GIUBILEO DEI GIOVANI
VEGLIA DI PREGHIERA
PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE LEONE XIV
Tor Vergata
Sabato, 2 agosto 2025
Papa Leone XIV:
"Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna."
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Il Papa:
Gesù è la verità che non illude, troviamo la felicità donandoci
Alla veglia con i giovani a Tor Vergata un milione di persone con il Pontefice che risponde alle domande di tre ragazzi sull’amicizia, sulla capacità di fare scelte importanti e su come incontrare Cristo. Leone mette in guardia da quei meccanismi della comunicazione che rendono “dipendenti dal consumo” e invita a fondare la propria vita in Cristo che è amore. "Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano"
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Come trovare amicizie sincere? E il coraggio per fare scelte importanti? In che modo “incontrare veramente” Gesù Cristo nella vita “ed essere sicuri della sua presenza” anche tra “difficoltà e incertezze”? Nella spianata di Tor Vergata, mentre è scesa la sera, sono tre giovani a presentare a Leone XIV alcuni interrogativi che albergano nel cuore dei loro coetanei. Un milione i presenti ad ascoltare il dialogo con il Papa.
Sull’ampio palco sormontato da un grande arco, dove spicca un grande crocifisso, come quello più piccolo quotidianamente affidato ai pellegrini del Giubileo diretti alla Porta Santa della basilica vaticana, un gruppo di ragazzi siede attorno al Pontefice.
Come trovare amicizie autentiche?
“Viviamo una cultura che ci appartiene e senza che ce ne accorgiamo ci plasma; è segnata dalla tecnologia soprattutto nel campo dei social network - dice in spagnolo Dulce María, 23 anni, messicana -. Ci illudiamo spesso di avere tanti amici e di creare legami di vicinanza mentre sempre più spesso facciamo esperienza di tante forme di solitudine”. Ampiamente connessi, ma spesso privi di legami “veri e duraturi”, i giovani di oggi si chiedono come trovare amicizie autentiche “e un amore genuino che aprono alla vera speranza” e in che modo la fede può aiutare a costruire il futuro.

La giovane messicana che ha rivolto la prima domanda al Papa (@Vatican Media)
Il pericolo di alcuni meccanismi della comunicazione
Le relazioni umane possono essere “sincere, generose e vere” se riflettono l’“intenso legame con Gesù”, “verità che non illude”, amore che dà speranza, è la risposta di Leone, che spiega anzitutto quanto “indispensabili” per tutti siano “le relazioni con altre persone” e il “ruolo fondamentale” della “cultura”. Ognuna “contiene sia parole nobili sia parole volgari, sia valori sia errori, che bisogna imparare a riconoscere”, avverte il Papa, chiarendo che “la verità”, in pratica “unisce le parole alle cose, i nomi ai volti” mentre invece “la menzogna” separa “questi aspetti, generando confusione ed equivoco”. E se nel mondo contemporaneo “internet e i media sono diventati ‘una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza’” come si legge nella Christus vivit di Papa Francesco, “dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze” si fanno “ambigui”, aggiunge Leone. Quando i “meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali” vengono "utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo” - e “oggi esistono algoritmi che ci dicono cosa guardare, cosa pensare e chi dovrebbero essere i nostri amici” - succede che “le nostre relazioni divengono confuse, sospese o instabili”.
Quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona. Carissimi, ogni persona desidera naturalmente questa vita buona, come i polmoni tendono all’aria, ma quanto è difficile trovarla! Secoli fa, Sant’Agostino ha colto il profondo desiderio del nostro cuore, è il desiderio di ogni cuore umano.

Alcuni giovani nel palco (@Vatican Media)
L’amicizia con Cristo stella polare
A ragazzi e ragazze che lo ascoltano, il Papa ricorda che anche il vescovo di Ippona “è passato attraverso una giovinezza burrascosa”, ma che “non si è però accontentato, non ha messo a tacere il grido del suo cuore”. “Cercava la verità, la verità che non illude, la bellezza che non passa” e “ha trovato un’amicizia sincera, un amore capace di dare speranza” in Gesù Cristo, “ha costruito il suo futuro” seguendolo. Tanto da poter affermare, poi: “Nessuna amicizia è fedele se non in Cristo. È in Lui solo che essa può essere felice ed eterna”. E ancora: “Ama veramente il suo amico colui che nel suo amico ama Dio”. Parole che Leone ripete in inglese.
L’amicizia con Cristo, che sta alla base delle fede, non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare. Come scriveva il beato Pier Giorgio Frassati, “vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare”. Quando le nostre amicizie riflettono questo intenso legame con Gesù, diventano certamente sincere, generose e vere.
E a braccio, poi, il Papa esorta con vigore: “Vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo! Saper vedere Gesù negli altri”. E si sofferma ancora sull’amicizia, che “può veramente cambiare il mondo”. “L’amicizia è una strada per la pace - afferma e ribadisce in spagnolo -. La amistad es el camino por la paz”.

La spianata di Tor Vergata con migliaia di giovani (@Vatican Media)
La paura di fare scelte
Gaia, diciannovenne, italiana, si fa portavoce dei sogni, delle speranze e dei dubbi di tutti i giovani, e pone il problema dell’odierno “clima di incertezza” che induce a “rimandare” le “decisioni importanti” e della “paura per un futuro sconosciuto” che “paralizza”. “Sappiamo che scegliere equivale a rinunciare a qualcosa e questo ci blocca - ammette -, nonostante tutto percepiamo che la speranza indica obiettivi raggiungibili anche se segnati dalla precarietà del momento presente”. Da qui il dubbio: dove trovare “il coraggio per scegliere”? Come “essere coraggiosi e vivere l’avventura della libertà vera, compiendo scelte radicali e cariche di significato”?

La giovane italiana che ha rivolto al Papa la seconda domanda (@Vatican Media)
Leone riassume la domanda della ragazza in spagnolo e specifica che quando si sceglie, si decide chi si vuole “diventare” e che è l’amore a dare il coraggio di scegliere.
Carissimi giovani, a scegliere si impara attraverso le prove della vita, e prima di tutto ricordando che noi siamo stati scelti. Tale memoria va esplorata ed educata. Abbiamo ricevuto la vita gratis, senza sceglierla! All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti. Nel corso dell’esistenza, si dimostra davvero amico chi ci aiuta a riconoscere e rinnovare questa grazia nelle scelte che siamo chiamati a prendere.

Un momento della veglia (@Vatican Media)
Il coraggio per scegliere viene dall’amore
E se è vero che “scegliere significa anche rinunciare ad altro”, cosa che “a volte ci blocca”, “l’amore di Dio” è ciò che rende saldi.
Per essere liberi, occorre partire dal fondamento stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi. Questa roccia è un amore che ci precede, ci sorprende e ci supera infinitamente: è l’amore di Dio. Perciò davanti a Lui la scelta diventa un giudizio che non toglie alcun bene, ma porta sempre al meglio. Il coraggio per scegliere viene dall’amore, che Dio ci manifesta in Cristo.
Gesù “ci ha amato con tutto sé stesso, salvando il mondo e mostrandoci così che il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona”, sintetizza il Pontefice, per tale motivo “l’incontro” con Lui, che “è l’amore di Dio fatto uomo”, “corrisponde alle attese più profonde del nostro cuore”.

L'icona di Maria sul palco (@Vatican Media)
Le parole di Giovanni Paolo II a Tor Vergata
Leone richiama le parole pronunciate venticinque anni fa, proprio a Tor Vergata, da Giovanni Paolo II: “È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare”.

Il Papa mentre attende alcuni giovani sul palco (@Vatican Media)
Donarsi agli altri
Se dunque si fonda la propria vita su Cristo “la paura lascia allora spazio alla speranza” e si può riconoscere “la sua fedeltà nelle parole di chi ama davvero, perché è stato davvero amato”. Ci sono diverse le scelte di vita, un sacerdote o una consacrata possono dire “pieni di gioia e di libertà”: “Tu sei la mia vita, Signore”. E una coppia nel matrimonio: “Accolgo te come mia sposa e come mio sposo”, trasformando così il loro amore “in segno efficace dell’amore di Dio”. In tutte è il dono di sè che rende felici, nell'amore appreso da Cristo.
Ecco scelte radicali, scelte piene di significato: il matrimonio, l’ordine sacro, la consacrazione religiosa esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici. E lì troviamo la felicità, quando impariamo a donare noi stessi. Donare la vita per gli altri. Queste scelte danno senso alla nostra vita, trasformandola a immagine dell’Amore perfetto, che l’ha creata e redenta da ogni male anche dalla morte.

Alcuni ragazzi durante l'arrivo del Papa (@Vatican Media)
La preghiera per due ragazze decedute
Il pensiero di Leone va poi, “a due ragazze, María, ventenne, spagnola, e Pascale, diciottenne, egiziana” che avevano scelto “di venire a Roma per il Giubileo dei Giovani”, ma “la morte le ha colte in questi giorni”. Il Papa chiede di pregare “per loro”, e ancora “per i loro familiari, i loro amici e le loro comunità”, affinché “Gesù Risorto le accolga nella pace e nella gioia del suo Regno”. E invita a pregare pure “per un ragazzo spagnolo, Ignacio Gonzalvez, che è stato ricoverato all’ospedale Bambino Gesù”. Poi offre un ulteriore suggerimento: “Trovare il coraggio di fare le scelte difficili e dire a Gesù: ‘Tu sei la mia vita, Signore’. ‘Lord, You are my life’”.

Il Papa durante l'adorazione eucaristica (@Vatican Media)
Come incontrare il Signore Risorto?
Infine nella terza domanda, formulata in inglese, Will, 20 anni, arrivato dagli Stati Uniti, riflette sulla vita interiore, dalla quale i giovani si sentono attratti, sul “richiamo al bello e al bene come fonte di verità”, avvertito “nel profondo”, e sul “valore del silenzio”, che “affascina, anche se incute in alcuni momenti paura per il senso di vuoto”. Di fronte a quest’ultima contraddizione, “come incontrare veramente il Signore Risorto” nella vita “ed essere sicuri della sua presenza anche in mezzo alle difficoltà e incertezze”?

Il giovane statunitense che ha posto la terza domanda (@Vatican Media)
Il Papa premette che “ogni persona desidera il bene nel suo cuore” e che da qui “scaturisce la speranza di accoglierlo”, ma rimarca che “occorre qualcuno che sia il nostro bene, ascoltando con amore il desiderio che freme nella nostra coscienza”. E parla di “testimoni”, da intendere “come veri amici”, che “sostengono il comune desiderio di bene, aiutandoci a realizzarlo nelle scelte di ogni giorno”. Il primo è Cristo.
L’amico che sempre accompagna la nostra coscienza è Gesù. Volete incontrare veramente il Signore Risorto? Ascoltate la sua parola, che è Vangelo di salvezza! Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Siate uniti a Gesù Cristo nell'Eucaristia. Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco.

Leone XIV con un gruppo di ragazzi (@Vatican Media)
La Chiesa comunione di chi cerca sinceramente Dio
L’invito del Pontefice è di invocare Dio, nel cammino della ricerca del bene, pregandolo: “Resta con noi, perché senza di Te non possiamo fare quel bene che desideriamo”. Cristo lo si incontra nella Chiesa, prosegue il Papa “nella comunione di coloro che lo cercano sinceramente”. Ed è Dio che “ci raduna per formare una comunità”, “una comunità di credenti che si sostengono a vicenda”, pronti poi a portare la Buona Novella agli altri.
Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne testimoni di speranza! Cari giovani, questo è il compito che il Signore Risorto affida a ciascuno di noi!

Il simbolo del Giubileo sul palco (@Vatican Media)
Il dialogo con il Signore
Ed è ancora Sant’Agostino che Leone cita per esplicitare le inquietudini dei giovani - “Ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te... Signore, ti cerco... e invocarti è credere in te” -, indicando ai ragazzi di invocare Dio per incontrarlo anche nei propri “limiti” e nelle proprie “fragilità”, per proseguire il dialogo con Lui tutte le volte che si leva lo sguardo al Crocifisso.
Ogni volta che adoreremo Cristo nell'Eucaristia, i nostri cuori saranno uniti in Lui. Infine, la mia preghiera per voi è che possiate perseverare nella fede, con gioia e coraggio! E possiamo dire: «Grazie Gesù per averci amati». Grazie Gesù per averci chiamati. Resta con noi, Signore. Sottrazione con noi. Resta con noi, Signore.

Il momento dell'adorazione eucaristica (@Vatican Media)
Terminato il colloquio del Papa con i giovani viene proclamato il Vangelo, poi segue l’adorazione eucaristica, un momento particolarmente intenso, durante il quale sulla spianata di Tor Vergata cala un silenzio carico di preghiere. Ad intervallarlo canti e riflessioni, in un clima di grande raccoglimento. Dopo la reposizione e la benedizione finale, il Pontefice prende ancora la parola per ringraziare il coro della Diocesi di Roma, che ha accompagnato la serata, e da appuntamento a tutti a domani per la Messa: "Mi raccomando riposatevi un po’", conclude regalando un sorriso a tutti i giovani.
(fonte: Vatican News, articolo di Tiziana Campisi 02/08/2025)
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LE PAROLE DI PAPA LEONE XIV
Domanda 1 – Amicizia
Santo Padre, soy Dulce María, tengo 23 años y vengo de México. Me dirijo a usted haciéndome portavoz de una realidad que vivimos los jóvenes en tantas partes del mundo. Somos hijos de nuestro tiempo. Vivimos en una cultura que nos pertenece y que, sin darnos cuenta, nos va moldeando; está marcada por la tecnología, especialmente en el ámbito de las redes sociales. Frecuentemente nos ilusionamos de tener muchos amigos y de crear relaciones cercanas, mientras que cada vez más seguido experimentamos diversas formas de soledad. Estamos cerca y conectados con tantas personas y, sin embargo, no son relaciones verdaderas y duraderas, sino efímeras y comúnmente ilusorias.
Santo Padre, mi pregunta es: ¿cómo podemos encontrar una amistad sincera y un amor genuino que nos lleven a la verdadera esperanza? ¿Cómo la fe puede ayudarnos a construir nuestro futuro?
[Santo Padre, sono Dulce María, ho 23 anni e vengo dal Messico. Mi rivolgo a Lei facendomi portavoce di una realtà che viviamo noi giovani in tante parti del mondo. Siamo figli del nostro tempo. Viviamo una cultura che ci appartiene e senza che ce ne accorgiamo ci plasma; è segnata dalla tecnologia soprattutto nel campo dei social network. Ci illudiamo spesso di avere tanti amici e di creare legami di vicinanza mentre sempre più spesso facciamo esperienza di tante forme di solitudine. Siamo vicini e connessi con tante persone eppure, non sono legami veri e duraturi, ma effimeri e spesso illusori.
Santo Padre, ecco la mia domanda: come possiamo trovare un’amicizia sincera e un amore genuino che aprono alla vera speranza? Come la fede può aiutarci a costruire il nostro futuro?]
Queridos jóvenes, las relaciones humanas, nuestras relaciones con otras personas son indispensables para cada uno de nosotros, empezando por el hecho de que todos los hombres y mujeres del mundo nacen como hijos de alguien. Nuestra vida comienza con un vínculo y es a través de los vínculos que crecemos. En este proceso, la cultura juega un papel fundamental: es el código con el que nos entendemos a nosotros mismos e interpretamos el mundo. Como un diccionario, cada cultura contiene tanto palabras nobles como palabras vulgares, valores y errores que hay que aprender a reconocer. Buscando con pasión la verdad, no sólo recibimos una cultura, sino que la transformamos a través de elecciones de vida. La verdad, en efecto, es un vínculo que une las palabras a las cosas, los nombres a los rostros. La mentira, en cambio, separa estos aspectos, generando confusión y malentendidos.
Ahora, entre las muchas conexiones culturales que caracterizan nuestra vida, internet y las redes sociales se han convertido en «una extraordinaria oportunidad de diálogo, encuentro e intercambio entre personas, así como de acceso a la información y al conocimiento» (Papa Francisco, Christus vivit, 87). Sin embargo, estos instrumentos resultan ambiguos cuando están dominados por lógicas comerciales e intereses que rompen nuestras relaciones en mil intermitencias. A este respecto, el Papa Francisco recordaba que a veces los «mecanismos de la comunicación, de la publicidad y de las redes sociales pueden ser utilizados para volvernos seres adormecidos, dependientes del consumo» (Christus vivit, 105). Entonces nuestras relaciones se vuelven confusas, ansiosas o inestables. Además, como saben hoy en día hay algoritmos que nos dicen lo que tenemos que ver, lo que tenemos que pensar, y quienes deberían ser nuestros amigos. Y entonces nuestras relaciones se vuelven confusas, a veces ansiosas. Es que cuando el instrumento domina al hombre, el hombre se convierte en un instrumento: sí, un instrumento de mercado y a su vez en mercancía. Sólo relaciones sinceras y lazos estables hacen crecer historias de vida buena.
Queridos jóvenes, toda persona desea naturalmente esta vida buena, como los pulmones tienden al aire, ¡pero cuán difícil es encontrarla! Cuán difícil es encontrar una amistad autentica. Hace siglos, san Agustín captó el profundo deseo de nuestro corazón, es el deseo de todo corazón humano, aun sin conocer el desarrollo tecnológico de hoy. También él pasó por una juventud tempestuosa; pero no se conformó, no silenció el clamor de su corazón. Agustín buscaba la verdad, la verdad que no defrauda, la belleza que no pasa. Y ¿Cómo la encontró? ¿Cómo encontró una amistad sincera, un amor capaz de dar esperanza? Encontrando a quien ya lo estaba buscando, encontrando a Jesucristo. ¿Cómo construyó su futuro? Siguiéndolo a Él, su amigo desde siempre. En palabras suyas: «Ninguna amistad es fiel sino en Cristo”. Saint Augustin tells us: “There is no friendship that is authentic if that is not in Christ. And the true friendship is always in Jesu Christ with truth, love and respect”. Y sólo en Él puede ser feliz y eterna» (Réplica a las dos cartas de los pelagianos, I, I, 1); «ama verdaderamente a su amigo aquel que en su amigo ama a Dios» (Sermón 336, 2), nos dice Agustín. La amistad con Cristo, que está en la base de la fe, no es sólo una ayuda entre muchas otras para construir el futuro, es nuestra estrella polar. Como escribía el beato Pier Giorgio Frassati, «vivir sin fe, sin un patrimonio que defender, sin sostener una lucha por la Verdad no es vivir, sino ir tirando» (Cartas, 27 de febrero de 1925). Cuando nuestras amistades reflejan este intenso vínculo con Jesús, ciertamente se vuelven sinceras, generosas y verdaderas.
Queridos jóvenes, vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo! Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada per la pace. La amistad es el camino por la paz.
[Carissimi giovani, le relazioni umane, le nostre relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi, a cominciare dal fatto che tutti gli uomini e le donne del mondo nascono figli di qualcuno. La nostra vita inizia grazie a un legame ed è attraverso legami che noi cresciamo. In questo processo, la cultura svolge un ruolo fondamentale: è il codice col quale interpretiamo noi stessi e il mondo. Come un vocabolario, ogni cultura contiene sia parole nobili sia parole volgari, sia valori sia errori, che bisogna imparare a riconoscere. Cercando con passione la verità, noi non solo riceviamo una cultura, ma la trasformiamo attraverso scelte di vita. La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco.
Ora, tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, internet e i media sono diventati «una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza» (Papa Francesco, Christus vivit, 87). Questi strumenti risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze. A proposito, Papa Francesco ricordava che talvolta i «meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo» (Christus vivit, 105). Allora le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili. Inoltre, come sapete, oggi ci sono algoritmi che ci dicono quello che dobbiamo vedere, quello che dobbiamo pensare, e quali dovrebbero essere i nostri amici. E allora le nostre relazioni diventano confuse, a volte ansiose. È che quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona.
Carissimi, ogni persona desidera naturalmente questa vita buona, come i polmoni tendono all’aria, ma quanto è difficile trovarla! Quanto è difficile trovare un’amicizia autentica! Secoli fa, Sant’Agostino ha colto il profondo desiderio del nostro cuore – è il desiderio di ogni cuore umano – anche senza conoscere lo sviluppo tecnologico di oggi. Anche lui è passato attraverso una giovinezza burrascosa: non si è però accontentato, non ha messo a tacere il grido del suo cuore. Agostino cercava la verità, la verità che non illude, la bellezza che non passa. E come l’ha trovata? Come ha trovato un’amicizia sincera, un amore capace di dare speranza? Incontrando chi già lo stava cercando, incontrando Gesù Cristo. Come ha costruito il suo futuro? Seguendo Lui, suo amico da sempre. Ecco le sue parole: «Nessuna amicizia è fedele se non in Cristo. È in Lui solo che essa può essere felice ed eterna» (Contro le due lettere dei pelagiani, I, I, 1); e la vera amicizia è sempre in Gesù Cristo con fiducia, amore e rispetto. «Ama veramente il suo amico colui che nel suo amico ama Dio» (Discorso 336), ci dice Sant’Agostino. L’amicizia con Cristo, che sta alla base delle fede, non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare. Come scriveva il beato Pier Giorgio Frassati, «vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare» (Lettere, 27 febbraio 1925). Quando le nostre amicizie riflettono questo intenso legame con Gesù, diventano certamente sincere, generose e vere.
Cari giovani, vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo. Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada verso la pace.]
Domanda 2 – Coraggio per scegliere
Santo Padre, mi chiamo Gaia, ho 19 anni e sono italiana. Questa sera tutti noi giovani qui presenti vorremmo parlarLe dei nostri sogni, speranze e dubbi. I nostri anni sono segnati dalle decisioni importanti che siamo chiamati a prendere per orientare la nostra vita futura. Tuttavia, per il clima di incertezza che ci circonda siamo tentati di rimandare e la paura per un futuro sconosciuto ci paralizza. Sappiamo che scegliere equivale a rinunciare a qualcosa e questo ci blocca, nonostante tutto percepiamo che la speranza indica obiettivi raggiungibili anche se segnati dalla precarietà del momento presente.
Santo Padre, le chiediamo: dove troviamo il coraggio per scegliere? Come possiamo essere coraggiosi e vivere l’avventura della libertà viva, compiendo scelte radicali e cariche di significato?
Grazie per questa domanda. La domanda è: come trovare il coraggio di scegliere? Dove trovare il coraggio per compiere scelte e decisioni? La scelta è un atto umano fondamentale. Osservandolo con attenzione, capiamo che non si tratta solo di scegliere qualcosa, ma di scegliere qualcuno. Quando scegliamo, in senso forte, decidiamo chi vogliamo diventare. La scelta per eccellenza, infatti, è la decisione per la nostra vita: quale uomo vuoi essere? Quale donna vuoi essere? Carissimi giovani, a scegliere si impara attraverso le prove della vita, e prima di tutto ricordando che noi siamo stati scelti. Tale memoria va esplorata ed educata. Abbiamo ricevuto la vita gratis, senza sceglierla! All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti. Nel corso dell’esistenza, si dimostra davvero amico chi ci aiuta a riconoscere e rinnovare questa grazia nelle scelte che siamo chiamati a prendere.
Cari giovani, avete detto bene: “scegliere significa anche rinunciare ad altro, e questo a volte ci blocca”. Per essere liberi, occorre partire dal fondamento stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi. Questa roccia è un amore che ci precede, ci sorprende e ci supera infinitamente: è l’amore di Dio. Perciò davanti a Lui la scelta diventa un giudizio che non toglie alcun bene, ma porta sempre al meglio.
Il coraggio per scegliere viene dall’amore, che Dio ci manifesta in Cristo. È Lui che ci ha amato con tutto se stesso, salvando il mondo e mostrandoci così che il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona. Per questo, l’incontro con Gesù corrisponde alle attese più profonde del nostro cuore, perché Gesù è l’Amore di Dio fatto uomo.
A riguardo, venticinque anni fa, proprio qui dove ci troviamo, San Giovanni Paolo II disse: «è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare» (Veglia di preghiera nella XV Giornata mondiale della Gioventù, 19 agosto 2000). La paura lascia allora spazio alla speranza, perché siamo certi che Dio porta a compimento ciò che inizia.
Riconosciamo la sua fedeltà nelle parole di chi ama davvero, perché è stato davvero amato. “Tu sei la mia vita, Signore”: è ciò che un sacerdote e una consacrata pronunciano pieni di gioia e di libertà: “Tu sei la mia vita, Signore”. “Accolgo te come mia sposa e come mio sposo”: è la frase che trasforma l’amore dell’uomo e della donna in segno efficace dell’amore di Dio nel matrimonio. Ecco scelte radicali, scelte piene di significato: il matrimonio, l’ordine sacro, la consacrazione religiosa esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici. E lì troviamo la felicità, quando impariamo a donare noi stessi. Donare la vita per gli altri.
Queste scelte danno senso alla nostra vita, trasformandola a immagine dell’Amore perfetto, che l’ha creata e redenta da ogni male, anche dalla morte. Dico questo stasera pensando a due ragazze, María, ventenne, spagnola, e Pascale, diciottenne, egiziana. Entrambe hanno scelto di venire a Roma per il Giubileo dei Giovani, e la morte le ha colte in questi giorni. Preghiamo insieme per loro; preghiamo anche per i loro familiari, i loro amici e le loro comunità. Gesù Risorto le accolga nella pace e nella gioia del suo Regno. E ancora vorrei chiedere le vostre preghiere per un altro amico, un ragazzo spagnolo, Ignacio Gonzalvez, che è stato ricoverato all’ospedale “Bambino Gesù”: preghiamo per lui, per la sua salute.
Trovare il coraggio di fare le scelte difficili e dire a Gesù: Tu sei la mia vita, Signore”. “Lord, You are my life”. Grazie.
Domanda 3 – Richiamo del bene e valore del silenzio
Holy Father, my name is Will. I am 20 years old and I am from the United States. I would like to ask you a question on behalf of so many young people out there who yearn, in their hearts, for something deeper .. We are drawn to the interior life even if at first glance we are judged as a superficial and thoughtless generation. Deep within ourselves, we feel drawn to the beautiful and the good as sources of truth. The value of silence, as in this Vigil, fascinates us, even if at times it instills fear because of a sense of emptiness. Holy Father, I would like to ask you: how can we truly encounter the Risen Lord in our lives and be sure of his presence even in the midst of trials and uncertainties?
[Santo Padre, mi chiamo Will. Ho 20 anni e vengo dagli stati Uniti. Vorrei farLe una domanda a nome di tanti giovani intorno a noi che desiderano, nei loro cuori, qualcosa di più profondo. Siamo attratti dalla vita interiore anche se a prima vista veniamo giudicati come una generazione superficiale e spensierata. Sentiamo nel profondo di noi stessi il richiamo al bello e al bene come fonte di verità. Il valore del silenzio come in questa Veglia ci affascina, anche se incute in alcuni momenti paura per il senso di vuoto.
Santo Padre, le chiedo: come possiamo incontrare veramente il Signore Risorto nella nostra vita ed essere sicuri della sua presenza anche in mezzo alle difficoltà e incertezze?]
To launch this Jubilee Year, Pope Francis released the document called Spes non confundit, which means “hope does not disappoint”. In that document, he wrote: «In the heart of each person, hope dwells as the desire and expectation of good things to come» (Spes non confundit, 1). In the Bible, the word “heart” usually refers to a person’s innermost being, which includes our conscience. Our understanding of what is good, then, reflects how our conscience has been shaped by the people in our lives; those who were kind to us, those who listened to us with love, those who helped us. Those people helped to raise you in goodness and, therefore, to form your conscience to seek the good in your daily choices.
Dear young people, Jesus is the friend who always accompanies us in the formation of our conscience. If you truly want to encounter the Risen Lord, then listen to his word, which is the Gospel of salvation. Reflect on your way of living, seek justice in order to build a more humane world. Serve the poor, and so bear witness to the good that we would always like to receive from our neighbours. Be united with Jesus Christ in the Eucharist. Adore Christ in the Blessed Sacrament, the source of eternal life. Study, work, and love according to the example of Jesus, the good Teacher who always walks beside us.
At every step, as we seek what is good, let us ask him: stay with us, Lord (cf. Lk 24:29). Quédate con nosotros, Señor. Resta con noi, Signore. Stay with us, because without you we cannot do the good we desire. You want our good; indeed Lord, you are our good. Those who encounter you also want others to encounter you, because your word is a light brighter than any star, illuminating even the darkest night. Pope Benedict XVI liked to say that those who believe are never alone. In other words, we encounter Christ in the Church, that is, in the communion of those who sincerely seek him. The Lord himself gathers us together to form a community, not just any community, but a community of believers who support one another. How much the world needs missionaries of the Gospel who are witnesses of justice and peace! How much the future needs men and women who are witnesses of hope! Dear young people, this is the task that the Risen Lord entrusts to each one of us!
Saint Augustine wrote: «You stir us to take pleasure in praising you, because you have made us for yourself, and our heart is restless until it rests in you… Lord, I would seek you… and calling upon you is an act of believing in you» (Confessions, I, 1). Following those words of Augustine, and in response to your questions, I would like to invite each of you, to say to the Lord: “Thank you, Jesus, for calling me. My desire is to remain as one of your friends, so that, embracing you, I may also be a companion on the journey for anyone I meet. Grant, O Lord, that those who meet me may encounter you, even through my limitations and frailties.” Through praying these words, our dialogue will continue each time we look at the crucified Lord, for our hearts will be united in him. Each time we adore Christ in the Eucharist, our hearts will be united in him. Finally, my prayer for you is that you may persevere in faith, with joy and courage! And we can say “Thank you Jesus for loving us”. Grazie Gesù per averci amati. Grazie Gesù per averci chiamati. Stay with us Lord. Resta con noi. Quédate con nosostros Signore.
[Proprio all’inizio del Documento con il quale ha indetto il Giubileo, Papa Francesco scrisse che «nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene» (Spes non confundit, 1). Dire “cuore”, nel linguaggio biblico, significa dire “coscienza”: poiché ogni persona desidera il bene nel suo cuore, da tale sorgente scaturisce la speranza di accoglierlo. Ma che cos’è il “bene”? Per rispondere a questa domanda, occorre un testimone: qualcuno che ci faccia del bene. Più ancora, occorre qualcuno che sia il nostro bene, ascoltando con amore il desiderio che freme nella nostra coscienza. Senza questi testimoni non saremmo nati, né saremmo cresciuti nel bene: come veri amici, essi sostengono il comune desiderio di bene, aiutandoci a realizzarlo nelle scelte di ogni giorno.
Carissimi giovani, l’amico che sempre accompagna la nostra coscienza è Gesù. Volete incontrare veramente il Signore Risorto? Ascoltate la sua parola, che è Vangelo di salvezza! Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Rimanete uniti con Gesù nell’Eucaristia. Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco.
Ad ogni passo, mentre cerchiamo il bene, chiediamogli: resta con noi, Signore (cfr Lc 24,29)! Resta con noi Signore! Resta con noi, perché senza di Te non possiamo fare quel bene che desideriamo. Tu vuoi il nostro bene; Tu, Signore, sei il nostro bene. Chi ti incontra, desidera che anche altri si incontrino, perché la tua parola è luce più chiara di ogni stella, che illumina anche la notte più nera. Come amava ripetere Papa Benedetto XVI, chi crede, non è mai solo. Perciò incontriamo veramente Cristo nella Chiesa, cioè nella comunione di coloro che il Signore stesso riunisce attorno a sé per farsi incontro, lungo la storia, ad ogni uomo che sinceramente lo cerca. Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna.
Sant’Agostino ha scritto: «L’uomo, una particella del tuo creato, o Dio, vuole lodarti. Sei Tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per Te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in Te. Che io ti cerchi, Signore, invocandoti e ti invochi credendoti» (Confessioni, I). Accostando questa invocazione alle vostre domande, vi affido una preghiera: “Grazie, Gesù, per averci raggiunto: il mio desiderio è quello di rimanere tra i Tuoi amici, perché, abbracciando Te, possa diventare compagno di cammino per chiunque mi incontrerà. Fa’, o Signore, che chi mi incontra, possa incontrare Te, pur attraverso i miei limiti, pur attraverso le mie fragilità”. Attraverso queste parole, il nostro dialogo continuerà ogni volta che guarderemo al Crocifisso: in Lui si incontreranno i nostri cuori. Ogni volta che adoriamo Cristo nell’Eucaristia, i nostri cuori si uniscono in Lui. Perseverate dunque nella fede con gioia e coraggio. E così possiamo dire: grazie Gesù per averci amati; grazie Gesù per averci chiamati. Resta con noi, Signore! Resta con noi!]
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Parole a braccio del Santo Padre al termine della Veglia con i Giovani
Vorrei ringraziare il coro, la musica: grazie per accompagnarci! Grazie a tutti voi! Gracias! Mi raccomando: riposatevi un po’. L’appuntamento domani mattina qui per la Santa Messa. Auguri a tutti. Buonanotte!
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