All’udienza giubilare la catechesi di Leone XIV sul tema
«sperare non è sapere»
Diventare popolo
in cui gli opposti
si compongono in unità
«Anche nella Chiesa di oggi» molte «domande mettono in crisi il nostro insegnamento»: quelle «dei giovani, dei poveri, delle donne, di chi è stato messo in silenzio o condannato, perché diverso dalla maggioranza». Ecco perché «siamo in un tempo benedetto! La Chiesa diventa esperta di umanità, se ha nel cuore l’eco delle sue domande». È l’insegnamento attuale che Leone XIV ricava dagli interrogativi del cardinale Nicola Cusano. Il teologo del quindicesimo secolo ha infatti ispirato la catechesi del Papa all’udienza giubilare di stamane in piazza San Pietro. Agli oltre quarantamila fedeli presenti e ai tanti che lo seguivano attraverso i media, il Pontefice ha offerto una riflessione sul tema «Sperare è non sapere». Del resto, ha spiegato, «noi non abbiamo già le risposte a tutte le domande. Abbiamo però Gesù. Seguiamo Gesù. E allora speriamo ciò che ancora non vediamo». Da qui l’auspicio di Leone XIV: «Diventiamo un popolo in cui gli opposti si compongono in unità»; «impariamo, avanzando un passo dopo l’altro. È un cammino non solo della Chiesa, ma di tutta l’umanità». Ed è, ha assicurato il Papa, «un cammino di speranza».
Tra i saluti ai gruppi di pellegrini presenti, particolarmente significativo quello rivolto ai polacchi, con il ricordo del «centenario della storica Bolla di Papa Pio XI — già eroico Nunzio Apostolico a Varsavia — che riorganizzò l’amministrazione della Chiesa in Polonia e, dopo il tragico periodo delle spartizioni e delle guerre, creò alcune nuove diocesi».
(fonte: L'Osservatore Romano 25/10/2025)
Leggi anche: