giovedì 30 settembre 2010

Esportazione di armi italiane

Cresce la mobilitazione contro la lapidazione in Iran, ma tra i paesi che applicano questa pena ci sono i migliori clienti del complesso militare industriale italiano. Al via mega-commessa d'armi per due miliardi di euro. Destinazione Emirati Arabi Uniti.


“Le esportazioni militari rappresentano una componente di primaria rilevanza per la politica estera ed industriale nazionale” anche perché “contribuiscono a diminuire i costi per il contribuente nazionale dal momento che consentono di distribuirli sulle serie produttive per clienti esteri”. Lo si legge nell’ultima Relazione Esercizio della Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD). Esportazioni alle quali il Governo intende dare un nuovo impulso attraverso il “riordino” della normativa attuale: il 17 settembre scorso il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato “un disegno di legge” che delega al Governo la riforma della legge 185 del 1990.

Leggi tutto: Italia: esportare armi per abbattere i costi, cambiando la legge

Le esportazioni italiane di armi piccole e leggere ad uso civile
Ma quando partirà una campagna nazionale contro le spese militari ? Forse settori egemonici della politica e del sindacato si sono assuefatti all’idea che un Neokeynesismo di guerra possa salvare posti di lavoro?
Una scheda utile da leggere ponendosi una piccola domanda:quanti posti di lavoro avremmo salvato con questi soldi? sicuramente di più


Vedi anche il nostro post precedente: Italia: quinto esportatore internazionale di armi

"Fratelli è possibile?" - Festival Francescano a Reggio Emilia 1/3 ottobre

Attualizzare il tema della fraternità
E’ la proposta del Festival Francescano, a Reggio Emilia l’ 1, 2 e 3 ottobre 2010con spiritualità, conferenze, spettacoli, laboratori, attività di piazza, didattica e molto altro ancora!...
Con lo slogan “Fratelli è possibile?” alcuni tra i più importanti interpreti della cultura religiosa e laica daranno vita a una tre giorni di spiritualità, conferenze, spettacoli, laboratori, attività di piazza e didattica. Sono infatti circa 80 le iniziative che animeranno il centro storico della città emiliana...
22 conferenze permetteranno di declinare il tema della fraternità da punti di vista disciplinari differenti...
Leggi tutto: Attualizzare il tema della fraternità

Vedi:

mercoledì 29 settembre 2010

Sakineh, Teresa, Faith, Maryam, Kobra, Azar, Ashraf...

Qualcosa si muove persino a Teheran. La condanna a morte per lapidazione inflitta a Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna iraniana accusata di adulterio e omicidio, è stata commutata in condanna a morte per impiccagione. Ridicolo, certo, sostenere che si tratti di un passo avanti, eppure lo è. Lo è innanzitutto perché prova che l’indignazione internazionale viene sentita dal pure sprezzantissimo governo di Teheran.

Leggi tutto: Sakineh dalla pietra alla corda
 
"«Ogni esecuzione è un crimine osceno contro l'umanità... anche se in effetti succede che siano trattate dall'opinione pubblica in modo disomogeneo... Dipende soprattutto dai media, dall'approccio che assumono nei confronti di una storia, dalla luce che gli danno, dal tipo di reazione che s'ingenera nei lettori»."
 
 
Non c’è più nessuna ragionevole speranza perché Sakineh Mohammadi Ashtiani possa aver salva la vita. Così come nessuna speranza ha accompagnato il miserabile cammino verso la morte della disabile americana Teresa Lewis.
La triste, drammatica discesa verso la morte di queste due donne è stata interecciata e resa ineluttabile anche dallo scontro politico planetario che vede l’Iran nel mirino politico degli Stati Uniti e dei loro alleati.


C’è un filo sottile che lega due paesi lontani tra loro anni luce sotto molti punti vista: a livello politico, culturale, economico e sociale. Due realtà che, negli ultimi giorni, complici le drammatiche notizie riportate dai mezzi d’informazione, si sono trovate a vivere situazioni del tutto simili. Stiamo parlando dell’Iran e degli Stati Uniti. La zona di contatto ha un nome preciso, si chiama “pena di morte”.


Abbiamo scelto di citare un recente libro di Michela Murgia (“Accabadora”), per intitolare questo articolo, dove si parla di Teresa Lewis - donna con disabilità mentale condannata a morte il 23 settembre negli Stati Uniti - dell'iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani - la cui esecuzione sembra sia stata per il momento sospesa - e di una giovane nigeriana, Faith Aiworo, che dopo essere stata espulsa dall'Italia - dove aveva già avviato richiesta di asilo politico - è stata rimpatriata nel suo Paese e ora attende l'esecuzione capitale. Storie da porre presumibilmente sullo stesso piano, ma che hanno suscitato e suscitano echi completamente diversi negli organi d'informazione e presso l'opinione pubblica


Il caso che riguarda Sakineh Mohammadi, la donna 45enne che rischia la lapidazione in Iran e che sta mobilitando tutta l’opinione pubblica mondiale, rischia di mettere in secondo piano altri tre casi di donne condannate a morte per lapidazione. Lo riferisce Mohammad Mostafai, l’avvocato difensore di Sakineh Mohammadi costretto a rifugiarsi in Norvegia per non rischiare di essere lui stesso arrestato dal regime per aver difeso alcune donne iraniane.


Il caso di Sakineh non è isolato. Attualmente in Iran risultano pendenti, secondo un elenco pubblicato dal Comitato internazionale contro la lapidazione, ben venti sentenze di morte per lapidazione, tre delle quali riguardano uomini. Le «altre Sakineh» portano i nomi di Maryam, Zeynab, Robabe, Ferdoas, Ashraf, Hajar, Sarimeh, Khanom, Masumeh e altri ancora.


Vedi il nostro post precedente: La lapidazione in vigore come "sanzione penale" in diversi paesi del mondo

"Torino Spiritualita' " 2010 - Il perdono dimensione estrema di gratuità -

"Torino Spiritualita' " quest'anno e' dedicato al tema della "gratuita' ".  Il perdono e' forse la dimensione estrema della gratuita'. Ma e' un gesto davvero possibile il perdono? E in che cosa consiste perdonare? Nel dimenticare l'offesa ricevuta? Nel permettere un nuovo inizio? E si puo' perdonare chi non si pente? chi non chiede il perdono? E' esperienza solo della fede, il perdono, o puo' avere anche una valenza sociale? Nell'ambito di "Torino Spiritualita'" un dialogo con Enzo Bianchi e Gustavo Zagrebelsky. In diretta dal Teatro Carignano.

Acolta la puntata di Uomini e Profeti  Speciale "Torino Spiritualita": "Perche' il perdono?"

... «La giustizia contiene in sé il concetto di perdono. La filosofia del diritto lo sta elaborando. L'idea di perdono non esclude quella di memoria. La colpa va ricordata, non dimenticata né cancellata. Il fine di una società umana costruita sull'amore deve lavorare per la riconciliazione e per la riabilitazione di chi ha peccato»...

Leggi tutto: L'altra faccia del perdono

... "Al concetto di perdono preferisco quello di responsabilità. La responsabilità non dimentica la colpa: la assume, la riconosce e tenta di andare oltre. Il perdono può trasformarsi nella giustificazione dell'oblio"...

Leggi tutto: Zagrebelsky con il priore Bianchi "Al perdono preferisco la responsabilità"


Torino Spiritualità 2010 - 22/26 settembre - Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote

Guarda il nostro precedente post: "Il dono più grande è il perdono" di Enzo Bianchi

martedì 28 settembre 2010

L’imbroglio liberista


LA FILOSOFIA DEI RICCONI - Quanto vale il lavoro?

L’anno scorso un operaio Fiat di Pomigliano ha guadagnato 11.500 volte meno del nostro primo ministro e 435 volte meno di Sergio Marchionne, manager Fiat. 
Nella stessa situazione  tantissimi manager di questa economia “liberista”. 

Intanto l’art. 36 della nostra Costituzione recita:
 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.”

A questa tematica "L'INFEDELE", programma tv in onda su LA7 e condotto da Gad Lerner,  ha dedicato l'intera puntata del 21.09.2010.


VEDI: Come diventeremo da poveri

VEDI:  Intervista a Florence Noiville


Consiglio Episcopale Permanente - Roma 27/30 settembre

Il Consiglio Episcopale Permanente si è aperto nel pomeriggio del 27 settembre 2010 alle ore 17.00 con l’adorazione eucaristica presso la Cappella della CEI e la prolusione del Cardinale Presidente, Sua Em.za Card. Angelo Bagnasco.
Nel corso dei lavori verrà approvato il programma dell’Assemblea Generale, che si terrà ad Assisi dall’8 all’11 novembre, e verranno stabilite le modalità di pubblicazione degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020. Particolare attenzione sarà dedicata al tema delle offerte liberali per il sostentamento del clero, in vista del loro rilancio. Sarà approvato il messaggio per la Giornata per la vita del 2011 e saranno date le informazioni sulla 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010). Il Consiglio Permanente procederà all’elezione dei membri delle Commissioni Episcopali per il prossimo quinquennio. In tale occasione, saranno anche fornite indicazioni sulla metodologia di lavoro e la programmazione delle Commissioni stesse.

Leggi il testo integrale della Prolusione del Card. Bagnasco

Ecco come titolano alcuni quotidiani

lunedì 27 settembre 2010

L'OMELIA DI P. GREGORIO BATTAGLIA

Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

XXVI domenica Tempo Ordinario / C- 26.09.2010

Nella Parola che abbiamo ascoltato in questa XXVI domenica del Tempo Ordinario c'è un'insistenza nel modo in cui interpretare la vita e come viverla, soprattutto se siamo stati capaci di accumulare un po' di roba... c'è la tentazione di interpretare la nostra vita come tempo per godersela...
Il profeta Amos parlava degli "spensierati di Sion"... Nel Vangelo c'è un uomo ricco...
Dobbiamo lasciarci provocare... 

ASCOLTA

DIMENTICATECI

 "C'era una volta" é un  programma TV di Silvestro Montanaro che analizza i cambiamenti globali, i mutamenti sociali, gli scenari politici e raccontare le storie di coloro che di tali trasformazioni sono testimoni o vittime. C’era una volta” indaga alcune pagine di queste trasformazioni che tanto pesano oggi sui destini dell’umanità e tanto peseranno ancora.

E' quanto chiede un numero crescente di haitiani di fronte alla disperante lentezza delle operazioni di ricostruzione dopo il terribile terremoto che il 12 gennaio distrusse l’isola provocando centinaia di migliaia di morti. 






domenica 26 settembre 2010

Marcelo Barros - “Dalla paura alla speranza”

Un invito a riscoprire la spiritualità presente in ogni persona, ma che questa civiltà in cui siamo immersi tende a svilire e sottovalutare. Spiritualità intesa come soffio, respiro, aspirazione profonda di ciascuno. “Ritrovare una nuova visione amorevole dell’essere umano con la natura”. È il messaggio lanciato da Marcelo Barros, teologo della liberazione brasiliano, in un affollato incontro sul tema “Dalla paura alla speranza”, organizzato dalla Rete Radiè Resch.
E proprio sulla paura come stato d’animo individuale e collettivo si è intrattenuto Barros parlando di un’epidemia diffusa, una “nevrosi del nostro tempo”, un tempo in cui sembra che la società, a diverse latitudini, abbia perso l’anima.

Leggi tutto: Un mondo senz’anima

Per saperne di più leggi l'intervista di Francesco Comina a Marcelo Barros: Un'altra chiesa è possibile

Arturo Paoli - L’importanza di costruire insieme prossimità

La cosiddetta modernità si apre con un grido: Dio è morto e suona vittoria, libertà, emancipazione. Una Chiesa resisterà ancora per i pavidi, i timidi, coloro che temono la morte. L’uomo ha diritto a vivere comodamente sulla terra, e questo diritto premia solo il più forte, il più audace, il più temerario: il mondo è tuo. Il povero, l’emarginato è un essere spregevole, un ozioso, un debole che si emargina da se stesso. Non bisogna perdere tempo con lui. Lasciamo ai religiosi e alle religiose che disprezzano la terra di accogliere questi derelitti che per noi sono dei relitti, dei poveri resti. L’uomo vero è il super uomo. Il potere è volontà e la volontà raggiunge il potere: la sintesi è volontà di potenza.


sabato 25 settembre 2010

"Clandestino day"

Cinquantacinque città e centinaia di organizzazioni e singoli cittadini hanno partecipato al Clandestino Day lanciato dal settimanale Carta. Tante iniziative per resistere all’imbarbarimento delle relazioni sociali e delle condizioni di vita dei migranti che vivono in Italia. La prima giornata di un lungo autunno migrante e antirazzista.


La seconda edizione della Giornata per dell'orgoglio migrante che quest'anno è dedicata al diritto all’istruzione e alla scuola pubblica aperta a tutti. In diverse città verrà proiettato il documentario girato nella scuola multietnica Iqbal Masih


Rassegna stampa sul Clandestino day

“Allenati per la vita”?

Alla vigilia della Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Assemblea Generale dell'ONU del 2 ottobre, i ministri Gelmini - La Russa stipulano un accordo per il corso scolastico “Allenati per la vita” con pratiche militari...
 Per il direttore di Azione Nonviolenta Mao Valpiana “la nostalgia del Ministro La Russa per i giovani Balilla del ventennio fascista, ha contagiato anche la Ministra Gelmini. Il Ministero della Difesa dovrebbe pensare alla difesa della nazione. Il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe pensare all'istruzione dei giovani. Semplice. Confondere la disciplina militare di una pattuglia (che si basa sull'obbedienza cieca) con l'educazione scolastica di una classe (che si basa sul dialogo critico) è un madornale errore. Essere soldati o essere studenti, nella vita sono due vocazioni diametralmente opposte”...


Si chiama “allenati per la vita”. E’ il corso teorico e pratico, valido come credito formativo scolastico (alla sua quarta edizione), rivolto agli studenti delle scuole superiori, frutto di un protocollo tra Ufficio scolastico lombardo, Comando regionale dell'esercito, ministero dell’Istruzione e della Difesa (per la prima volta c'è l'investitura ufficiale dei due ministeri). E che cosa serve a un ragazzo per allenarsi per la vita? 


In combutta con Maria Stella Gelmini, La Russa ha introdotto la pratica delle armi nelle scuole superiori. E’ un corso di guapperia militaresca, valido come credito formativo, che hanno chiamato “Allenamento alla vita” e dove l’insegnamento pratico delle tecniche di guerra, la divisione dei ragazzi in pattuglie, il caricamento dei fucili e le sedute nei poligoni di tiro stanno insieme ad altre discipline belle, giuste e già obbligatorie nelle scuole anglosassoni, come per esempio la sopravvivenza, il nuoto, il primo soccorso e le tecniche di salvataggio. E’ dunque evidente il tentativo di nascondere le ortiche in un mazzo di fiori, ma il risultato finale è quello, opposto, di nascondere i fiori ed esaltare le ortiche, vale a dire lo spirito guerriero come valore educativo.


Confronta anche con il nostro precedente post CONTRO LA LEGGE BALILLA (12 luglio)
e, riguardo al dibattito sul Servizio Civile, una riflessione della Caritas:  I NUOVI PILASTRI DEL SERVIZIO CIVILE E LE PISTE DI LAVORO PER IL FUTURO
 
 
 

venerdì 24 settembre 2010

"A casa da soli" - chi lasciano i rumeni che lavorano in Italia

DOCUMENTARI
Ionut Carpatorea ha lavorato come produttore della televisione pubblica rumena e ha diretto insieme ad altri registi varie miniserie di documentari come The gypsies del 2005 e Transylvanian fortress del 2006  Il lavoro per "A casa da soli" è durato quasi tre anni tra inchiesta e riprese.


Dietro la parola “rumeni” ci sono milioni di storie, c'è un passato drammatico rappresentato da una dittatura che ha soffocato tutte le libertà. Un regime che ha isolato la sua popolazione dal mondo. E c'è un presente fatto di milioni di rumeni emigrati per cercare un futuro migliore. Ma incastonata in questo futuro c'è una tragedia: molti bambini – sentendosi abbandonati dai genitori che sono in Italia, in Spagna, nella ricca Europa a lavorare – si suicidano. A casa da soli racconta alcune di queste di storie, ma è soprattutto un prezioso strumento per non rimanere noi - gli “europei”- a casa da soli con i nostri pregiudizi. Ionut Carpatorea ha lavorato come produttore.


Ancora Adro!!!

Il sindaco di Adro Oscar Lancini.
Ha fatto inchiodare il crocifisso
 al muro della nuova scuola.
Il sindaco non molla: chi non ha i soldi non mangia. Ma coi soldi spesi per i 700 simboli leghisti si sfamava tutto il paese. Una sottoscrizione per far mangiare i bimbi poveri.

 
Leggi tutto: Pasti mensa? No, meglio gli zerbini

 

 

 
 È del tutto evidente che ad Adro il sindaco leghista ha fatto (o lasciato fare) un grave errore... Servire una comunità significa prima di tutto non servirsi di essa. Mai, in nessun modo. Mai, nel nome di qualsivoglia appartenenza. In una scuola o in un ospedale o in un pubblico ufficio gli unici "segni" ammissibili e, infatti, ammessi (prima ancora che da norme e regolamenti, dal sentire profondo e diffuso della gente) sono quelli che richiamano la nostra storia comune, la nostra bella cultura civile e religiosa, il nostro essere partecipi di una realtà e di una vicenda collettiva che in ogni angolo della Penisola chiamiamo «Italia»...
 
Leggi tutto: Tra i banchi solo i "segni" che appartengono a tutti
 
I docenti dell'Istituto Comprensivo di Adro non ci stanno, non vogliono insegnare nella scuola leghista, ecco la lettera sottoscritta da tutti i docenti, dai collaboratori scolastici e da tutti i membri del Consiglio d’Istituto della scuola  d’Infanzia, Primaria e Secondaria statale di Adro.

 
Leggi i precedenti post:

 

 

giovedì 23 settembre 2010

Censura per la Giornata Internazionale per la Pace

Non c’era nessun fatto spettacolare da raccontare e soprattutto non c’era nulla da buttare in politica. Così la TV, pubblica e privata, ha censurato la Giornata internazionale per la pace e le iniziative promosse da centinaia di associazioni, gruppi, scuole, enti locali e organizzazioni della società civile per costruire una cultura della pace e dei diritti umani. Non una parola, non un’immagine. Tutti uguali: TG1, TG2, TG3, Rainews, TG4, TG5, Studio Aperto, La7. Tutti uguali. Tranne SkyTG24 che alla Giornata internazionale per la pace ha dedicato 10 minuti.

Leggi tutto: La pace censurata dalla TV

Per affrontare la grave crisi culturale che stiamo vivendo abbiamo bisogno di fare un grande investimento educativo e ri-mettere al centro della nostra vita, della società come della politica, i valori che sono stati scolpiti nella nostra Costituzione. Sono i valori della nonviolenza, della giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani, della responsabilità e della speranza. Valori oggi messi da parte, che vanno riscoperti, rigenerati e utilizzati per affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo.

Leggi tutto:

“Non basta parlare di pace. Uno ci deve credere. E non basta crederci. Uno ci deve lavorare.”
Eleanor Roosevelt

Vedi anche il nostro post precedente Giornata Internazionale per la pace

Il vertice dell'Onu sulla povertà

Salvare la vita di donne e bambini, uno degli obiettivi più difficili tra gli otto del Millennio da realizzare entro il 2015. Ma oggi più vicino: a New York il vertice sulla povertà si è chiuso con l’annuncio del segretario generale Onu, Ban Ki-moon, sullo stanziamento di 30 miliardi di euro, raccolti tra donatori privati e pubblici.

Guarda: Vertice Onu: 30 miliardi per donne e bambini

In modo pressoché unanime il mondo della cooperazione e della società civile internazionale torna a chiedere alla politica di moltiplicare gli sforzi per non vanificare i risultati ottenuti negli ultimi dieci anni per raggiungere almeno parte degli otto Obbiettivi di Sviluppo del Millennio fissati dall'Onu.

Leggi tutto: Obbiettivi del Millennio: gli appelli alla politica  (In audio l'intervista a Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv, realizzata da Fortuna Ekutsu Mambulu)

Nonostante molta retorica sulla "responsabilità", il Summit non ha identificato un modo pratico per chiamare i governi a rispondere sul raggiungimento o meno degli Osm o sulla coerenza della loro azione sugli Osm con gli obblighi in materia di diritti umani.

Leggi tutto: Comunicato di Amnesty International Italia

Vedi anche i nostri post precedenti:




mercoledì 22 settembre 2010

Monsignor Luigi Padovese: dall’odio nasca il perdono

Una lettera scritta due mesi prima di morire. E che alla luce di quanto poi è successo sembra quasi un testamento spirituale. «La fecondità del perdono di fronte alla sterile alternativa dell’odio e della vendetta». La civiltà dell’amore al posto della legge del taglione. Monsignor Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale turca e vicario apostolico d’Anatolia, assassinato il 3 giugno scorso a Iskenderun, non poteva immaginare che le parole scritte a suor Chiara Laura Serboli, abbadessa del Monastero Santa Chiara di Camerino, sarebbero diventate quasi una testimonianza ante litteram del suo sacrificio, resa ancora più vera dal tragico evento che avrebbe reciso la sua vita terrena.

Leggi tutto: Il «testamento» di Padovese: dall’odio nasca il perdono

Vedi il post precedente: Monsignor Luigi Padovese e Padre Antuan Ilgit

L'OMELIA DI P. ALBERTO NEGLIA

Omelia di P. Alberto Neglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
XXV domenica Tempo Ordinario - 19.09.2010

...Ascoltando la Parola del Signore non si può fare a meno di fare un accostamento e dire che in fondo le logiche non tramontano mai... quello che si faceva al tempo del profeta Amos si continua a fare anche oggi con strumenti diversi...
... Oggi assistiamo ad una situazione veramente disgustosa... non possiamo dimenticare che oltre due miliardi di persone vivono con un dollaro e mezzo al giorno...
Dio ascolta il grido dei poveri, i poveri gridano in tanti modi... a volte affollandosi ai nostri confini...

ASCOLTA


martedì 21 settembre 2010

20° anniversario della morte di Rosario Livatino

A vent'anni dalla sua morte si parla già di beatificazione. Perchè Rosario Livatino era un giudice giovane, buono, ma conosceva la realtà e le sue insidie. Dolce e austero allo stesso tempo, "puro, rigoroso e giusto", nella vita quanto sul lavoro. Con una missione: "dare alla legge un'anima".

Leggi tutto: Il ricordo di Rosario Livatino a 20 anni dall'uccisione

Un emozionante incontro con la professoressa Ida Abate, biografa del giudice Rosario Livatino che svela il mistero delle tre lettere annotate spesso sulle agendine del giovane magistrato: S. T. D. Il "giudice ragazzino" venne trucidato dalla mafia il 21 settembre 1990 sulla strada Canicattì-Agrigento mentre, con la sua Fiesta Rossa, senza scorta, raggiungeva il tribunale. Ida Abate, nel 1993, è stata incaricata dal vescovo di Agrigento di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione del giudice. La professoressa ha raccolto tutto il materiale, gli effetti personali, i ricordi di quello che fu anche uno dei suoi migliori alunni del liceo classico "Ugo Foscolo". Un omaggio al giudice che Papa Giovanni Paolo II ha definito "Martire della Giustizia, e indirettamente, della Fede". Dopo la sua tragica morte, il giudice è stato proposto per l'avvio di un processo di beatificazione come Martire. Secondo le leggi della Chiesa, nel caso dei "Martiri", infatti, non è necessario il verificarsi di miracoli.



Nel suo discorso Il Giudice Livatino ribadisce i principi di indipendenza dei magistrati da qualsiasi forma di potere, sia esso politico o mafioso.
(letto alla conferenza del 7 aprile 1984 a Canicattì, provincia di Agrigento.)


Le immagini sono tratte dal film "Il Giudice Ragazzino" interpretato da Giulio Scarpati e da Sabrina Ferilli
Oggi sono esattamente 20 anni dalla morte del giudice Rosario Livatino, una delle tante vittime della mafia siciliana, morto in giovane età e tristemente soprannominato “il giudice ragazzino”, dal titolo del noto film di Alessandro di Robilant tratto dall’omonimo libro di Nando Dalla Chiesa, il quale aveva preso per così dire “spunto” dallo sfogo dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Leggi tutto: 20 anni dalla morte del giudice Rosario Livatino

"Esprimere l'inesprimibile", riuscire a toccare le corde del cuore, sentire l'anima e i battitti del giudice Livatino, nonstante siano passati vent'anni dal giorno del suo assassinio: 21 settembre 1990.
Le parole non bastano a mantenere vivi i ricordi: è l'arte della musica, della messa in scena, della danza, del magico gioco di luci, ombre e silenzi a renderlo possibile.

Leggi tutto: Note e silenzi in memoria di Rosario Livatino

Giornata Internazionale per la pace

21 settembre. Il mondo celebrerà la Giornata Internazionale per la pace. La novità di quest’anno è l'invito da parte del Segretario-Generale Ban Ki-Moon ai giovani di tutto il mondo a prendere posizione a favore della pace ed a farsi promotori del tema I Giovani per la Pace e lo Sviluppo. La cosa, se non si fosse capito, nasconde un po' di disperazione verso la seconda e terza età che evolvono, entrambi, volentieri verso la guerra mandando però a combattere i giovani.


Domani 21 settembre le Nazioni Unite celebreranno la Giornata Internazionale per la Pace. Uno dei giorni più importanti del calendario dell’Onu. La pace -il principale obiettivo delle Nazioni Unite- è un bene prezioso. Ne sanno qualcosa le donne e gli uomini che a centinaia di milioni sono ancora intrappolati nella morsa della guerra, della miseria, dell’oppressione, dell’intolleranza e dello sfruttamento.

La pace, com’è noto, è uno dei beni più importanti da cercare, costruire e difendere. Un lavoro per tutti, da fare tutti i giorni. Ma in Italia non interessa molto.

Leggi tutto: Ma... chi se ne frega della pace!

lunedì 20 settembre 2010

NON VALE


BRASILE
 "C'era una volta" é un  programma TV di Silvestro Montanaro che analizza i cambiamenti globali, i mutamenti sociali, gli scenari politici e raccontare le storie di coloro che di tali trasformazioni sono testimoni o vittime. C’era una volta” indaga alcune pagine di queste trasformazioni che tanto pesano oggi sui destini dell’umanità e tanto peseranno ancora.

La Vale è una delle multinazionali minerarie più importanti del mondo, la prima nell’estrazione del ferro. Le sue vicende produttive sono al centro di una campagna internazionale che chiede giustizia per i tanti danni che avrebbe arrecato all’ambiente e per i suoi comportamenti antisindacali.

Il documentario di C’era una volta racconta quanto avviene in Brasile dove la compagnia ha il suo cuore produttivo maggiore e come la sua storia si incroci troppo spesso con la lenta agonia dell’Amazzonia, delle sue foreste e della sua gente.




"Il dono più grande è il perdono" di Enzo Bianchi

Anche il nostro, come ogni periodo storico, è attraversato da contraddizioni apparentemente inspiegabili...
... Merce rara, il perdono autentico, e infatti oggi assistiamo piuttosto a un ricorso spropositato a questo termine, a una continua evocazione che ne svilisce il significato profondo... 
... Sì, ricondurre il perdono nello spazio della gratuità significa liberarlo dalla schiavitù dell'opportunismo, farlo tornare alle profondità dell'essere umano che solo aprendosi a quel dono può ritrovare in pienezza la propria dignità...
... Non ci può essere un progetto di società futura contrassegnata dalla pace, dalla qualità della convivenza sociale e della solidarietà in vista di una vera communitas, se escludiamo ciecamente il perdono dal concetto e dalla prassi della giustizia.

Leggi tutto: Il dono più grande è il perdono