lunedì 18 novembre 2024

La Fondazione Giulia Cecchettin e i suoi programmi sono stati presentati ufficialmente oggi alla Camera dei deputati

La Fondazione Giulia Cecchettin e i suoi programmi 
sono stati presentati ufficialmente oggi alla Camera dei deputati 


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Presentata la Fondazione Giulia Cecchettin:
“Vogliamo portare alla luce la violenza contro le donne”

Obiettivo lavorare per la parità di genere, contrastare la violenza sulle donne e tenere viva la memoria di Giulia e i suoi valori. Si parte con i proventi del libro “Cara Giulia” del padre Gino Cecchettin


Contrastare la violenza sulle donne ed operare per la parità di genere in una società equa e inclusiva, capace di prevenire e contrastare ogni forma di violenza di genere, nella quale ogni persona possa realizzare se stessa in consapevolezza, libertà e pienezza mantenendo viva la memoria di Giulia Cecchettin, diffondendo il suo messaggio di amore, gioia e speranza, ricordandone la determinazione, il coraggio, lo spirito altruista e la passione per la vita. Sono questi gli obiettivi della “Fondazione Giulia Cecchettin ETS”, la cui nascita è stata sancita il 29 ottobre scorso a Padova con la firma dell’atto costitutivo da parte dei fondatori: il padre di Giulia, Gino Cecchettin, la sorella Elena e il fratello Davide. Nel Consiglio di Amministrazione, che rispetta la parità di genere e garantirà la presenza di una rappresentante delle vittime di violenza di genere, sono presenti, oltre a Gino Cecchettin (Presidente), Anna Maria Tarantola (vicepresidente), Anna Fasano (tesoriere), Federica Pellegrini, Gaia Tortora, Daniela Mapelli e Maria Luisa Pellizzari, donne che si sono sempre prodigate nei loro rispettivi ruoli nella promozione e difesa della parità di genere e contro la violenza di genere.

“Giulia era una giovane donna piena di vita, speranza e amore – sono le parole di Gino Cecchettin –. Il suo tragico destino non può essere vanificato. Fondazione Giulia si propone di mantenere viva la sua memoria e di diffondere il suo messaggio. La violenza di genere è un nemico insidioso e spesso invisibile che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Con Fondazione Giulia ci impegniamo a portare questa violenza alla luce, a sensibilizzare l’opinione pubblica e a fornire sostegno a coloro che ne sono vittime”.

La presentazione

La Fondazione e i suoi programmi sono stati presentati ufficialmente oggi a Roma, nella Sala della Regina della Camera dei deputati - Palazzo Montecitorio. L’evento, che è stato anche l’occasione per introdurre il primo dei molti progetti che la Fondazione attiverà nel 2025, si è aperto con l’indirizzo di saluto di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati, e la lettura del messaggio del cardinale Matteo Maria Zuppi. A seguire il contributo video di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, e l’intervento di Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Ha chiuso gli interventi istituzionali Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

Per la Fondazione, insieme al Presidente Gino Cecchettin, sono intervenute: la vicepresidente Anna Maria Tarantola (in collegamento), la tesoriera Anna Fasano, presidente di Banca Etica; le consigliere Maria Luisa Pellizzari, Prefetto in quiescenza, Federica Pellegrini, atleta; Gaia Tortora, giornalista e moderatrice dell'incontro. Gli interventi dei componenti del Comitato scientifico della Fondazione Giulia Cecchettin – Irene Biemmi, docente in Pedagogia di genere dell’Università di Firenze, Stefano Ciccone, Università di Roma Tor Vergata, fondatore di Maschile Plurale e Barbara Poggio, prorettrice alle Politiche di equità e diversità, Università di Trento – si sono focalizzati in particolare sui temi del linguaggio, del maschilismo e dell’educazione all’affettività.

Secondo Barbara Poggio, la violenza di genere è un fenomeno complesso e articolato, radicato nei profondi squilibri di genere che attraversano la società, ma capace di assumere nuove connotazioni nel presente. La complessità del fenomeno, ha spiegato nel suo intervento, richiede una pluralità di azioni in grado di incidere su pratiche e modelli culturali, tra cui soprattutto gli interventi educativi. Stefano Ciccone ha proposto una riflessione sulla rappresentazione della violenza nella società e sulla natura contraddittoria dell'allarme sociale che spesso ne deriva, mentre Irene Biemmi ha sottolineato come sia necessario adottare pratiche educative che possano scardinare gli stereotipi di genere, favorendo una cultura di rispetto e uguaglianza fin dall’infanzia.

Gli obiettivi generali della Fondazione

Gli obiettivi della fondazione sono: sviluppo di programmi educativi e di sensibilizzazione sulla violenza di genere per scuole e famiglie; percorsi formativi per il mondo del lavoro, volti a promuovere pratiche di diversity management e a contrastare le molestie; istituzione di borse di studio per studentesse in corsi STEM e premi di merito per progetti di ricerca e creativi in ricordo di Giulia; attività di studio e ricerca per comprendere le cause e le conseguenze della violenza di genere e sviluppare interventi efficaci; collaborazione con il mondo dell’informazione per migliorare la narrazione della violenza di genere e ridurre il fenomeno della vittimizzazione secondaria.

Il “Progetto Educativo: Prevenzione e Sensibilizzazione alla Violenza di Genere”

Il primo progetto cui sta lavorando la Fondazione, che prenderà avvio già nei prossimi mesi, si propone di promuovere un cambiamento delle dimensioni strutturali e culturali alla base della violenza di genere attraverso la prevenzione, la formazione e l’empowerment. Azioni concrete coinvolgeranno scuole, famiglie, comunità e i professionisti che operano a contatto con le vittime di violenza, e saranno condotte in rete con altri soggetti. In particolare, saranno attivati programmi educativi e sensibilizzazione nelle scuole e nella comunità per la prevenzione della violenza di genere; formazione per operatori socio-sanitari, forze dell’ordine, e personale giudiziario; progetti di educazione socio-affettiva nelle scuole e nei luoghi di aggregazione. Per le donne e le ragazze, azioni di empowerment economico, sociale e politico e percorsi di consapevolezza e autonomia; per donne in situazioni di rischio, counselling e accompagnamento, consulenza psicologica, assistenza legale e orientamento sociale.

Un percorso condiviso

Il programma delle attività, così come tutto lo statuto, è il frutto di un lungo processo collaborativo che ha coinvolto numerosi stakeholders del sociale, dell’Università, della cultura e dell’attivismo. Proprio per questo si prefigge un largo spettro di azioni, che verranno sistematizzate in un piano strategico che definirà le priorità per i primi tre anni. Ogni ambito della società sarà potenzialmente interessato con programmi e iniziative di formazione e sensibilizzazione della comunità sulla violenza di genere e di prevenzione, lavorando in rete con soggetti già attivi in Italia che operano per contrastare la violenza sulle donne.

“Le azioni che ci proponiamo con il passaggio dal Comitato alla Fondazione si pongono in continuità con quanto fatto finora - puntualizza Gino Cecchettin -. Sono azioni molto concrete che partono dal convincimento che sia necessario promuovere un cambiamento radicale delle dimensioni strutturali e culturali da cui si origina e si riproduce ogni tipo di violenza di genere. Lavoreremo per costruire reti, mettendo in relazione e valorizzando le tante iniziative esistenti sui territori, fianco a fianco con i diversi soggetti per crescere insieme e ottenere dei risultati sistemici attraverso la collaborazione e il potenziamento reciproco. Invitiamo dunque tutte le associazioni che condividono la nostra missione a proporre progetti e collaborazioni con la Fondazione. Accogliamo con entusiasmo anche la disponibilità di professionisti che desiderano mettere le proprie competenze al servizio delle nostre iniziative”.

Le risorse

Le attività avranno inizio già con l’avvio del 2025 e la sfida principale sin d’ora riguarda il reperimento delle risorse per rendere concreti questi propositi. La prima fonte di risorse è costituita dai proventi netti di Gino Cecchettin derivanti dai diritti d’autore del libro “Cara Giulia" (Rizzoli). Al momento il libro ha superato le 100mila copie, in 10 edizioni e, secondo i dati comunicati a ottobre dall'AIE (Associazione Italia Editori), “Cara Giulia” è tra i 10 titoli più venduti in Italia nel 2024. Gino Cecchettin sta presentando il volume in ogni regione d’Italia, in particolare negli istituti scolastici, trovando un riscontro incredibile, segno di una sensibilità molto presente e concreta. Ulteriori risorse verranno da chi si vorrà associare e dalle donazioni che è possibile effettuare su dona.fondazionegiulia.org/a-giulia
(fonte: Redattore Sociale 18/11/2024)

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Di seguito il messaggio del cardinal Zuppi all’ evento di presentazione della Fondazione Cecchettin:

Carissimo Gino,
oggi presenti la Fondazione che porta il nome della tua amata Giulia, che è diventata carissima anche per ognuno di noi.
Desidero far sentire la mia personale vicinanza a te, ai tuoi figli e a tutti i familiari e gli amici.
Voglio esprimere il mio ringraziamento più sincero per come hai saputo affrontare con tanta umanità una tempesta che ha strappato il fiore bellissimo della vita di Giulia.
Incoraggio anche la Fondazione Giulia Cecchettin che oggi presenti per l’impegno che si assume nel contribuire affinché non vi siano altre vittime del sopruso e per capire e combattere la violenza e le sue cause. In questo modo ci aiuterà a comprendere che l’amore non è mai possesso, ma sempre dono e rispetto.
Per quello che mi sarà possibile, cercherò di aiutarvi.
Buon cammino con tanta amicizia e vicinanza,
Tuo,
Matteo Zuppi

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