Il grido di Padre Ibrahim Faltas
*vicario della Custodia di Terra Santa
Non uccidere
Non uccidere è il comandamento, il quinto, che ci mette davanti alla disumana possibilità che un essere umano possa togliere la vita ad un suo simile. I dieci comandamenti ci chiedono di osservare l’amore di Dio e l’amore per il prossimo per percorrere la strada della salvezza. Per noi cristiani è così, per tutta l’umanità non uccidere dovrebbe essere una legge morale.
Morte è il contrario di vita. Uccidere è il contrario di vivere. Dare la vita è il contrario di togliere la vita. Chi ha il potere di togliere la vita? Chi può uccidere o far uccidere un proprio simile? Chi consente che queste morti si moltiplichino e avendone potere non le ferma? Penso che siano domande scontate che molti nel mondo si stanno ponendo e alle quali nessuno ha risposta. Sono le domande di coscienze che sentono la mancanza di verità e di giustizia. Fa male la morte anche di un singolo essere umano, fanno malissimo le morti di esseri umani innocenti e indifesi. È incomprensibile la mancanza di umana pietà, è disumana l’indifferenza. Odio è il contrario di amore, vendetta è il contrario di perdono.
Da cosa nasce tanto odio? Cosa spinge un uomo a far soffrire un altro uomo? Non si riesce a fermare la violenza che non troviamo neanche nel mondo animale dove c’è più solidarietà fra simili.
Continuano le uccisioni di civili inermi in Terra Santa. Si allarga la violenza e i numeri delle morti in Libano, in Palestina, in Siria, le morti di Gaza sono numeri che aumentano ma non fanno più notizia. Migliaia di sfollati vivono in tende e nel disagio, migliaia di sopravvissuti soffrono per la fame, per la sete, hanno sofferto per il caldo, per il freddo che dopo un anno è ritornato. Non ancora arrivano aiuti perché ancora vengono bloccati. Tanti non possono essere salvati perché ancora mancano farmaci e ospedali. Tanti sono sepolti sotto le macerie, tanti non hanno avuto ancora una degna sepoltura. Si semina morte e distruzione, spariscono vite umane, case, strade, luoghi di sostegno al corpo e allo spirito, si distrugge la meraviglia della natura donata da Dio all’umanità ingrata e irresponsabile. Si uccide e si distrugge per interesse e per il potere. Si uccide anche con il disinteresse verso le necessità essenziali del prossimo, si uccide con l’indifferenza e con la mancanza di azioni decise a bloccare la guerra, avendone la possibilità. Non uccidere significa anche non sostenere la guerra e adoperarsi per fermarla. Ora basta. Non uccidere!
(fonte: L'Osservatore Romano 14/10/2024)