martedì 4 marzo 2025

Proteggere l’Europa è la nuova frontiera la democrazia contro autoritarismi e lutti di Anna Foa

Proteggere l’Europa 
è la nuova frontiera la democrazia
contro autoritarismi e lutti
di Anna Foa

Gli Stati Uniti e la Russia si sono alleati contro di noi, la nostra economia e i nostri valori. 
Il mondo intero assiste stupefatto alla demolizione della differenza fra vero e falso.



C’è un’immagine in cui Trump e Putin si danno la mano allungando smisuratamente le braccia nello spazio. Uno spazio che allude anche alla nostra piccola Europa, stretta fra i due colossi. Gli Stati Uniti e la Russia si sono infatti alleati contro l’Europa, la sua economia, la sua politica e i suoi valori. Venerdì il tycoon ha cacciato Zelensky dalla Casa Bianca insultandolo. Giorni fa aveva sostenuto, rovesciando tutte le verità storiche, che l’Ucraina aveva attaccato la Russia. Il mondo stupefatto guarda alla demolizione di tutto ciò in cui crede, la differenza fra il vero e il falso in primo luogo. In questa ultima incredibile vicenda, Trump ha anche, come è stato detto da Gabriele Segre su queste pagine, demolito l’arte della diplomazia, una pratica inventata nel Rinascimento italiano che da secoli ha impedito l’uso esclusivo della forza bruta.

L’Europa reagisce e i prossimi, vicinissimi vertici europei si accingono a dare una risposta all’attacco degli Usa e a ridisegnare gli equilibri europei. L’ultima volta in cui questi equilibri sono stati integralmente ridisegnati è stato alla Conferenza di Yalta, nel febbraio 1945, ottant’anni fa. La guerra non era ancora finita e i leader delle potenze vincitrici si riunirono a Yalta in Crimea per decidere del futuro del continente. Più di cinque anni di guerra lo avevano distrutto, era ridotto a un continente selvaggio, percorso in tutti i sensi da centinaia di migliaia di profughi in cerca di una casa. Stalin, Churchill, Roosevelt non avevano certo le stesse idee sul futuro dell’Europa, ma gli accordi si fanno sui compromessi. Subito dopo scoppiò la guerra fredda, ma la spartizione dell’Europa fra Est e Ovest resse e superò anche la frattura determinata dal 1989 e dalla fine dell’Urss.

Ma quarant’anni di comunismo avevano lasciato profonde conseguenze sull’Europa dell’Est, come ci dice tuttora il richiamo implicito di Putin alla ricostituzione della vecchia Urss, per non parlare dell’esito delle elezioni tedesche con l’alta percentuale di neonazisti nell’ex Ddr. Mentre in Occidente si costituiva una memoria della guerra e della Shoah che era volta anche ad erigere barriere in Europa contro razzismi e antisemitismi, all’Est, in particolare in Russia, la memoria del gulag non si è mai elaborata, anche perché avversata dai governi anche dopo l’89. Difficile quindi una ricostruzione unitaria dell’Europa e dei suoi valori democratici dopo il 1989.

Ora la Russia dello zar Putin ha stretto alleanza con il nuovo presidente degli Usa, in primis contro l’Unione europea, accusata da Trump, in barba a qualsiasi dato storico, di essere stata costruita contro gli Usa. In realtà, l’Europa è diventata il bersaglio di questa nuova alleanza tra Usa e Russia perché è ancora, nonostante tutto, un insieme di Stati caratterizzati dall’essere democrazie. Almeno in linea di principio, ma i principi sono importanti perché segnano il confine fra il giusto e l’ingiusto.

Difendere l’Europa – anzi trasformarla in una forza attiva, innovativa, capace di agire e non solo di reagire agli attacchi – diventa quindi una sorta di nuova frontiera per tutti, per i politici che nei prossimi giorni prenderanno decisioni importanti per tutti ma anche per tutti noi, che da un crollo o anche solo da una paralisi dell’Europa vedremo nascere autoritarismi, dittature e lutti. Le generazioni che ci hanno preceduto hanno vissuto una guerra terribile e poi la costruzione di un nuovo mondo che si voleva di pace, con strumenti come il diritto internazionale, atti a rendere le guerre meno terribili. Ora tutto questo è in pericolo. Il Manifesto di Ventotene, immaginando l’Europa dal confino fascista, nell’anno più buio della guerra nazista, ha portato nella nostra vecchia Europa speranza e futuro. Riuscirà ora l’Europa a rinascere come una fenice dalle sue ceneri e diventare un’identità comune da salvaguardare e in cui identificarsi? Arriverà il momento in cui, se qualcuno ci chiederà cosa siamo, risponderemo soltanto “europei”? Continuiamo a sperarlo.

(Fonte: “La Stampa” - 2 marzo 2025)