sabato 7 settembre 2024

VIAGGIO APOSTOLICO DI PAPA FRANCESCO IN ASIA E OCEANIA (2-13 settembre 2024) - Papa Francesco si congeda dall'Indonesia e arriva in Papua Nuova Guinea (cronaca, testo, foto e video)

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN INDONESIA, PAPUA NUOVA GUINEA,
TIMOR-LESTE, SINGAPORE

(2-13 settembre 2024)


Venerdì, 6 settembre 2024

GIACARTA - PORT MORESBY

9:15 CERIMONIA DI CONGEDO all’Aeroporto Internazionale di Giacarta “Soekarno-Hatta”
9:45 Partenza in aereo dall'Aeroporto Internazionale di Giacarta “Soekarno-Hatta” per Port Moresby

18:50 Arrivo all'Aeroporto Internazionale di Port Moresby “Jacksons”
18:50 CERIMONIA DI BENVENUTO



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Francesco in volo verso la Papua Nuova Guinea

L'aereo A-330 della compagnia Garuda Indonesia è decollato dall’aeroporto di Jakarta Soekarno-Hatta alle ore 10.37 ora locale (le 5.37 in Italia). L'atterraggio al Jacksons International Airport di Port Moresby è previsto dopo sei ore di traversata che porteranno il Papa, con il seguito e i giornalisti, dall'Asia in Oceania

Papa Francesco ha lasciato la capitale indonesiana per affrontare la seconda tappa del suo 45mo Viaggio apostolico che lo conduce ora in Papua Nuova Guinea, dove si tratterrà per due giorni, fino a domenica 8.








Dall'Asia all'Oceania

L'aereo A-330 della compagnia Garuda Indonesia, con a bordo il seguito papale e i giornalisti, è decollato - con quasi un'ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia - dall’aeroporto internazionale di Jakarta Soekarno-Hatta alle ore 10.37 ora locale (le 5.37 in Italia). L'atterraggio al Jacksons International Airport di Port Moresby è previsto, secondo il programma, per le 18.50 (ora locale). Sei ore di traversata per spostarsi dal continente asiatico all'Oceania. Il Pontefice, dopo la Messa in privato, ha lasciato la Nunziatura a Jakarta congedandosi con grande cordialità dal personale e dai benefattori. È giunto in aeroporto con la Toyota bianca di cui si è servito per gli spostamenti in questi giorni; lungo il tragitto diversi giovani a testimoniare il loro affetto, anche mamme con bambini. Accanto al picchetto d'onore, nella delegazione di governo, il Ministro per gli Affari Religiosi Yaqut Cholil Qoumas che ha salutato e ringraziato a lungo Francesco per la sua visita nel Paese. A salutare il Papa anche il cardinale Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo. Manifesta l'affabilità e la riverenza con cui è stato congedato il Pontefice da questa terra. Accompagnato in sedia a rotelle, Bergoglio ha benedetto quanti si sono accostati, chini, a lui. Fresco e vivo è il ricordo di un popolo accogliente che ha vissuto giorni di festosa coralità, nell'impegno a vivere in fraternità contro ogni forma di estremismo violento e di strumentalizzazione della fede per i conflitti.

La gente indonesiana che saluta il Papa, in partenza per la Papua

L'approdo a Port Moresby

Conosciuta anche come Pom Town, Port Moresby è la città più grande e il principale porto della Papua Nuova Guinea. Situata nella baia di Fairfax, sulla costa meridionale del Paese, si affaccia sul Golfo di Papua. Dopo la cerimonia di benvenuto che qui avverrà in areoporto, sarà ormai sera, il Papa si trasferirà in Nunziatura, situata su una collina dove è nato il primo villaggio autoctono. Cenerà in privato e poi si concederà il riposo per affrontare, l'indomani, l'incontro con le autorità e la società civile nell'APEC Haus, il principale centro conferenze della città, poi la visita a una scuola femminile fondata dalle Suore della Carità di Gesù, e infine l'incontro con le guide pastorali della Papua e delle Isole Salomone.

Al presidente indonesiano il grazie per i gesti di fraternità

Sorvolando l'arcipelago del sud-est asiatico, nel telegramma al presidente Joko Widodo, Papa Francesco esprime la sua profonda gratitudine alle autorità locali e a tutta la popolazione "per l'assistenza e i numerosi gesti di fraternità" nei giorni trascorsi in questa terra. Ogni volta che per raggiungere le altre tappe del viaggio apostolico - dopo la Papua, Timor Est e Singapore - sarà attraversato lo spazio aereo indonesiano, il Pontefice assicura che ricorderà "con affetto il vostro Paese" sul quale invoca abbondanti benedizioni divine.

Il dono del Papa in Nunziatura

Il dono del Papa lasciato alla Nunziatura d’Indonesia è un’opera realizzata in Giordania, interamente in mosaico, rappresentante lo stemma del Pontefice. Sul blasone papale, il simbolo della Compagnia di Gesù: un sole raggiante in cui campeggia l’acronimo IHS, sormontato da una croce e con tre chiodi alla base. Acronimo che si prestò storicamente a diverse letture: Iesus Hominum Salvator (Gesù, Salvatore dell’Umanità), oppure In Hoc Signo (Vinces), di costantiniana memoria; i gesuiti lo interpretarono come Habemus Iesum Socium (Abbiamo Gesù come Compagno) e Societas Iesu humilis (Società umile di Gesù). C’è inoltre una stella, simbolo della Vergine Maria, e il fiore di nardo, che nell’iconografia ispanica rimanda alla castità di san Giuseppe. Riportato anche il motto Miserando atque eligendo.

 

 



(fonte: Vatican News 06/09/2024)


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Francesco arrivato in Papua Nuova Guinea,
in centinaia per strada a dargli il benvenuto

È iniziata il 6 settembre, la seconda tappa del 45.mo viaggio apostolico del Papa che lo vedrà pellegrino a Port Moresby e Vanimo. Masse di bambini, donne e uomini sui marciapiedi a salutare con lumini accesi il passaggio dell'auto del Pontefice. La visita entrerà nel vivo domani con l'appuntamento con le autorità seguito dagli incontri con due realtà dedicate a bambini con disabilità e svantaggiati e infine con i vescovi di Papua e Isole Salomone e il clero locale


Un vento secco, neanche troppo leggero, che faceva volare le talari dei vescovi e le bandierine sulle vetture, un odore dolciastro nell'aria e un generale buio a causa della scarsità di corrente hanno dato il benvenuto a Papa Francesco, arrivato in serata a Port Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea, seconda tappa fino al prossimo 9 settembre del 45.mo viaggio apostolico nel Sud Est asiatico e in Oceania. L'aereo, un A330 della Garuda Indonesia, vettore di bandiera, con a bordo il Papa, il seguito e circa 80 giornalisti di testate internazionali è atterrato nel Jacksons International Airport alle 19.06, ora locale (11.06 ora di Roma) quando era già buio. Un buio generalizzato, interrotto solo da qualche lampione che illuminava i cartelloni di Welcome Pope Francis e la pedana coperta, ultimata nel pomeriggio di oggi, dove si è svolta la cerimonia di benvenuto.

Un momento dell'arrivo del Papa all'aeroporto di Port Moresby

L'accoglienza al Jacksons International Airport

Venti colpi di cannone hanno reso onore all'arrivo del Pontefice argentino, per la prima volta in Oceania, salutato dal vice primo ministro John Rosso, e dall’arcivescovo di Port Moresby, cardinale John Ribat, e da due bambini in abito tribale, con grandi piume e gonne di paglia, che ai piedi della scaletta del velivolo gli hanno consegnato dei fiori. La cerimonia è stata breve e sobria: gli inni, il picchetto militare, il saluto delle reciproche delegazioni. Poi il Papa si è diretto in macchina nella Nunziatura Apostolica, presso la Lolorua Street, accanto al sobborgo di Korobosea, area prevalentemente residenziale, che sarà il suo luogo di residenza in questi giorni papuani.

In massa per strada con i lumini

Già uscendo dal piazzale dell'aeroporto si vedevano nutriti gruppi di bambini in abiti tipici sostare lungo le strade puntellate da piante tropicali. Forse avevano preparato qualche esibizione ma il ritardo generale non l'ha consentito. In pochi si aspettavano però l'enorme massa di fedeli scesi sui marciapiedi o in piedi su macchine e camionette venuti a salutare il passaggio del Papa. Difficile da quantificarli: centinaia di migliaia, quasi - forse - la metà dei 325 mila abitanti. Uno spettacolo reso ancora più impressionante dal contrasto tra il buio, simbolo di quella povertà che attanaglia la capitale (quasi paragonabile a una bidonville di Haiti o dell'Africa se non fosse per i pochi grattacieli, hotel e centri commerciali del centro), e i lumini a forma di candela bianca che tutti tenevano in mano. Sono rimasti ordinati nonostante i grossi numeri, a parte qualche attraversamento veloce che ha costretto le camionette del seguito a brusche frenate e qualcuno che rincorreva le vetture. Merito dei volontari dispiegati già dal pomeriggio.

La cerimonia di accoglienza al Jackson International Airport

Donne e bambini

Tantissimi erano bambini. Erano di ogni età e altezza, scalzi o in infradito, con le magliettone lunghe con stampato il volto del Papa. Numerose anche le donne: cantavano al passaggio dell’auto bianca o sventolavano striscioni e foto. Alcune di queste riportavano l'immagine di volti in bianco e nero, forse vittime delle violenze, specie quelle tribali, che hanno lacerato il Paese anche di recente. Due cartelloni spiccavano in particolare tra le luci flebili delle candele: uno in inglese con la scritta So far from Rome, yet close to help, "Così lontano da Roma, così vicino per aiutare" e un altro di benvenuto al Papa che recitava in stampatello Cristo viene tra noi. Una fiammella della fede viva che anima questi cristiani, il 95% dei nove milioni di abitanti, due dei quali cattolici, con alcune comunità nelle zone rurali che, raccontano i missionari di vari ordini, vivono un cristianesimo come quello delle origini che va ancora attecchendosi in tradizioni ancestrali e riti legati alla terra e alla natura.

Il Papa e il governatore generale della Papua Nuova Guinea ascoltano gli inni nazionali

Uno scenario, dunque, quello della Papua Nuova Guinea, totalmente diverso rispetto all’Indonesia salutata questa mattina con una Jakarta grigia ma assolata, inquinata ma tecnologicamente avanzata e per certi versi occidentalizzata. Quasi il 40% della popolazione qui vive in condizioni di povertà assoluta. Un quarto dei bambini in età scolare primaria e secondaria non frequenta la scuola, gran parte bambine. Ci si uccide in massa per regolamenti di conti tra tribù rivali e si lasciano i corpi per le strade di periferia. Certi volti dei tanti, tantissimi, visti dai marciapiedi sembravano urlare aiuto e denunciare sofferenza. Quella che il Papa è venuto a lenire, trent’anni dopo il suo predecessore Giovanni Paolo II, pellegrino in questa terra oceanica nel 1995.

Gli appuntamenti di domani

Il viaggio in Papua Nuova Guinea entrerà nel vivo: ad aprire la giornata sarà la visita di cortesia del Pontefice al governatore generale presso la Government House, seguita dall’incontro con le autorità, società civile e corpo diplomatico nell’Apec Haus. Nella stessa giornata di domani, il Papa vedrà, presso la Caritas Technical Secondary School, i bambini di Street Ministry, organizzazione che si occupa di minori svantaggiati, e i bimbi di Callan Services, rete che si occupa di persone, adulti e bambini, con disabilità. A chiudere il primo giorno di viaggio, infine, l’appuntamento presso il Santuario di Maria Ausiliatrice, con i vescovi della Papua e delle Isole Salomone, insieme a sacerdoti, diaconi, consacrati, seminaristi, catechisti. La tappa nel Paese prevede anche una visita del Pontefice nella piccola città di Vanimo, vicino al confine con l’Indonesia, dove Jorge Mario Bergoglio ritroverà il suo vecchio amico argentino padre Martin Prado, 35 anni, da dieci in Papua Nuova Guinea dove assiste le comunità dei villaggi anche più sperduti.

Gente per le strade di Port Moresby per salutare il Papa
(fonte: Vatican News, articolo di Salvatore Cernuzio 06/09/2024)

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Video
Cerimonia di congedo dall'Indonesia

Video
Cerimonia di benvenuto in Papua Nuova Guinea

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