VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN INDONESIA, PAPUA NUOVA GUINEA,
TIMOR-LESTE, SINGAPORE
(2-13 settembre 2024)
Mercoledì, 11 settembre 2024
DILI - SINGAPORE
9:30 INCONTRO CON I GIOVANI nel “Centro de Convenções”
10:45 CERIMONIA DI CONGEDO all’Aeroporto Internazionale di Dili “Presidente Nicolau Lobato”
11:15 Partenza in aereo dall'Aeroporto Internazionale di Dili “Presidente Nicolau Lobato” per Singapore
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Alle nuove generazioni del “Paese del sorriso”
La questione ambientale, il ruolo della famiglia e il valore del matrimonio, l’impatto e la responsabilità dei social media, le arti marziali e la violenza: è su questi temi che i giovani di Timor Leste hanno puntato le testimonianze e rivolto domande a Papa Francesco, che a loro ha voluto dedicare l’ultimo incontro della visita del Paese prima di partire per Singapore, tappa conclusiva del lungo viaggio apostolico in Asia e Oceania.
Un incontro con i toni della festa, e non poteva essere altrimenti, visto l’entusiasmo prorompente dei presenti, ma anche l’attenzione dell’ascolto e il raccoglimento n nella preghiera.
L’incontro si è svolto la mattina di mercoledì 11 settembre presso il Centro de Convenções di Díli, un edificio storico risalente agli anni ’60, costruito in stile coloniale portoghese. Un tempo era il mercato municipale della città e oggi è stato ristrutturato e riadattato come Centro Congressi della capitale. Il Papa vi è arrivato dopo essersi congedato dal personale e dai benefattori della nunziatura apostolica, dove ha risieduto durante la permanenza nella capitale, lasciando in dono un mosaico con lo stemma del suo pontificato, una formella della medaglia del viaggio e un calice.
L’appuntamento con i giovani era nella Sala Grande de Conferencia, dove all’interno erano radunati mille giovani, mentre altri duemila hanno assistito dagli schermi. All’arrivo del Pontefice tutti insieme hanno scatenato il loro entusiasmo.
Il Papa è stato accolto da don Francisco Indra do Nascimento, responsabile della Commissione nazionale cattolica per la gioventù di Timor Leste e da alcuni giovani che gli hanno offerto una sciarpa tradizionale (tais) e un mazzo di fiori.
Raggiunto il palco, Francesco ha benedetto una statua della Madonna, sostando brevemente in silenziosa preghiera, accompagnato poi dall’Ave Maria recitata dai presenti.
Nel suo saluto al Pontefice, don Indra do Nascimento ha sintetizzato gli obiettivi della commissione con una frase: «Aiutare i giovani a diventare buoni cattolici e buoni cittadini». A tale scopo vengono organizzati incontri basati sull’esortazione apostolica postsinodale Christus vivit e ogni anno una Giornata nazionale della gioventù, la cui icona è la grande croce dei giovani, ispirata a quella della Gmg.
È stata poi la volta delle testimonianze, tutte con delle domande al Pontefice. Rogéria dos S. X. Baptista ha parlato della tutela dell’ambiente, puntando l’attenzione in particolare sul tema dei rifiuti, ma toccando anche il grande problema del disboscamento delle foreste. E ha chiesto a Francesco quali saranno gli effetti dei comportamenti sconsiderati nei confronti del creato e come fare per sensibilizzare su questi temi. Cecília Efranio Bonaparte ha invece trattato del ruolo della famiglia in un mondo sempre più tecnologico, chiedendo in che modo si possono rimettere le famiglie al centro della formazione e come possono fare i giovani a prepararsi bene al matrimonio.
Dopo un canto tradizionale ha preso la parola Ilham Mahfot Bazher, un giovane musulmano che ha evidenziato la tolleranza religiosa che sperimenta a Timor Leste, esprimendo gratitudine per il Documento sulla Fratellanza Umana. Al Papa ha chiesto come possono i giovani essere più responsabili nell’uso dei social media ed essere, attraverso essi, capaci di costruire ponti e vivere in una cultura di tolleranza e di dialogo tra le religioni. Infine Nelson M. da Conceição ha parlato del problema della violenza giovanile legata alle arti marziali e a gruppi rituali, domandando come vivere la Christus vivit nel quotidiano e come questo documento possa ispirare i giovani timoresi a essere più fraterni e solidali.
Temi e domande ripresi dal Papa, che nel suo discorso si è detto felice di questo incontro perché i giovani sono la maggioranza della popolazione di questo Paese, «una popolazione che sa sorridere». E ai giovani ha chiesto di non disperdere gli sforzi fatti da chi li ha preceduti, che «con tanto sacrificio hanno consolidato questa Nazione». Tre i principi fondamentali che il Pontefice ha ricordato ai giovani timoresi: «libertà, impegno, fraternità». Libertà non è semplicemente fare quel che si vuole — ha spiegato Francesco — ma essere responsabili e impegnarsi, anche nella cura della casa comune e dell’unità della famiglia. Allo stesso modo, Bergoglio ha esortato i ragazzi ad «essere fratelli, non nemici», promuovendo la riconciliazione e la convivenza tra tutte le differenze. Infine, l’invito a «fare chiasso» e a rispettare gli anziani.
Al discorso del Papa è seguito un momento di preghiera concluso con la benedizione da parte di Francesco, al quale sono stati offerti alcuni doni. Al termine dell’incontro il Pontefice ha raggiunto l’ingresso principale, dove due giovani gli hanno offerto delle colombe da liberare come simbolo di pace. Quindi sul piazzale ha saluto gli oltre 1.500 giovani presenti.
Poi, come all’arrivo, il tragitto in auto verso l’aeroporto è stato l’ennesima testimonianza di affetto a Francesco, con migliaia di persone ai bordi della strada a dargli l’ultimo caloroso saluto di Timor Leste e dirgli grazie per i tre giorni indimenticabili — decretati festa nazionale dalle autorità — che ha regalato loro e a questa piccola e giovane nazione.
All’aeroporto Internazionale di Díli “Presidente Nicolau Lobato”, dove si è svolta la cerimonia di congedo, il Papa è stato accolto dal presidente della Repubblica, José Ramos-Horta, e dal primo ministro Xanana Gusmão, nella Vip lounge, dove hanno avuto un breve colloquio. Prima di imbarcarsi, Francesco ha salutato il cardinale arcivescovo di Díli, Virgilio do Carmo da Silva, con il seguito locale, e la delegazione timorese. L’aereo papale è decollato alle ore 12.25 (quando in Italia erano le 5.25) con destinazione Singapore, ultima tappa di questo lungo e intenso viaggio in Asia e in Oceania.
(fonte: L'Osservatore Romano, articolo di Gaetano Vallini 11/09/2024)
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INCONTRO CON I GIOVANI
DISCORSO DEL SANTO PADRE
“Centro de Convenções” (Dili, Timor Leste)
Mercoledì, 11 settembre 2024
Dadeer di’ak! (Buongiorno!)
Prima di tutto faccio una domanda, vediamo chi sa rispondere: cosa fanno i giovani? Cosa fanno i giovani? Tu [indica una ragazza].
[la ragazza] “Annunciare Cristo”.
Molto bene. Cos’altro fanno i giovani? Quale altra cosa?
[un altro giovane] “Proclamare la Parola di Dio”.
Benissimo. Che altro fanno i giovani?
[un altro giovane] “Amarsi gli uni gli altri”.
Amare, e i giovani hanno una grande capacità di amare. Che altro fanno i giovani?
[un altro giovane] “Dobbiamo coltivare la pace nel nostro Paese”.
Questo non scordatelo mai! Molto bene, molto bene. Ma c’è una cosa che fanno sempre i giovani, i giovani di diverse nazionalità, i giovani di diverse religioni. Sapete cosa fanno sempre i giovani? I giovani fanno chiasso, i giovani fanno confusione. Siete d’accordo? Siete d’accordo su questo? [rispondono: “Sì!]
Vi ringrazio per i saluti, le testimonianze e le domande. Vi ringrazio per i balli. Perché sapete che ballare è esprimere un sentimento con tutto il corpo. Conoscete qualche giovane che non sa ballare? La vita viene con la danza. E voi siete un Paese di gente giovane.
C’è una cosa che dicevo stamattina a un vescovo: non dimenticherò mai i vostri sorrisi. Non smettete di sorridere! E voi giovani siete la maggioranza della popolazione di questa terra, e la vostra presenza riempie di vita questa terra, la riempie di speranza e la riempie di futuro. Non perdete l’entusiasmo della fede! Immaginate un giovane senza fede, con una faccia triste. Ma voi sapete cos’è che butta giù un giovane? I vizi. State attenti. Perché arrivano quelli che si definiscono venditori di felicità. E ti vendono la droga, ti vendono tante cose che ti danno felicità per mezz’ora e basta. Lo sapete meglio di me, vero? Voi conoscete questa situazione meglio di me. La conoscete o no?... Non “sento”... [“Sì”] Bene, molto bene, grazie.
Vi auguro di andare avanti con la gioia della gioventù. Ma non dimenticatevi una cosa: voi siete gli eredi di coloro che vi hanno preceduto nella fondazione di questa Nazione. Pertanto, non perdete la memoria! La memoria di quelli che vi hanno preceduto e che con tanto sacrificio hanno costruito questa Nazione.
E ci sono due cose che mi hanno toccato il cuore mentre camminavo per le strade. Mi hanno davvero toccato il cuore. La gioventù di questo Paese e il sorriso. Siete un popolo che sa sorridere! Continuate così! Non dimenticatelo.
Un giovane deve sognare. “E come si fa, Padre, per sognare?”. Si beve alcol? [“No!”] No! Se fai questo, avrai degli incubi! Vi invito a sognare, a sognare cose grandi. Un giovane che non sogna è un pensionato della vita. E qualcuno di questi giovani, di voi, è un pensionato? [“No!”] I giovani devono fare confusione, per mostrare la vita che hanno. Ma un giovane è nel mezzo del cammino della vita, è a metà, nel mezzo della strada della vita. Tra i ragazzi e i grandi. E sapete qual è una delle più belle ricchezze di una società? Lo sapete? Gli anziani, i nonni! Voi giovani, e l’altra punta sono gli anziani. Ma sono i nonni, sono gli anziani che danno la saggezza ai giovani. Voi rispettate gli anziani? [“Sì!] Gli anziani precedono sempre noi giovani nella storia, non è vero? Gli anziani sono un tesoro: i due tesori di un popolo sono i bambini e gli anziani. Capito? Vediamo, ripetetelo voi. Quali sono i due più grandi tesori di un popolo? [“I bambini e gli anziani”] I bambini e gli anziani. Ecco perché una società che ha tanti bambini come la vostra deve prendersi cura di loro. E una che ha tanti anziani che sono la memoria deve rispettarli e prendersene cura.
Vi racconto una storia. C’era una famiglia, il papà, la mamma, i bambini e il nonno molto anziano stavano mangiando insieme. E il nonno, poverino molto anziano, quando mangiava si sporcava e rovesciava il cibo. Allora il papà decise di mettere un tavolo in cucina, in modo che il nonno mangiasse lì da solo. E spiegò alla famiglia che così, visto che il nonno non c’era, avrebbero potuto invitare gente senza essere in imbarazzo per il nonno. Pensate a questo. Passano alcuni giorni e il papà arriva e trova il figlio di cinque anni che sta giocando con dei legni. Il papà gli chiede: “Cosa stai facendo con quel legno?” – “Sto facendo un tavolo” – “Perché?” – “Per te, quando sarai vecchio e dovrai mangiare da solo”.
I due più grandi tesori di una società sono i bambini e i nonni. Insieme: quali sono i due tesori più grandi della società? [“I bambini e i nonni”] Prendetevi cura dei bambini e dei nonni, d’accordo? E ora facciamo un grande applauso ai nostri nonni!
Voi, in questo Paese così sorridente, avete una storia meravigliosa, di eroismo, di fede, di martirio e, soprattutto, di perdono e di riconciliazione. Vi faccio una domanda: chi è la persona, in tutta la storia, che è stata capace di perdonare e voler riconciliare? Pensateci bene, chi è questa persona? Chi è? [“Gesù!”] Gesù! Gesù nostro fratello che ama tutti noi, giusto? E questa riconciliazione mi porta a raccomandare a voi giovani tre cose: libertà, impegno, fraternità.
Nella lingua tetum c’è un detto: “ukun rasik-an”, cioè essere in grado di governare se stessi. Un giovane che non è in grado, una giovane, un giovane che non è in grado di governarsi, che non è in grado di vivere “ukun rasik-an”, che cos’è? Cosa dite? Uno che dipende dagli altri. Molto bene. E un uomo, una donna, un giovane, un ragazzo che non governa se stesso è schiavo, è dipendente, non è libero. E di cosa può essere schiavo un giovane? Vediamo, qualcuno risponda… Di che cosa? Del peccato, del telefonino – dopo vi racconto qualcosa sul telefonino – , un’altra cosa… Di cosa può essere schiavo? Essere schiavo del proprio desiderio, credersi onnipotente. Di cos’altro può essere schiavo un giovane? [qualcuno risponde] Certo, dell’arroganza: un giovane sempre così è un giovane arrogante. Invece, un giovane impegnato, un giovane che lavora, com’è? Ditemi, com’è un giovane che lavora? [qualcuno risponde] Bene, uno che ama la semplicità. E poi? Che ha responsabilità. Un giovane che ama la compagnia dei fratelli, delle sorelle, che ha responsabilità, è un giovane che ama il suo Paese. Questo è molto importante.
E c’è un’altra cosa che [hanno detto] Rogéria e Cecilia Efranio riferendosi all’importanza di prendersi cura della casa comune e di coltivare l’unità della famiglia. Un giovane deve capire che essere libero non significa fare ciò che si vuole, ma che un giovane è responsabile. E una delle responsabilità è imparare a prendersi cura della casa comune. E per questo il giovane deve impegnarsi. Un proverbio orientale dice: i tempi difficili creano uomini forti. Guardate i vostri genitori, i vostri nonni, che hanno dovuto affrontare tempi difficili per dare la libertà al Paese. Ecco perché dovete imparare a gestire i momenti difficili.
Un’ultima cosa prima di andare via. È un valore che dovete imparare: la fraternità. Essere fratelli, non essere nemici. I vostri anziani, i vostri genitori e nonni, magari con idee diverse, ma erano fratelli. Ed è bene che i giovani abbiano idee diverse? [“Sì”] E questo perché? Per litigare con gli altri? O per rispettarci? [rispondono] Io credo che tu pensi questo: se io sono di questa religione e tu sei di quest’altra religione, ci scontreremo. Non è così, bisogna rispettarsi. Ripetiamo questa parola: rispettarsi.
E una domanda: l’odio è un buon atteggiamento? [“No!”] L’amore e il servizio, questo è l’atteggiamento giusto. Adesso ripetiamo tutti insieme: odio no, amore e servizio sì [ripetono] Ancora una volta, non ho sentito bene [ripetono] E se un giovane, una giovane, litiga con un altro, cosa deve fare?... Non sento, cos’hanno detto? Ripetiamolo tutti insieme: amore e riconciliazione!… [ripetono] Amore e riconciliazione.
C’è una cosa che non so se succede in questo Paese, ma in altri Paesi sì: il bullismo. C’è bullismo qui? Il bullismo è un atteggiamento che si approfitta del più debole. Perché è brutto, perché è grasso, perché cammina male… Ma è sempre un atteggiamento brutto perché usa la debolezza degli altri. Ma qui, a Timor Leste, c’è bullismo? Per favore, d’ora in poi niente bullismo!
Cari giovani, siate eredi della storia tanto bella che vi ha preceduto! Siate eredi della storia così bella che vi ha preceduto. E portatela avanti. Abbiate coraggio, abbiate coraggio per portare avanti le cose. E se litigate, riconciliatevi. Vi ringrazio per tutto quello che fate per la patria, per il popolo di Dio. E ricordiamo quello che ci ha detto Ilham, che ha parlato poco fa: che dobbiamo amarci al di là di tutte le differenze etniche o religiose. Avete capito questo? [“Sì!”] Riconciliazione, convivenza con tutte le differenze. È importante. Siamo d’accordo? [“Sì!”]
E prima di finire devo darvi un consiglio: fate chiasso, fate confusione! Il mio secondo consiglio: rispettate e ascoltate gli anziani, d’accordo? Il primo consiglio qual era? [rispondono] Bene. E il secondo consiglio? [rispondono]
Dio vi benedica tanto. Grazie per questa presenza! Grazie per il canto e il ballo, molto bello. E com’era? Scusate, mi dimentico io. Quali erano i due consigli? Il primo? Il secondo? Fate chiasso, fate confusione e rispettate gli anziani. Che Dio vi conservi questa gioia. Che Dio vi custodisca sempre!
Alla fine, dopo i saluti, ha aggiunto:
Grazie per la vostra gioia, grazie per il vostro sorriso!
E vi ho dato due consigli, il primo, qual era? [rispondono] Confusione. E il secondo? [rispondono] I giovani devono fare confusione e i giovani devono rispettare gli anziani, d’accordo? Tutti insieme, primo: confusione. Secondo: rispetto per gli anziani.
Grazie per la vostra presenza. Lascio questa terra che è un sorriso con i vostri volti e con le vostre speranze. Che Dio vi benedica tutti!
Papa Francesco in volo verso Singapore,
ultima tappa del viaggio in Asia
L'aereo papale è decollato dall'aeroporto internazionale di Dili alle 12.25 ora locale (5.25 a Roma) e lo porterà in circa quattro ore nella città-Stato asiatica. Sarà il quarto Paese visitato dal Pontefice dopo Indonesia, Papua Nuova-Guinea e Timor-Leste in questo 45 esimo viaggio apostolico, il più lungo del Pontificato
Papa Francesco ha lasciato Dili, capitale di Timor-Leste alla volta di Singapore, ultima tappa, dopo l’Indonesia e la Papua-Nuova Guinea, del suo 45mo viaggio apostolico. Dopo l’incontro con i giovani il Pontefice è stato accolto dal presidente della Repubblica José Ramos-Horta per un breve colloquio e, prima di imbarcarsi, ha salutato il seguito locale, la delegazione timorese ed è salito per ultimo a bordo.
L’aereo A320 di Aero Dili è decollato alle 12.25 ora locale (le 5.25) e l’atterraggio al Singapore Changi Airport è previsto dopo circa quattro ore. Francesco, dopo la cerimonia di accoglienza, si trasferirà al St. Francis Xavier Retreat Center, dove risiederà per tutta la durata del viaggio e oggi 11 settembre incontrerà in forma privata i gesuiti del Paese. Francesco resterà a Singapore fino al 13 settembre, quando rientrerà in Vaticano. Il motto di questa ultima tappa è “Unità e speranza”.
(fonte: Vatican News 11/09/2024)