mercoledì 8 maggio 2024

#LO STUPIDO - Gianfranco Ravasi

#LO STUPIDO

Gianfranco Ravasi


Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo.

Ho avuto la fortuna tanti anni fa di trascorrere un pomeriggio dialogando con Riccardo Bacchelli, il grande autore del Mulino del Po, nella sua abitazione milanese. Al termine, accompagnandomi all’ascensore, mi disse con ironia: «Reverendo, si ricordi che gli stupidi impressionano, non foss’altro che per il numero!». È il tema che attraversa anche la citazione che abbiamo sopra proposto, desumendola dal Diario notturno (1956) di Ennio Flaiano. In essa ritroviamo intatta e vivace, la vena satirica di questo giornalista e critico morto nel 1972, sempre pronto a registrare gli aspetti sconcertanti e paradossali della società contemporanea.

La stupidità con la sua pomposa e affollata presenza ne è una rivelazione incisiva. Difficile è aggiungere altro alle parole sferzanti di Flaiano che si intrecciano pienamente con l’osservazione di Bacchelli. Una volta si diceva in latino che bonum est diffusivum sui, ossia che il bene di sua natura si effonde e si allarga irradiandosi. Si potrebbe ripetere che la stoltezza ha la stessa efficacia dirompente, e l’effetto è grottesco perché genera uno stuolo di adepti. Potremmo, allora, concludere con una fine poetessa, la polacca Wislawa Szymborska: «Le persone si istupidiscono all’ingrosso e rinsaviscono al dettaglio»

(Fonte: “Il Sole 24 Ore - Domenica” -25 febbraio 2024)

in Sole 24 Ore, 25 febbraio 2024