giovedì 6 novembre 2025

Ibrahim Faltas: Il mondo ha sete di giustizia, la richiesta di due uomini di pace

Ibrahim Faltas
Il mondo ha sete di giustizia, la richiesta di due uomini di pace

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas, al suo arrivo a Roma ieri, ha visitato la tomba di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore. Oggi l'incontro in Vaticano con Papa Leone XIV. Rinnovato l'impegno per la pace in Terra Santa

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Mahmoud Abbas, presidente dello Stato di Palestina, in udienza dal Papa (@Vatican Media)

Il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, è in questi giorni a Roma per incontri istituzionali. Abbas è un uomo saggio, con il suo stile trasforma queste occasioni in incontri di confronto amichevole alla ricerca della pace.

La sua visita in Italia è iniziata con un omaggio a un amico. Il presidente si è recato, nel primo impegno in programma, a Santa Maria Maggiore per salutare Papa Francesco, sepolto nella basilica papale dove si venera l'immagine miracolosa della Madre Celeste, la madre amata a cui il Santo Padre affidava i suoi viaggi e il suo ministero petrino. Mahmoud Abbas ha incontrato varie volte Papa Francesco e ogni volta abbiamo assistito ad incontri fraterni in cui due amici si sostenevano nel difficile percorso della pace. Ho spesso consegnato lettere di Abbas a Papa Francesco, il presidente ci teneva ad informare il Santo Padre della situazione in Terra Santa, a far conoscere le condizioni del popolo palestinese.

Mahmoud Abbas sulla tomba di Francesco

Il presidente palestinese ha incontrato oggi per la prima volta Papa Leone XIV ed è sembrato che quel percorso sia ripreso con un nuovo amico e con la stessa fraternità. La cordialità fra due uomini di pace è stata subito evidente e ha dato forza al comune impegno a favore della pace e della giustizia, alla cura per gli indifesi, all'attenzione e al rispetto per la vita.

Oggi più che mai sentiamo il bisogno di difendere la vita offesa soprattutto nei paesi scenario di guerra e particolarmente in Terra Santa, oltraggiata da anni di violenza. Gli operatori di pace cercano la giustizia: Papa Leone ha chiesto a gran voce: “Basta guerra!” Chi ha sete di pace ha fame e sete di giustizia. La Terra Santa appartiene a tutti perché "tutti lì siamo nati", la terra intesa come territorio appartiene a chi la abita da millenni, a chi su quella terra ha le radici della storia di un popolo.

Il presidente Abbas è venuto in Vaticano a ringraziare Papa Leone XIV per il Suo costante appello alla pace e alla giustizia, al Suo continuo richiamo alle leggi internazionali per fermare la violenza sui civili e per aver confermato il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Il Pontefice, come i suoi predecessori, ha chiesto in modo fermo la possibilità di due stati autonomi e indipendenti: solo così Israele e Palestina, i due popoli, potranno vivere in sicurezza e nel rispetto reciproco di confini e di territori.

Il presidente Abbas chiede verità e giustizia per il suo popolo privato da decenni dei diritti umani essenziali, un popolo che ha molto sofferto nel passato, che continua a perdere vite umane, che continua ad avere difficoltà e mortificazioni anche nei giorni in cui la tregua dovrebbe fermare le armi e la violenza.

La Terra Santa chiede giustizia per le Pietre vive che la abitano, chiede pace e sicurezza per il popolo israeliano, chiede pace e giustizia per il popolo palestinese.

Dopo il colloquio con il Santo Padre, il presidente ha visitato al Museo di San Salvatore al Lauro la mostra “Bethlehem Reborn” che illustra i meravigliosi restauri della Basilica della Natività di Betlemme, restauri fortemente voluti e finanziati dallo Stato palestinese. Il titolo della mostra, già visitata in molte città del mondo, è un augurio e una speranza: la rinascita della pace in Terra Santa riprende il cammino da Betlemme, dalla città dove è nato il Principe della Pace.

A Gaza la tregua è debole e non consente ancora una vita dignitosa a due milioni di esseri umani, non consente il sufficiente arrivo di aiuti umanitari, non consente la possibilità di avere riparo e rifugio per chi non ha casa da più di due anni.

In Cisgiordania le limitazioni alla libertà di movimento nella propria terra, i continui attacchi alle persone e alle proprietà, il livello sempre più alto di povertà provocano disperazione e sfiducia in una popolazione già gravemente provata.

Le immagini di olivi abbattuti per far posto a nuovi insediamenti, gli occhi senza sorrisi dei bambini e degli anziani, gli sguardi sofferenti delle donne e degli uomini che non hanno più voce siano presto immagini da archiviare nel passato, per non dimenticare e per farne memoria nel futuro e non ritornare alla violenza dell'odio e della vendetta. Il presidente Abbas chiede al Santo Padre il sostegno alla Palestina, lo chiede come uomo di pace a chi condivide gli stessi valori, a chi crede che non c'è pace senza giustizia, a chi vuole conoscere la verità, per difenderla.
(fonte: Vatican News 06/11/2025)