"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Per scribi e farisei, i fedeli custodi e interpreti della Torah, il comandamento più grande, il Kelal Gadol baTorah, è senza dubbio l'osservanza dello Shabbat, il riposo del Sabato, «il comandamento che anche Dio, benedetto sia il Suo Nome, osserva» (Gen 2,1-3). Gesù invece non è d'accordo con loro e afferma chiaramente che il più grande dei comandamenti è l'amore quello che fa di ogni uomo un vero figlio di Dio plasmato a Sua immagine e somiglianza. Amare Dio, comandamento già codificato dalla Torah nello Shemà Israel (Dt 6,5), e amare il prossimo (Lv19,18), un semplice mitzvàh, un precetto che Gesù eleva a comandamento, sono uniti in modo inseparabile in profonda relazione l'uno con l'altro come i due bracci della stessa bilancia. In realtà, i due non sono che un unico comandamento: l'amore per Dio, fonte e fondamento di ogni altro amore, può essere vissuto e mediato solo dall'amore per il prossimo. «Tutta la Scrittura, infatti, trova pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» (Gal 5,14). Poiché «chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B