venerdì 31 agosto 2012

Cardinale Carlo Maria Martini, anche noi... "ti portiamo nel cuore"!!!

Pubblichiamo brani dell'ultimo discorso tenuto dal cardinale Carlo Maria Martini in qualità di arcivescovo della diocesi ambrosiana. 

Un saluto che a noi piace rileggere oggi e pensarlo rivolto a tutti...

... Di me posso dire che ho sempre avuto molto forte il senso dei miei limiti e sono consapevole delle mie lacune e delle mie unilateralità. Ho sempre avvertito come superiore alle mie forze il peso di così tante responsabilità. Per le mie mancanze, omissioni e inadeguatezze chiedo perdono a tutti: ai credenti perché possa contare sulla loro intercessione nel giorno del giudizio, e a tutti i non credenti perché è importante poter far leva sul perdono reciproco per guardare al futuro con rinnovata fiducia e servire insieme la giustizia e la pace...
Sono conscio di avere confidato soprattutto sulla parola di Dio, di essermi buttato fin dall'inizio in questa perigliosa impresa con la coscienza sì dei miei limiti e delle mie inadeguatezza ma pure con fiducia totale nella sua Parola. E questo perché sono cristiano e so di essere nato e sostenuto dalla Parola. E a tutti, credenti e non credenti, vorrei ripetere che la sorgente del mio pensare e del mio agire ha voluto essere sempre, almeno nell'intenzione, la parola di Dio, in particolare a partire dalle Scritture. Ho anche cercato sinceramente di ascoltare la storia, gli eventi, le persone, tutti voi che incrociavo nel mio cammino: ho desiderato incontrare almeno idealmente tutti, ma soprattutto gli ultimi, i poveri, i bisognosi, coloro che sono nella sofferenza, i feriti della vita, i carcerati, gli umiliati e gli offesi. Avrei voluto fare molto di più e chiedo perdono a coloro che si fossero sentiti trascurati...
mi pare di poter dire come Paolo, all'inizio della lettera ai Filippesi, che "vi porto nel cuore" e che "Dio mi è testimone del profondo affetto che ho per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù" (Fil 1,7-8). Anzi il testo greco di questa lettera permette di tradurre non solo "vi porto nel cuore" ma anche reciprocamente "voi avete nel cuore me, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata concessa" (Fil 1,7)...
Ora avrò più tempo per pregare... Sono certo che anche voi pregherete così per me...
Ai miei fedeli raccomando in particolare l'amore della Scrittura e la pratica della lectio divina, mentre ai cristiani di tutte le confessioni affido la speranza dell'unità della Chiesa e di una ritrovata comunione nella molteplicità dei doni di Dio, che permetta un dialogo fruttuoso tra le religioni e una rinnovata amicizia col popolo delle promesse. 
A tutti dico: amatevi gli uni gli altri, così vivrete nella giustizia, nel perdono e nella pace. Il nostro maggiore contributo alla pace in un mondo gravido di conflitti e di minacce di nuovi assurdi conflitti nascerà da un cuore che anzitutto vive in se stesso il perdono e la pace. Servitevi con amore a vicenda facendovi prossimi a tutti, perché chi rende il più piccolo servizio al minimo di tutti i fratelli lo rende non solo al mistero della dignità umana ma a ciò che la fonda, cioè al mistero di Gesù.
E ora mi rivolgo a Maria... Mi ottenga ora di continuare con lei questo servizio per tutti voi... nella Gerusalemme celeste, quando tutti saremo palesemente una cosa sola nel mistero del Padre.

Leggi il testo integrale Vi porto nel cuore Omelia per la Natività della Beata Vergine Maria - Duomo di Milano, 8 settembre 2002



La diocesi di Milano annuncia la morte del cardinale Martini - Siamo grati a Dio per il dono della sua persona

L'arcivescovo di Milano il cardinale Angelo Scola e il Consiglio episcopale milanese, appresa la notizia della morte del cardinale Carlo Maria Martini, si sono raccolti in preghiera. 
Grati a Dio per il dono della sua persona e del suo lungo ministero, invitano tutti, famiglie, comunità parrocchiali e religiose a intensificare la preghiera. 
L'Arcivescovo, il Consiglio episcopale e il Capitolo della Cattedrale accoglieranno la salma del cardinale Martini in Duomo a Milano sabato 1 settembre alle ore 12.00. 
Da quel momento sarà possibile renderle omaggio sino ai funerali che verranno celebrati lunedì 3 settembre alle ore 16.00. (dal Comunicato stampa della diocesi di Milano)

Il morbo di Parkinson che aveva colpito il cardinale Martini già nell’ultimo periodo di episcopato a Milano, a poco a poco, ha devastato il suo corpo lasciando intatte l’intelligenza, la memoria, lo sguardo...
Un’altra volta ricordo ci ha parlato proprio di quella progressiva passività che è la malattia e del suo esito estremo, la morte. Ma aggiungeva solo la morte offre ad ognuno di noi la suprema occasione per affidarci pienamente a Dio come una grande cascata di acqua si getta nel fiume. Ma aggiungeva, confessando le sue paure, spero che in quell’ultima ora ci sia una mano che tiene stretta la mia mano come a vincere i fantasmi dell’ultima ora per affidarmi senza scampo e senza riserve al Signore...
Il Cardinale voleva che sulla sua tomba ci fossero le parole del salmo: «Lampada ai miei passi la tua parola, luce al mio cammino». E in quest’ora che ci priva di una presenza davvero illuminante, risplenda la gratitudine perché sulla nostra strada ha tenuto accesa la lampada della Parola, fino a quando si leverà la stella del mattino. 

Il cardinal Martini ha invitato con forza alla necessità di una dialettica interiore tra il credente e il non credente che è in noi...


Settimana Mondiale dell'Acqua (Stoccolma 26-31 agosto 2012)

L’acqua e le sfide a essa connesse sono nuovamente al centro dell’attenzione. Difatti, si svolge in questi giorni, in Svezia, la settimana mondiale dell’acqua, organizzata dall’Istituto internazionale per l’acqua di Stoccolma (Siwi). Circa duemila fra manager, politici, esperti e rappresentanti di varie organizzazioni si riuniscono dal 26 al 31 agosto nella capitale svedese, per partecipare all’edizione 2012 di questo appuntamento annuale sull’acqua, lanciato per la prima volta nel 1991. Questa settimana mondiale è un appuntamento importante. Portato avanti, un anno dopo l’altro, da uno di quegli istituti di cui la Svezia va giustamente fiera, è diventato un evento quasi imperdibile per i tecnici e gli esperti dell’acqua. 

L’edizione annuale della settimana mondiale dell'acqua, che ha aperto a Stoccolma il 26 agosto e si chiuderà il 31 si concentra su acqua e sicurezza alimentare.

In occasione della Settimana Mondiale dell’acqua, la FAO lancia un nuovo piano d’azione
Nel suo intervento alla cerimonia d'apertura della Settimana Mondiale dell'Acqua (Stoccolma 26-31 agosto 2012), il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva ha affermato "Non esiste sicurezza alimentare senza sicurezza delle risorse idriche", facendo notare che il recente rapporto della FAO The State of Land and Water Resources for Food and Agriculture (Lo Stato Mondiale delle Risorse Idriche e Fondiarie per l'Alimentazione e l'Agricoltura N.d.T.) avverte chiaramente che scarsezza d'acqua ed inquinamento stanno mettendo a rischio in tutto il mondo interi sistemi produttivi.
La Settimana Mondiale dell'Acqua è una conferenza annuale dove responsabili politici ed esperti di tutto il mondo discutono delle risorse idriche e della loro gestione. 

In coincidenza con la "Settimana mondiale dell'acqua" (World Water Week, Stoccolma 26-31 agosto 2012), l'UNICEF rende noto che, nonostante gli enormi progressi compiuti negli ultimi 20 anni sul versante dell'accesso a fonti idriche affidabili per miliardi di persone, portare a compimento l'obiettivo dell'acqua per tutti non sarà cosa facile.
«Abbiamo registrato miglioramenti eccezionali in ogni regione del globo» afferma Sanjay Wijesekera, a capo dei programmi Acqua e Igiene per l'UNICEF. «Tuttavia, il nostro impegno non cesserà fino a quando ogni singola persona avrà ogni giorno a disposizione acqua da bere a sufficienza e da fonti sicure. Purtroppo la parte più difficile del compito è quella che abbiamo dinanzi.»
Leggi tutto: UNICEF: progressi enormi, ora raggiungere gli esclusi

Fermare gli sprechi, tutti. Cominciando da quelli alimentari per risparmiare acqua, una risorsa che spesso non ci si accorge di buttar via in grandi quantità. I primi paladini di questa nuova forma di "consapevolezza" potranno essere i sindaci aderendo, il 29 settembre da Trieste, al lancio della "Carta per amministratori a spreco zero", nel contesto degli eventi di Trieste Next.
La proposta è stata lanciata da Andrea Segrè - triestino, preside della facoltà di Agraria dell'università di Bologna - durante il suo intervento alla settimana mondiale dell'acqua a Stoccolma (unico italiano presente alla kermesse scandinava), in cui è stata ricordata la risoluzione Ue per dichiarare il 2014 anno europeo contro lo spreco e per impegnarsi a dimezzare gli sprechi entro il 2025. Con la Carta anti-spreco i sindaci non faranno altro che anticipare le azioni indicate nella risoluzione Ue.


giovedì 30 agosto 2012

«Per tutti» o «per molti?» mons. Bruno Forte interviene nel dibattito sulla formula della consacrazione.

“Per molti” e non “per tutti”, l’invito universale che ognuno è libero di rifiutare
di
Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti - Vasto

«Per tutti» o «per molti?». «Equivalenza dinamica» o «equivalenza formale» nell'esercizio della traduzione? «Corrispondenza letterale» o «corrispondenza strutturale» all'originale? Queste antitesi stanno animando il dibattito intorno all'opportunità di modificare la traduzione della formula della consacrazione eucaristica del vino, che nell'attuale versione suona: «Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me». L' espressione dibattuta è quel «per tutti», che - se rende correttamente il senso generale del greco hypér pollôn e del latino pro multis - è tuttavia meno precisa sul piano strettamente esegetico e su quello teologico.

Per approfondire:
“Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”: dice così l’attuale formula della consacrazione del vino in traduzione italiana. I nostri vescovi vorrebbero mantenerla ma il Papa chiede che si adotti una traduzione letterale del testo latino, che ha “pro vobis et pro multis”. Ne è nata una disputa che vede anche altre proposte, in sostituzione dell’attuale “tutti”, che è una traduzione interpretativa: “per la moltitudine”, “per moltitudini”, “per moltitudini immense”.
Il dibattito ha più di quarant’anni e risale alle traduzioni del Messale Romano nelle lingue moderne, all’indomani del Vaticano II. 

La questione del pro multis, sulla quale il Papa si è pronunciato con la lettera del 14 aprile scorso ai vescovi tedeschi, continua a essere approfondita a livello accademico da teologi e liturgisti con contributi sensibili alla riflessione di Benedetto XVI. Tra questi quelli di Francesco Pieri, sacerdote bolognese e docente di liturgia, e di Silvio Barbaglia, presbitero novarese e docente di esegesi dell’Antico e Nuovo Testamento. Il primo ha dedicato all'argomento un libro in uscita per i tipi della Dehoniana Libri (Per una moltitudine. Sulla traduzione delle parole eucaristiche). Il secondo un saggio sulla rivista Fides et Ratio dell’Istituto Superiore di Scienze religiose "Romano Guardini" di Taranto.
In discussione non è in alcun modo l’indicazione pontificia di adottare il pro multis nella liturgia, ma il modo migliore di tradurre l’espressione latina in italiano, dove - come hanno evidenziato autorevoli studiosi e numerosi pastori - dire semplicemente «per molti», dopo decenni di «per tutti», potrebbe anche risultare disorientante. 

Benedetto XVI ha indirizzato all’episcopato tedesco una lettera nella quale si sofferma su una questione riguardante la corretta interpretazione da attribuire alla formula della consacrazione del vino nella Messa. Una questione teologica ma dai profondi risvolti di fede per ogni cristiano, come ribadisce il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per “Octava dies”, il settimanale d’informazione del Centro Televisivo Vaticano 


II Giornata internazionale per le vittime delle sparizioni forzate

Si celebra la Giornata internazionale per le vittime delle sparizioni forzate, per ricordare le decine di migliaia di persone che attualmente risultano scomparse, fare pressione sui governi affinché non solo non abbandonino le indagini ma anzi le intensifichino o addirittura le avviino e, infine, per porre fine una volta per tutte questa spaventosa e illegale pratica.


"Se solo sapessi dove si trova mio figlio Albion, se solo potessi dargli sepoltura e portare un fiore sulla sua tomba, mi sentirei meglio."...

Leggi il testo integrale del comunicato di Amnesty:
Giornata internazionale per gli scomparsi. Migliaia di persone mancano all'appello dalle guerre dei Balcani

Dal 2006 stipulata la convenzione ONU: "un oltraggio alla dignità umana". Ma i desaparecidos esistono ancora, in Messico e in Colombia



mercoledì 29 agosto 2012

Concorso per 12.000 cattedre nella scuola statale.

Arriva il prossimo 24 settembre il bando più atteso di questo 2012. Stiamo parlando del bando relativo al maxi concorso dedicato alle scuole e che vedrà la copertura di circa 12.000 cattedre negli istituti statali. 


Concorso a cattedre, il bando esce a settembre. Una buona notizia, ma c'è delusione: la scuola italiana ha disperatamente bisogno dell'entusiamo dei giovani.


Il paese vuole il concorso. Parliamo del concorso per 12.000 cattedre nella scuola statale.
Bene. Evviva. Anche io lo vorrei, però è un condizionale che non trova requie né risposte. Perché viene dopo il dubbio: il Paese ha bisogno di questo concorso?

Una nuova infornata di insegnanti per i prossimi due anni. Una notizia che realizza i sogni di chi, da anni, si arrabatta per salire di qualche punto in graduatoria. Sarà l’immissione a ruolo degli abilitati di prima fascia e di terza, più un concorso con bando a settembre. Tutto a posto? Non è detto. I dettagli sono importanti, come fa notare Matteo Cacciola, e potrebbero rovinare tutto il disegno. Per cui, ci vorrà attenzione, ed ecco perché.


VIVA LE PARALIMPIADI - Londra 29 agosto / 9 settembre 2012 (2)

Quelle di Londra 2012 saranno le Paralimpiadi più partecipate della storia. Un movimento immenso di atleti con le loro aspettative, con i sacrifici fatti, i record. Perché parlare di Paralimpiadi significa parlare dello sport vero e dei suoi valori. E allora ecco anche storie fantastiche concepite con lacrime, sudore ma anche sorrisi di chi si è rimesso in gioco, di chi è passato dalla disperazione alla gioia, di chi ha combattuto e vinto la propria battaglia. Ma non c’è spazio per la retorica: lo sport paralimpico è competizione, agonismo, divertimento. Ne sa qualcosa Alex Zanardi, noto campione di automobilismo passato per le note vicende della vita all’handbyke, o Assunta Legnante, da atleta olimpica a Pechino a protagonista paralimpica a Londra, in seguito a un’improvvisa cecità. Storie di vita, storie comunque di vittorie.

PROMO PARALIMPIADI LONDRA 2012



martedì 28 agosto 2012

Solidarietà al missionario laico Biagio Conte, animatore della "missione Speranza e carità" di Palermo

Sul fantasma di un fiume, gatti e uomini condividono i sogni e gli stenti della sopravvivenza. Qui, alle porte della Cittadella della speranza, si è combattuta una guerra notturna, primitiva. Da una parte i “turchi” - così chiamano gli ospiti della Missione - vittime di un assedio medievale con spranghe, forconi, bastoni e pietre. Dall'altra, i palermitani dimenticati sulle rive dell'Oreto. Gli assaltatori. I “vichingi”, nessuno si sottrae all'inciuria. Nella mischia, suo malgrado – mentre era impegnato nel ruolo scomodo del mediatore – è rimasto coinvolto Biagio Conte, anima grande e solidale di Palermo, in un corpo sempre più malandato. Una sassata alla testa. Quattro punti di sutura. La ferita del fisico è poca cosa rispetto al significato: Palermo ha colpito Fratel Biagio. Gli ha alzato la mano contro.
Leggi tutto: Biagio Conte dopo l'assalto: "Mi hanno ferito, ma non mollo"

Spedizione punitiva alla "Missione", ferito Biagio Conte

Ha avuto parole di incoraggiamento, il cardinale di Palermo Paolo Romeo. Visitando il missionario laico Biagio Conte, ferito la notte fra giovedì e venerdì, il cardinale ha sottolineato l’importanza dell’opera che ospita oltre 800 persone con difficoltà. Nell’ex caserma dell’aeronautica, in via Decollati, nel quartiere popolare a ridosso della stazione, da vent'anni trovano rifugio i senza fissa dimora, soprattutto extracomunitari. 

"L'esperienza di accoglienza e solidarietà della Missione del Fratello Biagio - dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando - rappresenta un'esperienza unica ed un patrimonio dell'intera città di Palermo. Atti violenti, quale che ne sia la ragione e chiunque ne siano gli autori, non potranno certamente indebolire l'operato di Biagio Conte cui va l'affetto e la gratitudine di tutti i palermitani".

''Solidarietà e amicizia a Biagio Conte, l'animatore della missione Speranza e carità di Palermo, ferito durante un' inaccettabile spedizione punitiva contro un ospite della sua comunità' è espressa in una nota dal ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi. ''Ho avuto modo di visitare pochi mesi fa la missione e mi sono potuto rendere conto personalmente del prezioso servizio umanitario che Biagio Conte compie quotidianamente nei confronti dei poveri e degli emarginati in un contesto sociale molto difficile'' sottolinea Riccardi, che esprime poi l'auspicio ''che la magistratura faccia piena luce sull'odioso episodio e che sia garantita a Biagio e i suoi amici la possibilità di continuare in piena sicurezza la loro opera meritoria". (Adnkronos)


28 agosto 1963 - "I have a dream" di Martin Luther King

I HAVE DREAM
Parole rimaste per sempre impresse nella storia:"I have a dream". Pronunciate da Martin Luther King il 28 agosto 1963, 49 anni fa, di fronte a 200000 persone che manifestavano per il riconoscimento dei diritti civili.

GUARDA IL VIDEO DEL DISCORSO





Leggi anche:
MARTIN LUTHER KING 40 ANNI DOPO

Vedi anche il nostro post precedente: 

Ricordando Martin Luther King



Omelia di P. Gregorio Battaglia

Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
XXI domenica T.O. anno B - 26.8.2012

... dovete scegliere: ve la sentite di servire il Signore o volete servire altri dei? ... che significa questo: volete essere liberi, così come Dio vi ha reso liberi?... ve la sentite di vivere da uomini liberi? perché servire Dio significa assumersi la propria libertà e imparare ad essere persone libere, perché Dio ama le persone libere, non vuole degli schiavi... allora la proposta che viene fatta nella prima lettura e nel Vangelo è: te la senti di essere libero, talmente libero da poter fare della tua vita un dono? perché questa è la libertà che ci insegna Gesù...

Ascolta l'omelia



VIVA LE PARALIMPIADI - Londra 29 agosto / 9 settembre 2012 (1)

Ci sono intuizioni, anche semplici, che possono cambiare la vita di migliaia di persone. Come quella che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale ebbe Ludwing Guttmann, neurologo tedesco costretto a fuggire in Inghilterra dopo la persecuzione nazista degli ebrei. Nella città di Stoke Mandeville, vicino Londra, fu messo a capo della "Spinal Injures unit" dove venivano ricoverati i reduci dal fronte che avevano subìto lesioni midollari. Qui si rese conto che questi ragazzi tornavano mutilati non solo nel corpo: alle gravi ferite riportate si aggiungevano anche condizioni psichiche gravi. La depressione portava tanti a lasciarsi andare, altri addirittura al gesto estremo. Ben presto il dottor Guttman capì che bisognava fare qualcosa: intervenire non solo sul versante medico in senso stretto, ma aiutarli a tornare a una vita normale attraverso uno stimolo esterno. E siccome tanti erano ancora giovani, pensò che tutto questo fosse possibile attraverso lo sport. Dagli esercizi fisici distesi sul letto dell'ospedale alle gare agonistiche il passo fu breve. E così il 28 luglio del 1948 i reduci britannici furono i primi atleti al mondo a disputare i Giochi di Stoke Mandeville, nello stesso giorno in cui a Londra si dava il via ai Giochi olimpici. Ma se Guttman può essere definito il padre del movimento paralimpico mondiale, in Italia la sport terapia fu fondata da Antonio Maglio, che organizzò a Roma nel 1960 la prima vera Paralimpiade moderna. 

C’è una nazione “ombra” che per popolazione verrebbe subito dopo Cina e India: quella dei disabili. Sono 650 milioni i disabili a livello globale, oltre il 10 per cento della popolazione complessiva. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo. Una nazione che non conosciamo, fatta anche di atleti e soddisfazioni. 
Leggi tutto e guarda il video: Le Olimpiadi e la “nazione ombra”

"Un sogno colorato di sorrisi", così Luca Pancalli immagina le Paralimpiadi di Londra che si apprestano. In una video intervista, il Presidente del CIP risponde alle domande degli internauti, followers della pagina Facebook di Abilitychannel.
Vai all'intervista sulle Paralimpiadi fatta da Abilitychannel a Luca Pancalli.

Impennata delle vendite grazie al velocista sudafricano che ha gareggiato anche nelle sfide riservate agli atleti normodotati. A 20 giorni dall'inizio delle competizioni i tagliandi strappati sono 1,4 milioni e ne restano 900mila disponibili. In caso di 'sold out' l'edizione britannica supererà il grande successo della precedente di Pechino 

Video realizzato dai ragazzi della classe 2D della scuola media di Arcistae ( Varese )
Tutto è iniziato quando abbiamo visto una pallina da baseball per non vedenti. Da lì, è iniziata la nostra curiosità, che ci ha portati a fare ricerche su internet, fare slide in Power Point e montarle in Windows Movie Maker. Questo è l'insieme del nostro lavoro, un progetto realizzato in ambito scolastico per aprirci a questo mondo.
LE PARALIMPIADI: OLIMPIADI PER TUTTI. 
ragazzi che non mollano



lunedì 27 agosto 2012

"Noi siamo acqua" di Christian Albini

Noi siamo acqua
di Christian Albini

Si parla delle alte temperature di questa stagione per il disagio personale che il caldo ci procura. Anch'io sto scrivendo queste parole alle prese con il sudore e con il computer bollente. Vedo dalla finestra il fiume serio ridotto a un rigagnolo.
Si parla molto meno, invece, della siccità provocata dalla mancanza d'acqua. Già l'anno scorso, in Cina ci sono stati gravi danni all'agricoltura e milioni di persone sono rimaste senza acqua potabile. Anche la nostra produzione agricola sta risentendo pesantemente di questa torrida estate e il "granaio" degli Stati Uniti è colpito dall'arsura.
Possiamo accendere l'aria condizionata negli ambienti chiusi, ma non possiamo "condizionare" l'ambiente. Eppure, passiamo sopra a queste notizie come se niente fosse. E' perché abbiamo dimenticato il nostro legame con la terra, le radici della nostra umanità. Noi siamo acqua. L'acqua è indispensabile per la nostra sopravvivenza. Dimenticarlo è essere ciechi verso noi stessi. E' un segno dell'alienazione in cui viviamo.
Questa lunga estate calda ci dà un assaggio di temperature di altre latitudini. Esposti al caldo, possiamo intuire meglio certi passi dei salmi che richiamano ambienti desertici ed esprimono un desiderio urgente, bruciante, un desiderio di tutto l'essere che uguaglia quello del corpo disidratato.
Christian Albini

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall'aurora io ti cerco,
ha sete di te l'anima mia,
desidera te la mia carne,
in terra arida, assetata, senz'acqua.
(Sal 63,2)

Come la cerva anela 
ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela 
a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
(Sal 42,2-3) 

IL CONCILIO VATICANO II COME EVENTO DI NUOVA PENTECOSTE - Egidio Palumbo (VIDEO)

IL CONCILIO VATICANO II 
COME EVENTO DI NUOVA PENTECOSTE 
di Egidio Palumbo (VIDEO)

Il centro della Chiesa é il Signore risorto, che nella Chiesa é presenza effettiva, reale, creatrice e creativa

Estratto dell'incontro del 7 agosto 2012
La ricezione del Vaticano II in prospettiva “mendicante” 
di Egidio Palumbo
tenuto nell'ambito della SETTIMANA DI SPIRITUALITA'
della FRATERNITA' CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
"DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II"


GUARDA IL VIDEO



"Il sapore della sobrietà" di Enzo Bianchi

I temporali che in questi giorni stanno spezzando l’afa opprimente delle ultime settimane simbolicamente chiudono anche la cosiddetta «stagione delle vacanze». Ormai ci siamo infatti abituati ad associare il mese di agosto con le ferie, il tempo libero, lo stacco dall’attività quotidiana. Poco importa che quest’anno si sia mossa da casa – e per periodi sempre più brevi. E con destinazioni ravvicinate – solo metà degli italiani, poco importa che un numero sempre maggiore di persone, in particolare giovani, non abbiano ferie semplicemente perché non hanno neanche lavoro, poco importa che per gli abitanti delle zone terremotate le fatiche della ricostruzione e della permanenza in sistemazioni di fortuna si siano aggiunte alla normale attività lavorativa o che per gli addetti alla protezione civile e alla salvaguardia del patrimonio boschivo ci siano state settimane di incessante lotta alla fiamme... Siamo in agosto e bisogna comunque parlare di vacanze! Ma allora approfittiamo dell’attuale congiuntura, legata alla gravità e alla vastità della crisi sociale ed economica che stiamo attraversando, per fare dell’ormai logora consuetudine di discorrere di vacanze in agosto un’occasione di riflessione sulla qualità della nostra vita e sul nostro atteggiamento verso il tempo, il lavoro, il creato, gli altri. Cosa cerchiamo nelle vacanze, vissute o sognate o rimpiante? Quale parte di noi e delle nostre attività «va in vacanza»? Cosa significa essere se stessi anche quando non si svolgono le mansioni abituali o quando si trascorre del tempo libero e si intrecciano rapporti interpersonali gratuiti, slegati da interessi economici o pratici?
Se ci ponessimo seriamente almeno alcune di queste domande, potremmo fare davvero della crisi attuale un’opportunità...

Leggi tutto: "Il sapore della sobrietà" di Enzo Bianchi


domenica 26 agosto 2012

Orrore in Siria - L'ONU deve intervenire per interrompere il massacro

Due reporter italiani in Siria. Una si ferma al confine con la Giordania, tra i disperati dei campi profughi. L’altro raggiunge la capitale Amman, viene irretito per giorni dai servizi segreti di Assad, con la bella Yara che lo costringe a non fare il suo lavoro e a sorbirsi la propaganda del regime. Poi riesce a liberarsi e a raggiungere Daraa (dopo aver fallito l’ingresso a Homs) e a testimoniare l’orrore.
Leggi tutto: Siria, l’orrore visto con gli occhi di due reporter italiani

Intervista al padre gesuita che ha vissuto il Siria per più di trent'anni e chiede all'Onu di intervenire per interrompere il massacro

Reporter sans frontières esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Mika Yamamoto. 
Questa giornalista quarantacinquenne era una reporter molto esperta, abituata agli ambienti più ostili. La sua morte ci ricorda che la Siria è il paese più a rischio per i giornalisti.

Siria: le cicatrici nell'anima dei bambini

Ci sono cicatrici che non riescono a guarire. Soprattutto quando a soffrire sono i bambini. La piccola Qamar ha solo 4 anni e non sarà mai più la bimba spensierata che era un tempo...


34° anniversario dell'elezione a Pontefice di Giovanni Paolo I «Papa del sorriso»

Quella del 1978 non fu un’estate qualsiasi per la Chiesa cattolica. Il 6 agosto, infatti, dopo quindici anni di pontificato, venne meno Paolo VI. Il 26 agosto, dopo un rapidissimo conclave — due giorni e quattro votazioni — venne eletto Papa il patriarca di Venezia, che prese il nome di Giovanni Paolo I: Albino Luciani, «Papa del sorriso», «Papa umile», «Papa catechista», «Papa parroco del mondo», «sorriso di Dio». 

Era l'estate del 1978 nel primo conclave di un anno veramente unico nella storia della chiesa, veniva eletto al soglio pontificio Giovanni Paolo I
... Il cardinale annunciò: «Habemus Papam! Eminentissum ac reverendissimun dominum, dominum Albinum. Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Luciani. Qui sibi nomen imposuit Johannis Pauli Primi!». 
Dietro la croce, apparve Giovanni Paolo I, eletto al Soglio di Pietro si disse con 98 o 101 voti, comunque una delle più alte maggioranze registrate nel corso di un conclave, la cui durata fu di sole 26 ore. L’umanità e la simpatia di Luciani conquistarono fin da subito tutti. Indimenticabili i suoi trentatré giorni di pontificato. Un giorno per ogni anno di Cristo fu fatto notare. Nel corso delle sue quattro udienze generali, Luciani rivelò due caratteristiche peculiari della sua personalità: l’umiltà e la semplicità. Humilitas, il suo motto vescovile, significava «non umiltà, bensì impegno ad essere umili». La semplicità fu dimostrata dal dialogo tra il Papa ed i bambini, che egli chiamava a sé per spiegare la dottrina ai fedeli. Concetti chiari e diretti, che gli attirarono alcune critiche da parte di teologi, intellettuali ed esponenti della stampa...

Intervista a Marco Roncalli, autore della prima, completa, biografia critica di Giovanni Paolo I, del quale ricorrono il 34° anniversario della sua elezione a Pontefice (26 agosto), quello della morte (28 settembre) e il centenario della nascita (17 ottobre).

Leggi tutto:

La grande storia ha dedicato un'intera puntata alla figura di Giovanni Paolo I. Il Papa del sorriso 



"Apriamo il Vangelo, è come una boccata d'aria fresca dentro l'afa" - P. Angelo Casati commento al Vangelo 21ª Domenica del Tempo Ordinario B

Commento al Vangelo 
21ª Domenica del Tempo Ordinario B 
di P. Angelo Casati

Letture
Gs 24, 1-2a. 15-17.18b
Ef 5, 21-32
Gv 6, 60-69

Forse è giusto sapere com'è finita.
Nelle scorse domeniche abbiamo riascoltato il lungo discorso di Gesù, dalla sinagoga di Cafarnao: nel lungo discorso Gesù si autodefiniva "il pane vivo disceso dal cielo" e della sua carne diceva che è un vero cibo, del suo sangue diceva che è vera bevanda.
Ebbene l'esito, l'esito di quella predicazione nella sinagoga, è stato a dir poco, deludente; secondo i nostri criteri umani, fallimentare. L'esito è raccontato dal brano del Vangelo di Giovanni, che oggi abbiamo ascoltato.
Fallimentare l'esito addirittura tra i discepoli: di loro infatti si parla nel brano. E pensate la tristezza di questa notazione: "Da allora" -pensate, proprio dopo quella predicazione, predicazione di Gesù- "da allora molti" -molti: è scritto- "se ne andarono indietro e non camminavano più con lui".
Perché ?
Perché -dicevano-: "questa parola è dura, chi può ascoltarla?".
Ma come? -dice Gesù- "Le mie parole sono spirito e vita". E voi le giudicate insopportabili? Dure e pesanti semplicemente ad ascoltarle? La tua parola è dura! Chi può ascoltarla?.
Può succedere anche a noi. Succede anche a noi, che non siamo meglio di quei primi discepoli. Anche a noi succede a volte di trovare incomprensibile la Parola di Dio, di Gesù, non è tutto così facile, e non è tutto così risolto. C'è qualcuno che dice che la Parola di Dio spiega tutto. Ma questo appartiene all'ingenuità dei fanatici, che non si sono ancora accorti che la Bibbia è piena, piena di domande.
Di qui la tentazione di andarsene.
"Forse anche voi volete andarvene?".
Non so se ha colpito anche voi questo verbo, più volte ripetuto nel Vangelo di oggi, un verbo che dice, con un'immagine viva, non pallida, che cos'è la fede: il verbo "andare", "camminare".
Riascoltiamo: "Da allora molti dei suoi discepoli se ne andarono indietro e non camminavano più con lui. Disse allora Gesù ai dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna"".
Noi abbiamo di molto impoverito l'immagine della fede, identificandola prevalentemente in un insieme di parole, di dichiarazioni, di proclamazioni. È pallida questa immagine, dice poco, a confronto di quella evangelica: andare dietro Gesù o andare indietro? La mia vita è andare dietro Gesù o andare indietro? "Non camminavano più con lui...": cammino con lui? Il mio è un vero camminare con lui? Dove sono?
A volte ti chiedi come è possibile: il giorno prima a celebrare Gesù, a osannare Gesù e il giorno dopo, dove siamo? A osannare chi? Ci rendiamo conto?
Ma non abbiamo detto: "Tu solo hai parole di vita eterna"? Ma ci rendiamo conto? Ci rendiamo conto di dove siamo? Siamo finiti dietro "altro" da Gesù.
Mentre la fede dice no. No dietro ad altro, dietro ad altre parole: Tu solo hai parole di vita eterna. Ma da chi andremo? Alla corte di chi? Alla corte di nessuno!
Ecco, misuriamo la fede, non sulle parole, ma sul verbo andare. Lo guardo, la guardo e nel cuore mi dico: quello è un uomo, quella è una donna che cammina con lui, cammina con Gesù. Onora -questo è il punto- onora nella sua vita le parole di Gesù. È uno, è una che ci crede: crede che le parole di Gesù "sono spirito e vita"!
E in effetti -confessiamolo- ogni volta che apriamo il Libro, apriamo il Vangelo, è come una boccata d'aria fresca dentro l'afa, l'afa pesante dei soliti discorsi scontati che brillano per la loro ovvietà, sfioriti in un giorno, impalliditi in una settimana.
"Le mie parole sono spirito e vita". C'è dentro un vento, un vento creatore, che ti rigenera, che suscita energie nuove, che apre cammini.
Come è bello pensarlo in questi giorni di ripresa, di ripresa della nostra vita quotidiana, dei nostri impegni quotidiani.
Non facciamolo stancamente, con l'afa dell'oppressione: Custodiamo nel cuore parole che sono vento creatore, che danno entusiasmo, che danno passione.
E tu, Signore, guardaci dal pericolo. Dal pericolo di essere qui oggi a celebrare le tue parole e di ritrovarci poi nella vita a osannare e celebrare altre parole. Perché "solo tu hai parole di vita eterna".


sabato 25 agosto 2012

La logica del dono gratuito - "Insieme - 7" di Enzo Bianchi - Rocca, agosto 2012


Insieme - 7

rubrica di ENZO BIANCHI
Rocca, agosto 2012

La crisi economica che stiamo attraversando – crisi dai risvolti umani e sociali pesantissimi per così tante persone – ha però tra le sue conseguenze anche un’inversione di tendenza rispetto a al progressivo rarefarsi della capacità di percepire cosa davvero conti nella verificatosi in questi ultimi decenni. Assistiamo oggi a una sorta di schizofrenia etica: da un lato confermiamo l’ormai ultrasecolare intuizione di Oscar Wilde secondo il quale “oggi si conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna”, ma d’altro lato constatiamo la diffusione della pratica del dono. Dalle associazioni di volontariato di ogni tipo alle banche del tempo, da quanti usano ogni momento libero per condividere sulla rete conoscenze e progettualità a quanti continuano a dedicarsi al miglioramento delle condizioni di vita della collettività, troviamo sempre più persone capaci di “donare” gratuitamente risorse e capacità.
Così quello che a prima vista sembrerebbe il pensiero dominante – cinismo del mercato, ricerca del proprio interesse, volontà di cavarsela a dispetto degli altri, monetizzazione di ogni attività, valutazione degli altri in base alla ricchezza posseduta... – è contestato silenziosamente da chi fa spazio alla gratuità, al prevalere del bene comune sul vantaggio personale. 

Leggi tutto: Insieme - 7


«Operosa corresponsabilità»: l'invito del Papa - Preti e laici insieme dandosi fiducia

Quanti passi avanti per i fedeli laici nella Chiesa negli ultimi 50 anni. Ma anche quanta retorica, pomposa e malinconica. E, purtroppo, non poca paralisi... Ieri papa Ratzinger, in un messaggio inviato a un incontro internazionale dei laici dell’Azione cattolica, è sembrato pensare: da mezzo secolo rilucidiamo il Concilio, per ritrovarlo subito impolverato; no, stavolta gli daremo una mano nuova di vernice. Le sue parole segnano uno scarto: i laici non sono semplici collaboratori del clero nella missione universale della Chiesa; collaboratori formati, educati, vigilati, certificati e a quel punto degni di fiducia. La loro è «un’operosa corresponsabilità»
La parola «responsabilità», relativa ai laici, nel Concilio c’è, all’inizio e al termine del passaggio della Lumen gentium (37) più moderno e – oggi possiamo dirlo – disarmante. Perché lo leggi e pensi che non ci sarebbe da aggiungere nient’altro: «I pastori riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; si servano volentieri del loro prudente consiglio, con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lascino loro libertà e margine di azione». Ai fondatori e presidenti delle grandi aggregazioni laicali è certo capitato di essere cercati per «un consiglio» richiesto «volentieri». Ma a chi vive nelle parrocchie? E possiede competenze e sensibilità che un parroco non sempre può avere? È accaduto e accade davvero? 



venerdì 24 agosto 2012

Estate di solidarietà per i volontari di “Io Ci Sto” nell'“Africa italiana: il ghetto di Rignano”

Sono più di quaranta i ragazzi che hanno risposto all’appello dei missionari scalabriniani pronunciando le parole “Io Ci Sto”. Ragazzi che arrivano da tutta Italia, ma anche da Francia, Brasile, Albania, Haiti e Colombia. Tutti uniti da un unico obiettivo: provare a rendere meno difficile la vita per i migranti impegnati nei lavori dei campi in provincia di Foggia e vivere un’intesa esperienza di scambio interculturale. 


... Se pensate che dopo le proteste dello scorso anno nelle campagne leccesi il caporalato sia finito, vi sbagliate. Qui le figure che fanno da intermediari sono due, il “capo-nero”, una sorta di caposquadra, e il “capo-bianco” il vero e proprio caporale. Il “capo-nero” a volte vive nel ghetto, a volte si occupa anche della costruzione de delle abitazioni e di affittare i posti-letto. Si occupa del trasporto e realizza le squadre di lavoro con braccianti per lo più della sua stessa nazionalità.
Il capo-bianco è un italiano è il “superiore” del “capo-nero” lo contatta per chiede la “squadra” quando c’è bisogno e contratta il prezzo con i contadini. Ma a trarre i veri profitti da queste squadre di lavoratori a cottimo sono le aziende che trasformano il pomodoro. Grazie alla bassa remunerazione di braccianti ricattabili, circa 3,50 euro a cassone, possono continuare ad avere bilanci in positivo per le proprie aziende...

A portare assistenza e conforto ai braccianti agricoli del Ghetto di Rignano, ci pensano i ragazzi di 'Io C Sto', i volontari che grazie all'iniziativa promossa da ScaYm e Missionari scalabriniani di Siponto arrivano da tutta Italia per svolgere attività di informazione, animazione, orientamento. FoggiaCittàAperta ha raccolto alcune testimonianze dei volontari



Per saperne di più visita i siti:


Pakistan: la comunità cristiana sotto shock chiede a gran voce giustizia

Suneel Masih, orfano, era scomparso il 19 agosto. Il suo cadavere è stato rinvenuto due giorni più tardi, in un’area isolata. Depredati alcuni organi interni, forse destinati al mercato nero. I tratti del viso sfigurati con acido. Agente di polizia: mai visto “un simile assassinio”. La comunità cristiana chiede giustizia, ma sinora non è nemmeno partita l’inchiesta.

«C’è un incremento di intolleranza religiosa: alle volte è lo Stato che limita e a volte opprime la libertà dei credenti, altre volte è la società, magari con la connivenza del sistema giudiziario o delle autorità politiche, che perseguita letteralmente le comunità credenti, che siano esse cristiane o di un’altra minoranza religiosa».
È l’allarme lanciato ai microfoni di Radio vaticana da monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, che, a margine del meeting di Rimini, ricorda come «i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato nel mondo di oggi».