domenica 15 gennaio 2012

"L'etica delle tasse" di Enzo Bianchi

Il Tributo (particolare), Masaccio,Cappella Brancacci,

basilica di Santa Maria del Carmine (Firenze).
Sono quasi duemila anni che alcune parole dell’apostolo Paolo rivolte ai cristiani di Roma risuonano con forza per tutti i discepoli di Gesù Cristo: “Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto”. Parole che, accostate a quelle che gli evangelisti mettono in bocca a Gesù stesso – “Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” – dovrebbero orientare il comportamento dei cristiani verso le autorità civili, in particolare per quanto riguarda il contributo economico da versare per la gestione della cosa pubblica e per i beni comuni che lo Stato garantisce, non affidabili alla sfera privata dell’economia per il semplice fatto che i “profitti” che se ne traggono sono forzatamente dilazionati nel tempo. Ma se la risposta di Gesù a un quesito legato specificatamente a un “tributo da pagare a Cesare” è sovente ricordata ogni qualvolta si discute di laicità dello stato o di atteggiamento da assumere da quanti sono al contempo cristiani e cittadini, non altrettanto si può dire dell’ammonimento di Paolo che viene troppo sbrigativamente relegato tra le indicazioni “datate”, connesse a una situazione storica e sociale ormai scomparsa quale quella dell’impero romano.
Eppure credo che possa essere prezioso, non solo per i cristiani, arricchire l’attuale riflessione sulle tasse, con questo concetto anche neotestamentario di “rendere” il dovuto a chi gli spetta, con questo invito al discernimento degli ambiti, al rispetto delle prerogative e dei limiti di ogni “signoria”, sia essa politica o religiosa. Tale discernimento infatti mi pare strettamente legato alla consapevolezza o meno della propria appartenenza a una “comunità”, del sapersi membra di un determinato corpo, ecclesiale o sociale...


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Per approfondire:
Legalità, socialità, pace: sono valori strettamente collegati, non dissociabili uno dall'altro. La loro attualità è permanente, se non perenne.