domenica 7 settembre 2025

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 44 - 2024/2025 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


 XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

Vangelo:

Passare attraverso Gesù, la porta stretta, quella che introduce al Regno, è veramente arduo: solo «poveri, storpi, zoppi e ciechi» (14,13) possono attraversarla perché, come Gesù, occupano stabilmente l'ultimo posto. Adesso il Maestro si rivolge ai discepoli affinché operino un discernimento: se hanno o meno sposato il suo stesso progetto di vita, condizione necessaria per rimanere alla sua sequela. Se nel cammino della nostra esistenza trascuriamo di vivere come Gesù, siamo destinati a diventare «sale che ha perso sapore», buono soltanto ad «essere gettato via e calpestato dagli uomini». Consegnando senza riserve la nostra vita a Gesù, assumendo senza sconti il suo vissuto, ci verrà data la forza per portare la nostra croce, il coraggio, cioè, di accettare il disprezzo e la derisione del mondo, di subire nel suo Nome persecuzioni e anche la morte. Purtroppo, però, siamo sempre tentati di far uso del potere (beninteso a fin di bene...) scimmiottando e facendo a gara con il mondo, alla continua ricerca di una vana visibilità, dimenticando che l'unica nostra forza sta nell'identificazione con il Signore crocifisso. Gesù ha scartato tutto questo come tentazione diabolica (cfr.Lc 4,1-12), ben cosciente che lasciarsi vincere dalle lusinghe e dalle suggestioni del potere ritarda più che ogni altro male l'avvento del Regno di Dio. «Il discernimento evangelico, purtroppo, non è un genere che abbondi sul mercato, oggi certo non più di una volta» (cit.). Se i desideri più grandi di coloro che amano il mondo sono la ricchezza e il potere, quelli dei discepoli di Gesù devono essere la povertà e l'umiltà. Il Regno di Dio appartiene di diritto agli ultimi, perché Gesù stesso si è fatto ultimo, l'ultimo di tutti.