosch (1453-1516) 


Troppo o troppo poco.

Il rapporto deformato con il cibo nella riflessione di Enzo Bianchi e in secoli di storia dell’arte da Giotto a Dalí passando da Bosch, noto pittore fiammingo.


L’invito a non essere ingordi ce lo sentiamo ripetere fin da quando siamo bambini. Un invito apparentemente banale. Scontato. Eppure dietro a questa raccomandazione si nasconde un’antica e saggia preoccupazione: quella di disciplinare l’istinto, evitando gli eccessi. Il cibo? Né troppo né troppo poco. È elemento vitale e riguarda l’equilibrio delle singole persone. Ma, per come è prodotto, per il modo con cui viene venduto e per la ritualità che ne accompagna il consumo dice molto anche sul rapporto con la natura, l’economia, il prossimo. 
Tra i vizi capitali l’ingordigia s’accompagna a degenerazioni d’altro tipo come la lussuria, l’avarizia, la collera, l’accidia, l’orgoglio e l’invidia. Tutti atteggiamenti che indicano un rapporto deformato con la realtà: la sessualità, il denaro, le cose, il lavoro, il tempo, lo spazio, noi stessi e il prossimo. Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, nei libri d’Avvento, usando il linguaggio dei padri del deserto, riflette su queste “tentazioni” che insidiano la nostra libertà.


Vedi anche il nostro precedente post: 

"Se questa vita ha senso" Un percorso di riflessione per l'avvento di Enzo Bianchi per Famiglia Cristiana - Vizi capitali, se li conosci li vinci -