sabato 31 marzo 2012

31 marzo alle 20.30 è l'Ora della Terra

Sabato 31 marzo: scatta l'Ora della Terra del Wwf, sono già 350 i Comuni italiani ad aver aderito. Rimarranno al buio simbolicamente per un'ora monumenti come Castel Sant’Angelo e la Cupola di San Pietro a Roma, il Teatro alla Scala di Milano, Palazzo Ducale a Venezia, la Torre di Pisa, Duomo, Battistero e Ponte Vecchio a Firenze, la Mole Antonelliana di Torino, l’Arena di Verona, i Sassi di Matera, la Valle dei Templi di Agrigento e tanti altri. Il primo ballerino della Scala di Milano Roberto Bolle e i cantanti Elisa e Niccolò Fabi parteciperanno all’evento centrale di Castel Sant’Angelo a Roma, ospiti del concerto del gruppo “Tetes de Bois”:l’energia elettrica che illumina il palco e lo fa suonare verrà interamente generata dalle biciclette di 128 volontari reclutati sul web.
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E’ iniziata l’Ora della Terra, la mobilitazione globale del WWF che oggi, alle 20.30 ora locale, darà vita a un emozionante giro del mondo a luci spente per lanciare una chiamata all'azione planetaria contro i cambiamenti climatici e per un futuro sostenibile. La ‘ola’ di buio ha preso il via alle 8.30 ore italiane da Samoa e terminerà ventiquattr'ore dopo alle isole Cook, coinvolgendo la cifra mai raggiunta di 147 Paesi, più di 5000 città di cui quasi 400 in Italia, oltre 2 miliardi di cittadini e migliaia di organizzazioni, comunità e imprese, che dimostrano, attraverso il gesto simbolico di spegnere la luce, di volersi impegnare concretamente, ogni giorno, per fermare i cambiamenti climatici e avviare un modello di vita più sostenibile a tutti i livelli della società. Un’edizione tanto più importante perché guarda al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Rio+20 (20-22 giugno). 
Leggi tutto: E' iniziata l'Ora della Terra 2012

Una sola Terra sembra non bastarci. In termini di risorse naturali, stiamo consumando l'equivalente di 1,5 pianeti, senza contare i cambiamenti climatici che minacciano la sopravvivenza di centinaia di specie e la sicurezza di milioni di persone. Di questo sentiamo parlare costantemente, ma c'è un appuntamento che ogni anno, per un'ora, coinvolge il mondo intero in una riflessione che porta a propositi concreti per arginare, ciascuno con un piccolo contributo, il sovrasfruttamento delle risorse del nostro pianeta. 
Leggi tutto: Ora della Terra 2012: spegnete quelle luci!



VERSETTI PERICOLOSI LO SCANDALO DELLA MISERICORDIA NEL VANGELO DI LUCA


9° Incontro-Seminario Biblico
con
Alberto Maggi o.s.m.


VERSETTI PERICOLOSI
LO SCANDALO DELLA MISERICORDIA
NEL VANGELO DI LUCA

Palermo, 24 e 25 marzo
Teatro della Parrocchia S. Maria della Pace - p. Cappuccini, 1


  • primo video
  •  secondo video
  • terzo video
  • quarto video 
  • quinto video


  • sesto video



settimo video
 "Morte come pienezza di vita"(Gv 12,23-33) - Omelia




venerdì 30 marzo 2012

Il futuro del servizio civile, gli F35 e l'Italia che "ripudia la guerra"

Ci eravamo lasciati qualche settimana fa con l’appello per rendere obbligatorio il Servizio civile nazionale, adesso ci ritroviamo con la concreta ipotesi che il SCN chiuda definitivamente per mancanza di risorse. Sappiamo che dietro la scarsità di denaro si cela una volontà politica distratta o apertamente ostile a questa forma di impegno e di servizio allo Stato che diventa quasi sempre una palestra unica per l’educazione e la partecipazione dei giovani alla vita della comunità.

Nel corso della Tavola Rotonda tenutasi nei giorni scorsi a Roma e promossa dal Ministro Andrea Riccardi per fare il punto sulla grave crisi in cui versa il Servizio Civile in Italia, la Rappresentante nazionale dei volontari, Silvia Conforti, con il suo intervento si è fatta portatrice delle istanze dei giovani volontari e ha ribadito con forza il valore fondamentale del Servizio Civile
Silvia Conforti scrive ai giovani in servizio civile che le hanno conferito il suo incarico per illustrare i passaggi salienti del suo intervento alla Tavola Rotonda, nella concezione che la Rappresentanza dei volontari è “momento forte di democrazia”. 

... Lei è un professore universitario. I giovani, e le loro aspirazioni, li ha osservati e li osserva da decenni. E dopotutto, giovane lo è stato anche lei. Penso che sia d’accordo con chi diceva questa frase: ‘bisogna realizzare un sogno per continuare a sognare’. Ecco, svolgere l’anno di servizio civile, in termini di difesa nonviolenta della patria, è stato per molti la realizzazione di un sogno.
La stimolo, prima di mettere la firma sulla chiusura del Scn, a chiedersi quale alternativa avrebbero, da quel momento in poi, le centinaia di migliaia di giovani che non potranno più sperare nel Servizio civile...

Il problema degli F-35 rimanda a come l'Italia intende le Forze armate di domani e il loro impiego, se in operazioni di peacekeeping (tipo Libano) o se in azioni più aggressive (Libia).

Guarda anche il nostro precedente post:


Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012) / Seconda tappa: Cuba


Dopo l’abbraccio caloroso e travolgente di un intero popolo che in Messico si è stretto attorno al «Papa col sombrero», Benedetto XVI affronta a Cuba un abbraccio pieno d’insidie. Nell'ultimo Paese comunista dell’emisfero occidentale qualcosa sta cambiando e dal Pontefice c’è chi si aspetta una benedizione e chi invece una scomunica.

E’ già una visita storica. Il governo cubano ha concesso tre giorni di vacanza a tutto il paese per ascoltare "con attenzione e grande rispetto" il messaggio Benedetto XVI arrivato nell'isola come "Pellegrino della carità". Decine di migliaia di persone nelle strade dall'aeroporto alla piazza della rivoluzione a Santiago sono la prova immediata dell’attenzione e dell’importanza che il governo comunista attribuisce a questa visita. 


Dopo il sombrero, una ghirlanda di fiori per Benedetto XVI. Singolari ma differenti i due omaggi più caratteristici con i quali i messicani prima e i cubani poi hanno voluto dimostrare al Papa tutto il loro affetto. Differenti non tanto, o almeno non solo nella forgia, ma soprattutto nel significato che essi hanno assunto per il Pontefice. 


Si chiude con un incontro illustre la visita di Benedetto XVI a Cuba. Il Pontefice ha incontrato all'Avana Fidel Castro. Il colloquio, iniziato intorno alle 12.30 locali (le 19.30 in Italia), è durato circa mezz'ora e ha avuto luogo nella Nunziatura apostolica dell'Avana, dopo la messa celebrata dal Pontefice nella Plaza de la Revolucion


I viaggi del Papa non sono mai facili. Ma di tutte le visite pastorali compiute in giro per il mondo da Benedetto XVI quella che si è conclusa ieri sera a Cuba è stata forse la più difficile, sottoposta continuamente ai rischi di strumentalizzazione politica e seguita con particolare severità dai mass-media internazionali. Le cortesie diplomatiche, le strette di mano e gli incontri cordiali con le autorità (il presidente Raul) e con i simboli (l’ex presidente Fidel) dell’ultimo baluardo del comunismo occidentale non devono farci perdere di vista l’essenziale, vale a dire il messaggio di speranza di un uomo vestito di bianco che si è presentato umilmente come «pellegrino della carità».

Vedi anche il nostro precedente post:


giovedì 29 marzo 2012

L'impegno dei cattolici in politica

No, non è per niente facile per un cattolico ecclesialmente impegnato vivere una dimensione propriamente politica o anche solamente sfiorarne le dinamiche concrete. In effetti, come ebbe a dire don Tonino Bello, quella del politico "oggi è davvero una vita scomoda". Anzi una vita "crocifissa", soprattutto per chi (penso, ce ne siano!) si sforza di vivere questa scelta come "arte nobile e difficile" (Gaudium et Spes n.86) e come "maniera esigente di vivere l'impegno cristiano a servizio degli altri" (Paolo VI).
Scetticismo, cortigianeria, sufficienza altezzosa, isolamento, prese di distanza strumentali, critiche sorde, ironie anche perfide, riserve mentali: il tessuto ecclesiali offre anche questo al cattolico impegnato che scelga di fare il salto e di impicciarsi di politica oggi.


I “Viandanti” sono dei credenti che si sentono laici e vorrebbero ragionare sulla missione della loro Chiesa in un mondo proiettato verso un futuro ancora sconosciuto e, forse, minaccioso. Si sentono un po’ infastiditi quando si trovano davanti vecchie ipotesi di utilizzo politico dei cattolici.
Il forum di Todi e la presenza nel governo Monti di persone altamente qualificate, in parte di notoria appartenenza confessionale, hanno prodotto un perdurante interesse dei media e il sospetto che l’Italia sia alla vigilia di una riconfessionalizzazione democristiana della politica. Tuttavia, se anche la Chiesa si impegna in prima persona per il bene della società civile, proprio perché responsabilmente cristiani, siamo pronti a contribuire al recupero in dignità e bellezza della parola “politica”.

Pax Christi: Lettera aperta al Governo e al Parlamento italiano: "Liberare risorse di giustizia e di pace" - Flavio Lotti (Coordinatore Nazionale della Tavola della pace): "Il grande imbroglio"

“E’ necessario agire con determinazione contro la diffusa corruzione economico-politica, ridurre le colossali sperequazioni nella distribuzione del reddito e tagliare realmente le spese militari”. Precisa e forte la LETTERA AL GOVERNO E AL PARLAMENTO italiani di Pax Christi. ”Lavoro e sua dignità, ridistribuzione delle risorse, lotta alla criminalità, riduzione delle ingiustizie e dell’evasione fiscale, taglio ai nuovi sistemi d’arma e al progetto F-35, tutela del Servizio civile. Queste le linee di una politica economica basata su legalità, giustizia e disarmo che Pax Christi propone in una situazione di grande sofferenza per milioni di italiani.

Leggi il testo integrale della lettera aperta  di Pax Christi al Governo e al Parlamento italiano: 

... Il 14 febbraio l’Ammiraglio Di Paola ha annunciato un progetto di riorganizzazione dello strumento militare italiano che prevede tra l’altro la riduzione degli F-35 (da 131 a 90) e dei soldati (da 180 a 150.000). Dove sta l’imbroglio? Nel dire una cosa e nel farne un’altra. Altro che riduzione delle spese militari. Se venisse approvato il progetto del Ministro produrrebbe un vero e proprio aumento della spesa pubblica. Alla faccia di tutte le manovre rigoriste che stanno mettendo in ginocchio milioni di giovani e meno giovani, famiglie, associazioni, scuole, imprese, Enti Locali e Regioni...
Leggi tutto: Il grande imbroglio


mercoledì 28 marzo 2012

RIFORMA FORNERO - "PREVIDENZA ASOCIALE" puntata di Report del 25.03.2012

RIFORMA FORNERO - "PREVIDENZA ASOCIALE" 
 puntata di "Report"del 25.03.2012

Una puntata da non perdere per capire come stanno le cose 

Con la riforma Fornero, dal primo gennaio del 2012 la pensione sarà definitivamente calcolata con il sistema contributivo: tanto versi tanto prenderai. Nelle conferenze stampa che l’hanno annunciato, è stato presentato come il sistema più equo e giusto per tutte le generazioni. Primo effetto dell’allungamento dell’età pensionabile sui lavoratori (mobilitati e esodati) che avevano accettato di lasciare prima il posto nelle loro aziende in crisi con la garanzia della pensione al compimento del 40esimo anno di età lavorativa: resteranno dai 2 ai 10 anni senza pensione e senza lavoro. Su 70.000 si salveranno, forse, in 20.000. Chi ha cambiato datore di lavoro, passando dal pubblico al privato, dovrà ricongiungere i contributi se vuole la pensione piena (quella che viene data a chi è sempre rimasto nello stesso posto). La ricongiunzione verso l’Inps, che è sempre stata gratuita (perché peggiorativa), è diventata onerosa: devi ripagare i contributi due volte. C’è chi si è visto arrivare conti che arrivano fino a 300.000 euro, a fronte di stipendi da 2000 euro al mese lordi. Per i giovani invece qual è il quadro? Chi apre una partita iva, il primo anno di lavoro paga il 28% all’Inps, più l’anticipo per l’anno a seguire. Cioè se incassa 11 mila euro ne pagherà 4000 solo di contributi. Con il risultato poi che la sua pensione non supererà quella sociale. ...



I VIDEO DELLA PUNTATA

REPORT  - PREVIDENZA ASOCIALE 1/5

REPORT  - PREVIDENZA ASOCIALE 2/5

REPORT  - PREVIDENZA ASOCIALE 3/5

REPORT  - PREVIDENZA ASOCIALE 4/5

REPORT  - PREVIDENZA ASOCIALE 5/5


Appello della Gabanelli alla Fornero: 
"rinunci al retributivo"


Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012) / Prima tappa: Messico

Il Papa e il Messico, un rapporto di reciproco amore, nato con Giovanni Paolo II e proseguito con Benedetto XVI. “Sei il nostro fratello messicano”. Questo il primo saluto rivolto al Papa dai tanti fedeli che lo hanno accolto all'aeroporto. E il Santo Padre nel suo discorso ha subito ricambiato il gradito moto d’affetto. Visibilmente sereno e sorridente, il Pontefice ha detto di essere felice di questo viaggio da tempo desiderato nel profondo del suo cuore, per poter confermare nella fede il popolo di Dio di questa grande nazione. 

L'arrivo in Messico

Il primo discorso

L'accoglienza del popolo messicano

Un milione di fedeli lungo le strade di Guanajuato e Leon e sul percorso del corteo di Benedetto XVI tra le due città. La visita del Papa in Messico prosegue in un clima di grande entusiasmo popolare, ma anche di forte attenzione per il problemi del Paese. Lo testimoniano l'incontro di Ratzinger con otto familiari di vittime della criminalità organizzata e il saluto rivolto ai circa 4.000 bambini riuniti nella Plaza de la Paz. E poi gli impegni comuni, emerso durante il colloquio con il presidente Felipe Calderon, su temi quali i mutamenti climatici, la lotta alla fame nel mondo e alla sempre maggior diffusione delle armi leggere. 

«Desidero levare la mia voce invitando tutti a proteggere e accudire i bambini, perché mai si spenga il loro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futuro con fiducia». La Plaza de la Paz è circondata dai palazzi dei coloni che dalla metà del Cinquecento si arricchirono con le miniere d' argento e d' oro. E nelle parole che Benedetto XVI ha rivolto a migliaia di bambini della piazza e a tutti i bimbi del Messico, «in particolare quelli che sopportano il peso della sofferenza, l' abbandono, la violenza o la fame», nell'insistenza sul loro diritto alla pace e alla felicità, («Dio vuole che siamo sempre felici»), trapelano i tanti problemi che il pontefice ha trovato qui...

L'Angelus

Il discorso di commiato

Non poteva mancare. Il Papa con il sombrero, in Messico, non poteva proprio mancare. Ci hanno pensato domenica mattina due tra i tanti giovani che avevano trascorso la notte sul prato del Parco del Bicentenario a León, in attesa della messa. Mentre Benedetto XVI faceva il suo giro in papamobile tra le centinaia di migliaia di fedeli raccolti sull'immensa distesa, si sono avvicinati e gli hanno offerto il sombrero più elegante della collezione messicana, il modello di El Charro, tessuto in felpa vellutata nera con ornamenti argentati. Il Pontefice lo ha indossato e ha proseguito il suo giro tenendolo in testa. L’entusiasmo della gente, già altissimo, ha raggiunto livelli stellari.
È stato il tocco che mancava per rendere anche visibilmente concreto lo slogan che accompagna a ritmo incessante ogni sua uscita: Benedicto, hermano, ya eres mexicano. 

Uno strappo al protocollo...

La grande «festa di popolo» della Messa celebrata nel Parco del bicentenario di León ha concluso l’intensa visita in Messico di Benedetto XVI, che oggi pomeriggio si recherà a Cuba per un altro storico incontro, dopo quello di Giovanni Paolo II nel 1998. Nell'omelia, il Pontefice ha proposto una riflessione su Gesù e sulla Madonna che ha toccato profondamente il cuore delle centinaia di migliaia di fedeli presenti. 

Che folla grande lungo i viali di Léon, per salutare il Papa. 
Venuti in pullman, da lontano, o reduci da una notte accampata dietro le transenne, per conquistarsi la prima fila. «Ti aspettiamo a braccia aperte», dicono gli striscioni. Ma che cosa aspettano davvero, in tanti, in Messico, per fabbricare ognuno con il proprio corpo l’ala festosa che ha salutato l’arrivo del Papa? Cosa può attendersi da quello straniero un popolo che in cinque anni ha avuto quasi 50mila morti nella guerra contro e fra i narcotrafficanti, e 20mila scomparsi nel nulla? Eppure, che folla è andata ad accogliere Benedetto XVI. Vedove, anche, o orfani di questa strage oscura: che cosa cercando, con quale domanda nei pensieri? 
Leggi tutto: Con ostinata speranza

La prima parte del viaggio pastorale che papa Benedetto XVI sta compiendo tra Messico e Cuba, si è svolta senza scossoni. Il Papa ha raggiunto una nazione di profonda fede e tradizione cattolica, all'interno della quale ha avuto modo di lanciare alcuni messaggi che caratterizzano da tempo la sua predicazione e il suo pontificato. Insieme ad un forte rilancio del suo rapporto con il Messico, visitato più volte dal suo predecessore Giovanni Paolo II. La fede, la libertà religiosa (in Messico sarà presto modificato l’art. 24 della Costituzione, proprio sulla libertà religiosa, che sta sollevando non poche polemiche). 

Vedi il nostro post precedente:


martedì 27 marzo 2012

"Credere e conoscere", dialogo tra Ignazio Marino e Carlo Maria Martini su temi di scottante attualità.

Sta per uscire Credere e conoscere, un libro curato da Alessandra Cattoi che contiene un dialogo tra il cardinale Carlo Maria Martini e Ignazio Marino (Einaudi). Il porporato e il chirurgo specializzatosi in trapianti d'organo, che ha lavorato per un quarto di secolo in Gran Bretagna e negli Usa, senatore del Pd, hanno cominciato questo scambio di considerazioni anni fa. Si sono incontrati in diversi luoghi, tra i quali Gerusalemme. Le ultime battute risalgono ai nostri giorni e sono avvenute nelle due stanze che «padre Martini» - così si legge sul cartiglio del campanello - abita all'Aloisianum di Gallarate.
Pagine nate lentamente e, negli ultimi tempi, costate un sacrificio particolare a sua eminenza. La voce è stata sovente sostituita dalla scrittura. Marino si recava dal cardinale e quel loro dialogo proseguiva a volte con gli strumenti tecnologici, che Martini conosce benissimo. Non vanno esclusi sguardi, silenzi, pause di riflessione. Il libro è denso; entra negli argomenti delicati, o meglio affronta problemi roventi. Undici piccoli capitoli, oltre premessa (scritta da Marino), introduzione e conclusione. Emerge con la sua forza il magistero e il giudizio di una delle massime autorità spirituali del nostro tempo che si confronta con un uomo di scienza.
Leggi tutto: Dialogo sull'attualità tra il porporato e il senatore chirurgo

Dal libro "Credere e conoscere" il Corriere anticipa l'intero capitolo sull'omosessualità che tocca temi cruciali e al centro delle cronache. 

Ance l'Espresso pubblica alcune pagine di "Credere e conoscere", dialogo tra Ignazio Marino e Carlo Maria Martini. Il libro riprende e amplia molti dei temi affrontati dal senatore chirurgo e dall'illustre biblista, già cardinale di Milano, nel "Così è la vita" pubblicato da "L'Espresso" sul numero 16 del 27 aprile 2006 

La scheda del libro "Credere e conoscere"


"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 25 marzo 2012

Domenica 25 marzo 2012, "Le Frontiere dello Spirito", il programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.

Nella prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Ger 31,31.34) e il brano del salmo (50,3-4.12-15) proclamati nella celebrazione della domenica. 

Nella seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, il servizio "Misericordia dagli immigrati un arcobaleno di solidarietà" parte da Milano, in via Padova, dove c'è una forte concentrazione di stranieri, di immigrati, di extracomunitari che giungono nel nostro Paese molte volte disperati, alla ricerca di un futuro migliore, di una vita diversa, sono oggetto a volte di rifiuto, di paura, ma molto più spesso di misericordia, di solidarietà, di accoglienza. 
Il servizio racconta storie straordinarie di cui gli immigrati sono proprio i protagonisti... 





lunedì 26 marzo 2012

"Il tempo degli affari lasci uno spazio all'uomo" di Bruno Forte

Nel molto parlare che c'è stato intorno alle cosiddette liberalizzazioni, un tema specifico avrebbe meritato a mio avviso attenzione più seria e profonda: quello del giorno festivo settimanale, la nostra domenica. Se il renderlo di fatto opzionale entrasse nella mentalità comune, se sotto la spinta della crisi la febbre del profitto dovesse contagiarci al punto da smarrire il senso e il valore di quel giorno, a perdere saremmo tutti. Per capire perché, vorrei partire da un dato singolare della concezione biblica: la santità del tempo. Nel racconto della creazione, fra le opere dei sei giorni, l'unica consacrata dal Santo è il sabato: «Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che aveva fatto creando» (Genesi 2,3).
Nel giardino delle origini la santità viene attribuita al tempo, e propriamente a quel tempo del riposo e della festa, che il Creatore ha concesso a se stesso, perché la creatura fatta a sua immagine potesse imitarlo.



VI Giornata Mondiale della Lentezza

Giunta quest’anno alla sua sesta edizione, la giornata della lentezza, prevista per lunedì 26 marzo 2012, vuol essere un’opportunità per stimolare la riflessione collettiva “sui danni economici, ambientali e sociali del vivere a folle velocità, in un momento difficile di grandi trasformazioni, confusione e incertezza”. Come spiega Bruno Contigiani, Presidente dell’Associazione ,“il 26 marzo siamo tutti invitati ad impegnarci e partecipare, ognuno nella propria città, con amici, colleghi, in famiglia o da soli, creando un piccolo/grande momento di riflessione per raccogliere le forze, sorridere e voltare pagina, contribuendo a rivoluzionare il nostro mondo dalle fondamenta”.
Sono numerosissime le città che hanno aderito all’iniziativa e che ospiteranno eventi e manifestazioni per promuovere ritmi di vita più lenti, ridurre la frenesia quotidiana e utilizzare energie vitali per gustare i dettagli –spesso sfuggenti- della nostra vita.
Leggi tutto: Giornata Mondiale della Lentezza: “multe” a chi cammina veloce


I primi 14 comandalenti, per trovare la velocità giusta nella vita 
... e i 7 comandalenti in cucina 
Leggi tutto: I comandalenti


Guarda il nostro precedente post per l'edizione dello scorso anno (28/2/2011):

Omelia di P. Gregorio Battaglia

Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
V domenica di Quaresima anno B - 25.3.2012

Siamo giunti alla quinta domenica di Quaresima ed è chiaro che la stessa liturgia ci immette nel clima della grande settimana, la settimana santa; le ultime parole che abbiamo ascoltato dalla pagina del Vangelo già aprono questa prospettiva: "Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire"
Credo che sia opportuno un bilancio, ma anche una decisione da prendere, il percorso quaresimale deve comunque condurci non solo ad una presa di coscienza, una consapevolezza ancora più matura di quello che siamo, della nostra vocazione, ma allo stesso tempo anche al poter dire ancora di sì al Signore...


Ascolta

AVVISO: in caso di mancato funzionamento del riquadro cliccare qui


Annunciazione del Signore

Simone Martini e Lippo Memmi «L’Annunciazione» (1333, particolare)
Solennità dell'Annunciazione del Signore

Se il 25 marzo è Domenica, si celebra il 26. 
Negli anni poi in cui tale data cade in Settimana Santa o nell'Ottava di Pasqua, la solennità viene spostata in avanti al lunedì della II settimana di Pasqua.


Quest’anno, al culmine del tempo liturgico di Quaresima, la Chiesa si trova a celebrare il 25 marzo la solennità dell’Annunciazione del Signore. Nella Chiesa antica, fin dal secolo v, l’evento dell’incarnazione verginale del Figlio di Dio, reso possibile dal fiat della Vergine nazaretana, veniva celebrato nel tempo del Natale. In seguito, preoccupazioni di esattezza cronologico-teologica contribuirono a fissare la solennità dell’annunciazione nove mesi prima del 25 dicembre, giorno della nascita del Redentore a Betlemme di Giudea.
Questo avvenimento, che celebra l’esordio della nostra redenzione, pone al centro della riflessione orante sia il fiat del Verbo, sia il fiat della Madre; entrambi voluti e resi possibili dall’insondabile volontà di Dio con la finalità di ricuperare l’umanità all’Alleanza e di continuare così il colloquium salutis.

Leggi la Lectio proposta nel sito dell'Ordine dei Carmelitani



domenica 25 marzo 2012

"La mentalità padronale distrugge il mondo" di Silvano Fausti

Un chicco di frumento è poco glorioso, ma se cade nella terra e muore, porta molto frutto. La gloria del seme è dunque morire per portare vita e frutto. Per la stessa ragione l’egoista, tenendosi invece stretta la sua vita, la perde. «Uno che voglia a tutti i costi conservare le sue energie, cosa fa? Non fa niente, può già imbalsamarsi. Invece, chi odia la propria vita la ama per davvero, realizzandola nella relazione con gli altri. Mentre noi tutti seguiamo la mentalità signorile o padronale, e quindi distruggiamo tutto, Dio invece è servo di tutti», scrive il biblista Silvano Fausti.



Il testo è una sintesi redazionale della lectio divina tenuta nella Chiesa di San Fedele da p. Silvano Fausti sj. 
L’audio originale può essere ascoltato qui.


Preghiera dei Fedeli - Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME) - V domenica di Quaresima anno B


Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)






Preghiera dei Fedeli
V Domenica di Quaresima anno B
25 marzo 2012


sabato 24 marzo 2012

Lectio del Vangelo della domenica a cura di fr. Egidio Palumbo

Lectio del Vangelo della domenica
a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
V domenica Quaresima/B - 25.03.2012

La quinta tappa dell’itinerario quaresimale concentra la nostra attenzione su Gesù, chicco di grano che, caduto in terra, marcisce, muore e porta molto frutto. La pagina evangelica (Gv 12,20-33) segue l’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme (del quale faremo memoria domenica prossima), acclamato dalla folla, che gli dava testimonianza riguardo alla risurrezione di Lazzaro, ma visto con preoccupazione dai farisei, che constatano, con una certa amarezza e impotenza, come il mondo va dietro a lui (Gv 12,12-19). Tutto sembra un grande trionfo per Gesù. Ma trionfo in che senso?

Il ricordo di Oscar Romero nelle parole di don Tonino Bello e di David Maria Turoldo

Omelia pronunciata da don Tonino Bello nella Basilica dei Santi Apostoli in Roma nel settimo anniversario del martirio di Oscar Romero

Carissimi fratelli e sorelle, 
ci siamo riuniti in questa stupenda basilica dei Dodici Apostoli in Roma per celebrare non l'exploit degli uomini, ma l'exploit di Dio. 
Ricordare un martire, infatti, significa individuare il punto in cui la Parola si gonfia così tanto, che la sua piena rompe gli argini e straripa in colate di sangue. Che è sempre il sangue di Cristo: quello del martire ne è come il sacramento. 
Oscar Romero, perciò, è solo lo squarcio della diga. Gli innumerevoli testimoni che hanno dato la vita per Cristo, e che stasera ricordiamo in questa liturgia pasquale, sono solo il varco da cui il Dio dell'alleanza fa sgorgare sulla terra, in cento rigagnoli, i fiotti della sua fedeltà. 
Al Dio dei martiri, quindi, più che ai martiri di Dio, gloria, onore e benedizione. 
Se, però, il sangue dei martiri, è sacramento del sangue di Cristo, ci sarà pur lecito stasera sostare in riverente contemplazione dinanzi a questo sangue. 

In memoria del vescovo Romero

In nome di Dio vi prego, vi scongiuro,
vi ordino: non uccidete!
Soldati, gettate le armi…
Chi ti ricorda ancora, fratello Romero?
Ucciso infinite volte
dal loro piombo e dal nostro silenzio.
Ucciso per tutti gli uccisi;
neppure uomo,
sacerdozio che tutte le vittime
riassumi e consacri.
Ucciso perché fatto popolo:
ucciso perché facevi
cascare le braccia
ai poveri armati,
più poveri degli stessi uccisi:
per questo ancora e sempre ucciso.
Romero, tu sarai sempre ucciso,
e mai ci sarà un Etiope
che supplichi qualcuno
ad avere pietà.
Non ci sarà un potente, mai,
che abbia pietà
di queste turbe, Signore?
nessuno che non venga ucciso?
Sarà sempre così, Signore?

David Maria Turoldo