martedì 23 dicembre 2025

#profughi - IL BREVIARIO di Gianfranco Ravasi

#profughi
IL BREVIARIO 
di Gianfranco Ravasi


In pochi alle vostre spiagge arriveranno a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo della sabbia, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva. Se non avete il rispetto degli uomini, sappiate che gli dèi ricordano ciò che è sacro e ciò che è sacrilego.

Solo per quella menzione finale degli dèi riusciamo a capire che queste righe non sono state scritte ai nostri giorni, ad esempio, dopo una strage di profughi verso qualche spiaggia italiana. È, infatti, Virgilio che nell’Eneide (I, 538-543) sta descrivendo l’approdo drammatico degli esuli di Troia sulle coste di Cartagine, e il poeta sta vergando questi versi nel I sec. a.C. Non è solo la testimonianza dell’attualità dei classici, ma è anche l’atto d’accusa che viene incessantemente rivolto all’indifferenza, all’egoismo, alla crudeltà che pervadono la cosiddetta modernità civilizzata. Tra l’altro, non dimentichiamo che lo stesso cristianesimo ha nella biografia iniziale del suo fondatore proprio un’esperienza analoga, quella di essere profugo attraverso il mare del deserto verso una terra di riparo, l’Egitto.

L’avvicinarsi del Natale di questo Bambino diventa, così, una provocazione non tanto a strappare i festoni e le luminarie, ma a rivolgere lo sguardo e il cuore ai tanti disperati della terra. La retorica dell’identità cristiana che si affida solo a segni esteriori e a proclami spesso strumentali dovrebbe essere spazzata via dalle mani delle vittime di guerre e migrazioni che attendono di essere afferrate da chi ha una disponibilità, un impulso di generosità, un palpito d’amore operoso. Forse il presepio più autentico è quello che un ateo come Bertolt Brecht aveva descritto nella sua poesia Alla vigilia di Natale: «Noi, gente misera, oggi siamo seduti in una gelida stanzetta. Il vento corre fuori, il vento entra. Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo: perché Tu ci sei davvero necessario».

(Fonte: “Il Sole 24 Ore - Domenica” - 21 dicembre 2025)