mercoledì 28 agosto 2024

Olimpiadi 2024 - Quelle Olimpiadi nella casa di riposo

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Giochi di pace

Quelle Olimpiadi nella casa di riposo
 

Margaux Rifkiss vince ogni mercoledì, da un anno, la sua medaglia. Francese, 28 anni, campionessa europea e argento mondiale a squadre in carica di sciabola, non manca mai all’appuntamento per far tirare di scherma gli anziani ospiti della casa di riposo Maison des Vergers a Montreuil, nel dipartimento della Senna-Saint-Denis. Età media degli “atleti” poco più di 90 anni: 88 il meno anziano e 102 — Marguerite — la meno giovane (ma la più agguerrita, non ci sta a perdere).

Margaux finisce di allenarsi (cinque ore al giorno) e sale in bici con in spalla il saccone con tutta l’attrezzatura per il suo team: sciabole di plastica (non appuntite), palline di gomma e tutto quello che serve per fare un po’ di sport e per non farsi male.

«Non è solo un servizio sociale ma un’esperienza che fa crescere anzitutto me» dice Margaux. «Mia nonna viveva in una casa di riposo: quando andavo a trovarla i suoi occhi si illuminavano mentre le parlavo della scherma, era come se lei fosse sempre in viaggio e non più in una struttura per anziani» ricorda. E così Margaux non ha esitato un istante, con la stessa rapida esplosività che richiede una stoccata, a vestire i panni dell’insegnante nella casa di riposo, sostenuta dalla Federazione di scherma francese.

«A mia nonna sarebbe piaciuto tantissimo! Ora non c’è più, però in qualche modo so di renderla felice perché lei avrebbe sicuramente partecipato alle mie lezioni!». La nonna, ecco la motivazione principale di Margaux.

Forte della laurea proprio in Silver economy all’Università di Aix-Marseille, spiega: «La scherma è uno sport senza barriere e i fatti confermano che si può praticare a ogni età, con il corretto equilibrio, anche perché per gli anziani migliora la qualità della vita: il sonno, l’appetito, l’umore, l’autostima».

Lo stile dell’allenamento — dura tra un’ora e un’ora e mezzo — è semplice: divertendosi, anche con “sfide” a chi fa più stoccate dopo il rituale saluto reciproco degli schermitori prima di ogni “assalto”. Non mancano esercizi di psicomotricità personalizzati, che aiutano ad esempio a coordinare i movimenti delle braccia o delle gambe, sempre «avendo un obiettivo sportivo preciso».

Per le persone anziane, insiste Margaux, «è davvero gratificante sentirsi comunque parte di uno sport olimpico che ha grandi valori. E lo si vede dalla concentrazione negli esercizi». Che rilancia: «Non c’è abbastanza attenzione per la salute mentale degli anziani eppure è una questione centrale. Gli studi scientifici dimostrano che incoraggiarli a non fermarsi aiuta anche a ritrovare la fiducia in se stessi e soprattutto a non perdere la dignità». Con medici, psicomotricisti e terapisti «lavoriamo su aspetti fisici, cognitivi, culturali e sociali per rompere l’isolamento degli anziani».

E sarebbe importante, dice, che il progetto fosse applicato su larga scala: «Il mio sogno oggi è che tutti gli anziani negli istituti possano praticare la scherma, sono stata incaricata dalla Federazione di formare nuovi maestri, per adattare la pratica sportiva nelle case di riposo con atleti di alto livello».
(fonte: L'Osservatore Romano, articolo di Giampaolo Mattei 22/08/2024)