venerdì 31 maggio 2024

Enzo Bianchi Una nuova resistenza

Enzo Bianchi
Una nuova resistenza 


La Repubblica - 20 Maggio 2024

Questi non sono tempi buoni, segnati da una convivenza che si nutra di fiducia reciproca, di speranza, dove la vita sociale sia contrassegnata dalla ricerca della legalità, della giustizia, della democrazia. Siamo testimoni di un involgarimento dei rapporti, un imbarbarimento dei modi, una rozzezza anche di chi detiene funzioni nelle istituzioni e della mediocrità che dilaga come una pandemia tra la gente. Non è un clima di “leggerezza”, ma, almeno per chi ama la buona e bella convivenza, è un clima di insostenibile pesantezza, un clima che compromette e deteriora la qualità della vita personale e sociale e che, secondo l’espressione di Robert Musil, è “prassi della stupidità”.

A questo appiattimento acritico e a questa sonnolenza della responsabilità sociale sembra non sia possibile opporre uno sforzo educativo, una protesta. Si parla tanto di resistenza, ma in realtà non si è capaci di una vera prassi di resistenza che necessita non solo di indignazione, ma di una vera e propria insurrezione delle coscienze. Giorno dopo giorno questo involgarimento dilaga purtroppo “tra la gente” e “nel popolo”, a tal punto da impedire che quest’ultimo sia il soggetto della responsabilità. Ma solo la responsabilità può consentire il cammino verso una democrazia che è sempre non solo da rinnovarsi ma da far crescere. Così anche “il popolo” può essere usato e degradato a massa di manovra, e la cosiddetta “volontà popolare” può preferire delegare tutto a un capo, a istituzioni autoritarie, nell’illusione di accedere in questo modo a quell’ordine sociale che garantirebbe la prosperità.

L’autentica qualità della vita sociale richiede invece il senso della responsabilità personale, un suo esercizio soggettivo che se è tale implica sempre anche una vigilanza affinché siano affermate la giustizia, la legalità, l’uguaglianza.

Ma da che cosa nascono gli impedimenti alla responsabilità personale in una società nella quale la democrazia si fa debole e il senso della communitas viene meno? Innanzitutto dalla venerazione della tradizione e dal tentativo di ripristinarla oggi come attualità. È il ricorso martellante ai cosiddetti “valori”: Dio, patria, famiglia... Evocarli come un orizzonte non è solo stoltezza, è un tentativo di far risorgere autoritarismi e quel tipo di ordine sociale che contraddistingue ogni fascismo. Dio non ha bisogno di essere invocato come reggitore del nostro vivere nella polis: questo riguarda noi umani e Dio resta silenzioso per lasciarci liberi nelle nostre scelte. Noi cristiani non sentiamo la patria come una terra solo nostra, perché ogni terra per noi è patria e la nostra patria dovrebbe essere terra aperta a tutti senza muri, senza che si faccia del mare che la circonda un cimitero. Quanto alla famiglia, oggi sappiamo leggere anche le violenze e i soprusi di cui un tempo si nutriva e per questo ne accogliamo oggi la diversità, che certo non corrisponde più al modello patriarcale del passato. Dietro questo culto e questa nostalgia della tradizione (nel senso poco nobile di “quel che si faceva in passato”!) c’è la grande paura della differenza, di chi non appare conforme al modello dominante: una paura che ha la pretesa di legittimare l’avversione e l’ostilità verso gli immigrati che dovrebbero essere ricacciati nelle loro terre di fame e di guerra. Verso gli islamici soprattutto, che si radunano insieme per pregare e vorrebbero avere una moschea. Verso le persone con altro orientamento sessuale rispetto al loro modello maschilista. Ciò che è altro, diverso, in nome di questa paura va escluso come va esclusa ogni possibilità di arrivare a un’Europa plurale, che sarebbe più capace di assicurare democrazia.

Ecco perché è necessaria una nuova resistenza capace di risvegliare il popolo affinché non sogni un suo unico interprete al potere ma un’architettura sempre capace di accrescere la democrazia.
(fonte: blog dell'autore)


mercoledì 29 maggio 2024

Papa Francesco «Lo Spirito fa l’armonia, l’armonia nella vita, l’armonia nel mondo... Chiediamo allo Spirito Santo che venga a noi e ci faccia persone nuove, con la novità dello Spirito.» Udienza Generale 29/05/2024 (foto, testo e video)

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 29 maggio 2024

Sono quattro, anche oggi, i bambini, maschi e femmine, che il Papa ha preso a bordo della jeep bianca scoperta all’inizio del consueto giro tra i settori di piazza San Pietro, delimitati dal colonnato del Bernini. Il bianco, sulla papamobile, è il colore dominante: non solo quello delle vesti del Santo Padre, ma anche quello dei bambini a bordo, rigorosamente tutti in maglietta e cappellino bianco. Molto festoso il clima di oggi in piazza, rallegrato anche dai ritmi ballabili di stampo sudamericano e caraibico della banda che ha fatto da sottofondo al tragitto papale. Tra i doni che i fedeli, tutti muniti degli immancabili cellulare per le foto e i selfie, anche diversi variopinti omaggi floreali.
“Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”: questo il tema del nuovo ciclo di catechesi che Francesco proporrà ai fedeli, a partire da oggi, all'udienza generale del mercoledì, attraversando le tre grandi tappe della storia della salvezza: l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento e il tempo della Chiesa, la Sposa. "Sempre tenendo lo sguardo fisso su Gesù".








_______________________________________

Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate.

Ciclo di Catechesi. Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza. 1. Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi, con questa catechesi iniziamo un ciclo di riflessioni che ha per tema “Lo Spirito e la Sposa – la Sposa è la Chiesa –. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”. Faremo questo cammino attraversando le tre grandi tappe della storia della salvezza: l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento e il tempo della Chiesa. Sempre tenendo lo sguardo fisso su Gesù, che è la nostra speranza.

In queste prime catechesi sullo Spirito nell’Antico Testamento non faremo “archeologia biblica”. Scopriremo invece che quanto è donato come promessa nell’Antico Testamento si è realizzato pienamente in Cristo. Sarà come seguire il cammino del sole dall’alba verso il meriggio.

Iniziamo dai primi due versetti di tutta la Bibbia: «In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque» (Gen 1,1-2). Lo Spirito di Dio ci appare come la potenza misteriosa che fa passare il mondo dal suo iniziale stato informe, deserto e tenebroso, al suo stato ordinato e armonioso. Perché lo Spirito fa l’armonia, l’armonia nella vita, l’armonia nel mondo. In altre parole, è Colui che fa passare dal caos al cosmo, cioè dalla confusione a qualcosa di bello e di ordinato. È questo, infatti, il significato della parola greca kosmos, come pure della parola latina mundus, cioè qualcosa di bello, di ordinato, pulito, armonico, perché lo Spirito è l’armonia.

Questo accenno ancora vago all’azione dello Spirito nella creazione si precisa nel seguito della rivelazione. In un salmo leggiamo: «Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera» (Sal 33,6); e ancora: «Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra» (Sal 104,30).

Questa linea di sviluppo diventa chiarissima nel Nuovo Testamento, che descrive l’intervento dello Spirito Santo nella nuova creazione, servendosi proprio delle immagini che si leggono a proposito dell’origine del mondo: la colomba che nel battesimo di Gesù aleggia sulle acque del Giordano (cfr Mt 3,16); Gesù che, nel Cenacolo, soffia sui discepoli e dice: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22), come all’inizio Dio aveva alitato il suo soffio su Adamo (cfr Gen 2,7).

L’apostolo Paolo introduce un elemento nuovo in questo rapporto tra lo Spirito Santo e il creato. Parla di un universo che “geme e soffre come nelle doglie del parto” (cfr Rm 8,22). Soffre a causa dell’uomo che lo ha sottoposto alla “schiavitù della corruzione” (cfr vv. 20-21). È una realtà che ci riguarda da vicino e drammaticamente. L’Apostolo vede la causa della sofferenza del creato nella corruzione e nel peccato dell’umanità che lo ha trascinato nella sua alienazione da Dio. Questo resta vero oggi come allora. Vediamo lo scempio che del creato ha fatto e continua a fare l’umanità, soprattutto quella parte di essa che ha maggiori capacità di sfruttamento delle sue risorse.

San Francesco d’Assisi ci indica una via di uscita, bella, per tornare all’armonia dello Spirito: la via della contemplazione e della lode. Lui voleva che dalle creature si levasse un cantico di lode al Creatore. Ricordiamo: «Laudato si’, mi Signore…», il cantico di Francesco d’Assisi.

Un salmo (18,2) dice così: «I cieli narrano la gloria di Dio», ma hanno bisogno dell’uomo e della donna per dare voce a questo loro grido muto. E nel “Santo” della Messa noi ripetiamo ogni volta: «I cieli e la terra sono pieni della tua gloria». Ne sono, per così dire, “gravidi”, ma hanno bisogno delle mani di una buona levatrice per dare alla luce questa loro lode. La nostra vocazione nel mondo, ricorda ancora Paolo, è di essere «lode della sua gloria» (Ef 1,12). Si tratta di anteporre la gioia del contemplare a quella del possedere. E nessuno ha gioito delle creature più di Francesco d’Assisi, che non ne ha voluto possedere nessuna.

Fratelli e sorelle, lo Spirito Santo, che all’inizio trasformò il caos in cosmo, è all’opera per compiere questa trasformazione in ogni persona. Tramite il profeta Ezechiele Dio promette: «Vi darò un cuore nuovo; metterò dentro di voi uno Spirito nuovo ... Porrò il mio Spirito dentro di voi» (Ez 36,26-27). Perché il nostro cuore assomiglia a quell’abisso deserto e tenebroso dei primi versetti della Genesi. In esso si agitano sentimenti e desideri opposti: quelli della carne e quelli dello spirito. Siamo tutti, in un certo senso, quel “regno diviso in se stesso” di cui parla Gesù nel Vangelo (cfr Mc 3,24). Intorno a noi possiamo dire che c’è un caos esterno, un caos sociale, un caos politico: pensiamo alle guerre, pensiamo a tanti bambini e bambine che non hanno da mangiare, a tante ingiustizie sociali, questo è il caos esterno. Ma c’è anche un caos interno: interno ad ognuno di noi. Non si può sanare il primo, se non si comincia a risanare il secondo! Fratelli e sorelle, facciamo un bel lavoro per fare della nostra confusione interiore una chiarezza dello Spirito Santo: è la potenza di Dio che fa questo, e noi apriamo il cuore perché Lui possa farlo.

Che questa riflessione susciti in noi il desiderio di fare l’esperienza dello Spirito creatore. Da oltre un millennio la Chiesa ci mette sulle labbra il grido per chiederlo: «Veni creator Spiritus!», Vieni o Spirito creatore! Visita le nostre menti. Riempi di grazia celeste i cuori che hai creato». Chiediamo allo Spirito Santo che venga a noi e ci faccia persone nuove, con la novità dello Spirito. Grazie.

Guarda il video della catechesi

____________________________

Saluti
...

_____________________________________

APPELLI

Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime della grande frana che ha travolto alcuni villaggi in Papua Nuova Guinea. Il Signore conforti i familiari, quanti hanno perso la casa e il popolo papuano, che a Dio piacendo incontrerò nel settembre prossimo.

Domenica scorsa, a Novara, è stato beatificato Don Giuseppe Rossi, sacerdote e martire. Parroco zelante nella carità, non abbandonò il gregge nel tragico periodo della seconda guerra mondiale, ma lo difese fino all’effusione del sangue. La sua testimonianza eroica ci aiuti ad affrontare con fortezza le prove della vita. Un applauso al nuovo Beato!

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare...

Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria liturgica di San Paolo VI, pastore ardente di amore per Cristo, per la Chiesa e per l’umanità. Tale ricorrenza aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani, suscitando un rinnovato impegno nella costruzione della civiltà dell’amore. E mi raccomando, per favore, se avete un po’ di tempo, leggete la lettera di Paolo VI “Evangelii nuntiandi” che è ancora attuale.

Il mio pensiero va alla martoriata Ucraina. L’altro giorno ho ricevuto bambini e bambine che hanno sofferto bruciature, hanno perso le gambe nella guerra: la guerra sempre è una crudeltà. Questi bambini e bambine devono incominciare a camminare, a muoversi con braccia artificiali … hanno perso il sorriso. È molto brutto, molto triste quando un bambino perde il sorriso. Preghiamo per i bambini ucraini. E non dimentichiamo Palestina, Israele che soffrono tanto: che finisca la guerra. E non dimentichiamo il Myanmar, e tanti Paesi che sono in guerra. I bambini soffrono, i bambini nella guerra soffrono. Preghiamo il Signore perché sia vicino a tutti e ci dia la grazia della pace. Amen.

A tutti la mia benedizione!


Guarda il video integrale

LAMPEDUSA, L'ENNESIMA TRAGEDIA: LA PICCOLA DI SEI MESI MORTA IN BRACCIO ALLA MAMMA IN UN BARCHINO DIRETTO A LAMPEDUSA

LAMPEDUSA, L'ENNESIMA TRAGEDIA:
LA PICCOLA DI SEI MESI MORTA IN BRACCIO ALLA MAMMA IN UN BARCHINO DIRETTO A LAMPEDUSA

Quando i soccorritori della Humanity 1 l’hanno recuperata era con la madre e la sorellina di tre anni. Per lei non c'era più nulla da fare. Secondo i dati Unicef In media 11 bambini muoiono ogni settimana mentre fuggono attraverso il Mediterraneo


Era abbracciata alla mamma in uno dei tanti barchini in ferro che in queste ore stanno partendo dalla Tunisia diretti a Lampedusa. A bordo erano 45, quando l’Humanity 1 della Ong Sos Humanity li ha soccorsi nel Mediterraneo centrale per la piccola non c’era più niente da fare. La mamma la teneva stretta tra le braccia, non riuscendone a separarsi, accanto a lei la sorellina di tre anni.

La giovane donna insieme al corpo della neonata e alla figlia di tre anni sono state trasbordate in una motovedetta della guardia costiera fino al molo Favaloro dove successivamente sono state accompagnate dal personale della Croce Rossa nell’hotspot di Contrada Imbriacola.

L’Humanity 1 invece con 185 naufraghi a bordo sta invece procedendo la navigazione verso il porto di Livorno secondo quanto predisposto dalle autorità italiane. «Il nostro equipaggio ha dovuto recuperare una neonata morta durante un salvataggio effettuato dalla nave Humanity 1 questa mattina. Il suo corpo, la madre e la sorellina di 3 anni sono stati evacuati dalla nostra nave di soccorso poco dopo dalla guardia costiera italiana. In media, 11 bambini muoiono ogni settimana mentre fuggono attraverso il Mediterraneo. Questo dato è stato calcolato dall'Unicef per il primo semestre del 2023. Il numero di bambini costretti a compiere la pericolosa e angosciante traversata su imbarcazioni non idonee, con o senza un adulto, è in aumento. Questo rappresenta un declino dei valori umanitari dell'Europa, che non si limita a non proteggere i bambini, ma li espone alle brutali politiche a porte chiuse dell'UE. Almeno 1.244 bambini hanno perso le loro giovani vite fuggendo attraverso il Mediterraneo dal 2014», racconta Sofia Bifulco coordinatrice della comunicazione a bordo dell’Humanity 1.

Famiglia Cristiana il 7 ottobre scorso in occasione del convegno “Migranti, oltre i muri, le nuove frontiere dell’accoglienza” aveva fatto un sopralluogo nel cimitero dell’isola con Suor Ausilia, la sorella salesiana impegnata in progetti di accoglienza e integrazione a Lampedusa e la Comunità di Sant’Egidio. Mesi dopo nulla è cambiato, a Lampedusa insieme ai vivi continuano ad arrivare i morti e ancora una volta al molo Favaloro si assiste alla scena di madri che piangono per la perdita dei propri figli.
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Alessandro Puglia 28/05/2024)


Verso le elezioni europee: Retinopera, presentato il decalogo per un’Europa dai valori cristiani

Verso le elezioni europee:
Retinopera*, presentato il decalogo
per un’Europa dai valori cristiani

(Foto Calvarese/SIR)

Presentato la mattina del 27 maggio a Roma, nello spazio Esperienza Europa – David Sassoli, il decalogo realizzato da Retinopera che, in vista delle prossime elezioni per il Parlamento europeo in programma dal 6 al 9 giugno in tutta Europa, in Italia 8 e 9 giugno, vuole dare concretezza ai principi e ai contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, sottolineando quanto già attuato dalle associazioni aderenti. “Le radici cristiane rimangono il fondamento d’Europa e il chiaro riferimento al fine di superare le criticità che vanno storicizzandosi come il contrasto tra i benefici ottenuti (materiali, sociali, ecologici e politici) e le forme di esclusione presenti (povertà, disuguaglianza, perdita di fiducia)”.

(Foto Calvarese/SIR)
Sono queste le motivazioni del documento presentato da Sonia Collicelli e Giafranco Cattai di Retinopera, partendo dal primo punto “Un’Europa per la pace” che deve essere una priorità, operando contro la guerra, prendendo in esame la Campagna ministero della Pace, che fa riferimento alla proposta europea del commissario per la pace, bloccatasi nella fase iniziale. “Un’Europa dei diritti umani”, il secondo punto che potrebbe ispirarsi al progetto “L’Italia sono anch’io”, la campagna promossa da 22 associazioni per riportare il tema della cittadinanza all’attenzione dell’opinione pubblica e al centro del dibattito politico. “Un’Europa solidale e accogliente” al terzo punto, quindi non solo i Corridoi umanitari già conosciuti ma anche l’altra proposta della Comunità di Sant’Egidio con i Corridoi lavorativi, oltre che la Campagna 070 con capofila Focsiv, Aoi, Cini e Link 2007, con il patrocinio di Asvis, Caritas italiana, Forum nazionale del Terzo settore e Missio. Per il quarto punto “Un’Europa della cultura”, il riferimento è al progetto “Questo è il mio corpo” della Comunità Giovanni XXIII contro la tratta delle donne. “Un’Europa del lavoro per tutti” che disegni nuovi modelli economici, come spiegato nel Manifesto di Assisi “Un’economia a misura d’uomo”.

(Foto Calvarese/SIR)

Per il sesto punto viene proposta “Un’Europa democratica e partecipativa”, con l’intenzione di far capire quanto sarebbe importante una partecipazione più attiva del mondo associazionistico per il quale si auspica maggiore ascolto da parte del Parlamento europeo, come presentato nel volume scritto a più mani “Piano B. Uno spartito per rigenerare l’Italia”. Il settimo punto del decalogo è “Un’Europa per la natalità”, per cercare di affrontare la situazione allarmante presentata dall’Ucid che, entro il 2030, prevede 1,5 milioni di lavoratori in meno e quindi il sistema pensionistico al collasso. “Un’Europa dello sviluppo sostenibile”, l’argomento dell’ottavo punto per chiedere maggiori investimenti per quanto riguarda il green deal, restato troppo indietro per Retinopera che propone come progetto virtuoso “Abbiamo riso per una cosa seria” promosso da Coldiretti e Focsiv. “Un’Europa del Terzo Settore e dell’associazionismo” al nono punto, evidenziando come l’Italia sia il paese con il patrimonio più alto in questo senso, esempio quindi di gratuità per favorire lo sviluppo di reti, aggregazioni e cooperazioni tra associazioni, enti ed espressioni della società civile. L’ultimo punto del decalogo riassume in un certo senso tutti i precedenti, “Un’Europa per il bene comune”, che pone l’attenzione sull’operato di tutte le realtà di Retinopera, per fare cultura su uno stile di vita dai valori altruistici ed inclusivi.
(fonte: SIR 27/05/2024)

*Retinopera  raccoglie 25 realtà associative cattoliche a livello nazionale con otto milioni di aderenti.


****************

Guarda il video



Intenzione di preghiera per il mese di Giugno 2024: Preghiamo per quanti fuggono dal proprio Paese. (commento, testo, video e tweet)

Intenzione di preghiera per il mese di Giugno 2024 
Preghiamo per quanti fuggono dal proprio Paese.


Papa Francesco: “Chi accoglie un migrante accoglie Cristo”
  • Nell’edizione di giugno del Video del Papa, Francesco invita a pregare per la situazione dei migranti, in fuga da guerre o dalla fame, perché “trovino accoglienza e nuove opportunità di vita”. 
  • Quando i migranti sono visti con paura, dice il Papa, “appare allora il fantasma dei muri: muri nella terra, che separano le famiglie, e muri nel cuore”. 
  • Papa Francesco ricorda che “chi accoglie un migrante accoglie Cristo” e chiede che, in questo senso, siano accompagnati, sostenuti e integrati nella società.
Guarda il video

Il testo in italiano del videomessaggio del Papa

Cari fratelli e sorelle, questo mese vorrei che pregassimo
per coloro che fuggono dal proprio Paese. 

Al dramma vissuto dalle persone costrette a lasciare la propria terra, 
in fuga da guerre o dalla povertà, 
si aggiunge spesso una sensazione di sradicamento, 
di non sapere quale sia il proprio posto. 
Inoltre, in alcuni Paesi di arrivo, 
i migranti sono visti con allarme, con paura. 

Appare allora il fantasma dei muri: 
muri nella terra, che separano le famiglie, e muri nel cuore. 
Noi cristiani non possiamo condividere questa mentalità. 

Chi accoglie un migrante accoglie Cristo. 
Dobbiamo promuovere una cultura sociale e politica 
che protegga i diritti e la dignità dei migranti. 
E che li sostenga nelle loro possibilità di crescita. 
E che li integri. 
Un migrante ha bisogno di essere accompagnato, sostenuto e integrato. 

Preghiamo perché i migranti in fuga dalle guerre o dalla fame, 
costretti a viaggi pieni di pericoli e violenze, 
trovino accoglienza e nuove opportunità di vita.

****************

“Per quanti fuggono dal proprio Paese” è l’intenzione di preghiera di Francesco nel Video del Papa di giugno, diffuso dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa. 

Muri nella terra, muri nel cuore

Il videomessaggio – realizzato con la collaborazione di Tele VID e con il sostegno del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – è un racconto dalle frontiere di varie parti del mondo. Vi appaiono volti sofferenti, piedi in cammino, borse riempite con quel poco che si è riusciti a portare via da casa. Ma anche gesti di solidarietà, abbracci, progetti di accoglienza: il Papa ricorda infatti ai cristiani che “chi accoglie un migrante accoglie Cristo”.

Nella società di oggi, perfino in quelle Nazioni che si definiscono cristiane, sembra un concetto dimenticato: oggi infatti, denuncia Francesco, “in alcuni Paesi di arrivo, i migranti sono visti con allarme, con paura”, e questo porta al “fantasma dei muri: muri nella terra, che separano le famiglie, e muri nel cuore”. Ma “noi cristiani – ammonisce – non possiamo condividere questa mentalità”.

Fuga e sradicamento

Negli ultimi anni, il numero di sfollati ha superato quello della Seconda guerra mondiale. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), nel 2023 circa 110 milioni di persone nel mondo hanno dovuto lasciare le proprie case. In questo contesto, Francesco chiede che i migranti siano accompagnati, sostenuti e integrati.

All’inizio del video – diffuso nel mese in cui l’ONU commemora la Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno) – il Papa sottolinea che “al dramma vissuto dalle persone costrette a lasciare la propria terra, in fuga da guerre o dalla povertà, si aggiunge spesso una sensazione di sradicamento, di non sapere quale sia il proprio posto”. E per questo invita a “promuovere una cultura sociale e politica che protegga i diritti e la dignità dei migranti. E che li sostenga nelle loro possibilità di crescita”.

Una Nazione universale

La questione dei migranti e dei rifugiati ha preoccupato il Papa fin dall’inizio del suo pontificato. Già nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (2013) aveva detto: “I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti. Perciò esorto i Paesi ad una generosa apertura, che invece di temere la distruzione dell’identità locale sia capace di creare nuove sintesi culturali”.

Anni dopo, nell’Enciclica Fratelli Tutti (2020), ha chiesto “un cuore aperto al mondo intero” e il rispetto del “diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter […] realizzarsi pienamente come persona”. Sottolinea inoltre la necessità di sviluppare una “cultura dell’incontro” in cui si creino punti di contatto, si costruiscano ponti e si elaborino progetti che includano tutti. In questo senso, il video rinnova la richiesta del Papa di non essere indifferenti alla crisi migratoria.

Dio cammina con il suo popolo

In linea con l’intenzione di questo videomessaggio, ogni anno, dal 1914, la Chiesa ci invita a pregare per i migranti nell’ambito della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. “Dio cammina con il suo popolo” è il motto scelto per l’edizione 2024, che si terrà il 29 settembre.

Il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che organizza e promuove questa giornata, il Cardinale Michael Czerny, sottolinea: “Papa Francesco ci ricorda che ‘Dio cammina con il Suo Popolo’. La Santa Famiglia ha dovuto rifugiarsi in una terra straniera, perché la vita del bambino Gesù era in pericolo. Siamo tutti invitati ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare le persone che lasciano la loro terra d’origine per salvare la propria vita o in ricerca di un futuro degno. Proteggendo i diritti dei migranti, si promuove lo sviluppo umano integrale di tutti e le comunità che accolgono si arricchiscono in molteplici modi”.

Stati con responsabilità fraterna

Padre Frédéric Fornos S.J., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, riflette sulla situazione dei migranti e dice: “I migranti che fuggono dalla guerra e dalla fame, spesso sopravvissuti a viaggi disperati, sono oggetto di battaglie politiche. È importante ricordare che non sono numeri o statistiche, ma persone. Le nostre storie personali e collettive sono segnate dalla migrazione. Invece di trattare i migranti come un peso o un problema, dobbiamo trovare soluzioni basate sulla compassione e sul rispetto della dignità umana. Questa prospettiva nasce dal Vangelo e dalla preghiera, e il magistero della Chiesa ce lo ricorda.

Padre Fornos ricorda la riflessione di Francesco in Fratelli Tutti: “La vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacità di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici. […] Solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro”.

Anche nel mese di Giugno l'intenzione di preghiera del Papa è stata divulgata con un tweet



martedì 28 maggio 2024

Tonio dell'Olio Quelle bombe sul futuro

Tonio dell'Olio
Quelle bombe sul futuro

PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 28 MAGGIO 2024


Ciò di cui non riusciamo a renderci conto con consapevolezza e senso di responsabilità è che le bombe che uccidono oggi la gente errante, inerme, stremata, sotto le tende precarie di Rafah, sono bombe sul futuro. Israele e Hamas stanno spargendo la gramigna dell'odio che nutre la vendetta.

Quelle bombe stanno persuadendo anche i palestinesi più critici o addirittura contrari verso Hamas che il terrorismo è l'unica risposta alla brutalità dei massacri. 
Diventa sempre più difficile percorrere un'altra strada magari nel dialogo o nel riconoscimento delle ragioni dell'altro, quando quelle ragioni hanno la presunzione di affermarsi con l'orrore di donne e bambini massacrati. 
Il tutto nel silenzio generale, sotto l'ipocrisia del principio inviolabile della sovranità nazionale e nel nome della legittimità della violenza della guerra. 

Resta flebile e tenue quel filo di speranza contenuto nell'appello che è stato firmato da papa Francesco a Verona e che indica in ben 160 organizzazioni per la pace dei due popoli riunite nell'Alleanza per il Medio Oriente, i partner per la comunità internazionale a cominciare dal G7. 

Non dobbiamo smettere di sostenere la speranza che un'alternativa alla carneficina esiste.



Mons. Gianfranco Ravasi Le parole shock di Gesù / 12 Presenti all’arrivo del regno di Dio

Mons. Gianfranco Ravasi
Le parole shock di Gesù / 12
 
Presenti all’arrivo del regno di Dio 
 

In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno
 prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza (Marco, 9, 1)

Frase a prima vista sconcertante, questa, per quel rimando alla generazione contemporanea di Gesù che sarebbe spettatrice o della venuta del regno di Dio o del «Figlio dell’uomo che viene nel suo regno», secondo la variante di Matteo (16, 28). Fermo restando che gli evangelisti spesso riprendono le parole di Gesù Cristo incarnandole nel contesto ecclesiale in cui essi sono immersi, sorge spontanea una domanda: cosa s’attendevano di vedere quei primi cristiani durante la loro vita terrena?

Le risposte date dagli esegeti sono diverse: Gesù allude alla successiva epifania gloriosa della sua trasfigurazione oppure alla sua risurrezione, o ancora alla distruzione di Gerusalemme nel 70, tutti segni espliciti e “visibili” della venuta del regno di Dio nella storia. In realtà il centro della questione è in quel “regno di Dio”, uno dei temi portanti della predicazione di Gesù, da lui desunto dall’Antico Testamento e sviluppato in modo originale. Si tratta di una metafora per descrivere il progetto trascendente ed eterno di Dio nei confronti della storia umana. Cristo afferma di essere venuto a rivelarlo e a metterlo in opera. Ora, poiché questo regno è una realtà eterna, voluta da Dio per trasformare l’essere, essa è in sé “puntuale”, è già “ora” e sempre. Tuttavia si insedia visibilmente nella storia che è nel tempo e, quindi, comprende uno sviluppo, un “prima” e un “poi”, e avrà diverse fasi di attuazione.

L’azione di Cristo rende presente il regno di Dio già da adesso: «Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il regno di Dio» (Matteo, 12, 28); «il regno di Dio non viene in modo da attrarre l’attenzione e nessuno può dire: “Eccolo qui” o “eccolo là”. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi» (Luca, 17, 20-21). Eppure il regno dei cieli è una realtà che dovrà innervare anche il futuro e, quindi, è ancora da attendere. Allora la frase citata di Gesù invita a riconoscere la presenza del regno nella persona e nell’opera di Cristo: la salvezza che egli compie con le sue guarigioni e i suoi esorcismi mostra che quel progetto salvifico è già in azione e allarga i suoi confini sottraendo spazio al male. I contemporanei sono invitati a scoprirne la presenza viva ed efficace proprio nella figura di Gesù.
Tuttavia, come si legge in altre pagine evangeliche, a questo presente s’intreccia il futuro della pienezza non ancora compiuta nella sequenza del tempo a cui noi tutti apparteniamo, sia pure in epoche differenti. In sintesi, il regno di Dio, essendo eterno, abbraccia e supera il tempo e, quindi, si svela in azione in modo forte con Cristo, la sua opera, la sua parola e la sua Pasqua durante quella generazione, ma anche nelle successive. Questa “eternità” del regno di Dio comprende anche il futuro fino alla “pienezza dei tempi”, cioè alla sua attuazione perfetta e conclusiva.
(fonte: L'Osservatore Romano 4 maggio 2024)

****************

Vedi anche i post precedenti:

lunedì 27 maggio 2024

I Giornata Mondiale dei Bambini 26/05/2024 - L’intervento di Roberto Benigni «Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro»

I Giornata Mondiale dei Bambini
 
L’intervento di Roberto Benigni
 
«Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro»

Di seguito alcuni passaggi dell’intervento di Roberto Benigni al termine della messa.


Vi vedo qua, tutti pieni di sogni. Si sente un ronzio, un alveare di sogni, uno sciame... Proprio così. Sognate! Che è la cosa più bella del mondo. Però vi voglio svelare un segreto. Voi mi direte, lo sapete come si fa a sognare, voi mi direte: basta chiudere gli occhi, si dorme e si sogna... No, no. Vi svelo un segreto, per sognare non bisogna chiudere gli occhi. No. Bisogna aprirli! Dovete aprire gli occhi, leggere, scrivere, inventare. Dovete fare leggere tutto ai bambini. Tutte le fiabe che sono così importanti! Perché voi mi direte, a che servono le fiabe che ci sono le fate le principesse, gli orchi, i draghi, no? No, le fiabe non insegnano ai bambini che esistono i draghi, che esistono i draghi i bambini lo sanno già! Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. Questo insegnano ai bambini le fiabe. Allora fateli leggere, il più possibile.

Inventate, trovate storie, perché diventerete unici! Anche se già lo siete unici, sapete perché? Perché ognuno di voi vivendo è l’eroe, il protagonista di una storia che non si ripeterà mai più per l’eternità, siete voi gli eroi! Gli eroi della vostra vita, sentitelo! Guardate che è una cosa impressionante, bellissima, difficile, ma chi l’avrà inventata… E voi fate le cose difficili, più difficili sono meglio è! Quando dite: “Ma questo non ce la faccio, questo è troppo difficile”, quello dovete fare! Le cose difficili. E se sbagliate non vi preoccupate! Sbagliate? Va bene, sbagliate e risbagliate, provate e riprovate! Gli errori sono necessari, utili e qualche volta anche belli! Per esempio la Torre di Pisa, avete visto che bell’errore, è un bell’errore! Quindi non vi preoccupate, divertitevi! C’è ancora gente che pensa che se uno si diverte, se un bambino si diverte non impara! Ma pensate un po’. Ma voi divertitevi, fate qualsiasi cosa e qualsiasi cosa facciate amatela! Amate ciò che fate, non accontentatevi di fare un “buon lavoro”, lo dovete fare al meglio, lo dovete fare, mi viene da dire, come Michelangelo ha fatto questa cupola che meglio al mondo non si possa fare! Amate ciò che fate, amatelo. Ora lo so siete piccoli, siete ancora nell’età che non sapete che fare, che avete tanti dubbi, però non vi preoccupate che poi crescerete e ne avrete sempre di più! Sì, io quando ero piccolino la mia mamma mi diceva: “Robertino imparale ora le cose perché poi quando sarai grande non ci capirai più niente”. Aveva ragione. Ma va bene così. Non vi fidate di chi vi dice: “Siate sicuri, vai dritto per la tua strada”. No! Io vi dico l’opposto: dovete essere insicuri. Quanto più siete incerti indecisi, scettici, dubbiosi, più dubbi avete meglio è. Sono belle le certezze ma l’incertezza è più bella. Quando non si sa che fare quando uno dice: cosa faccio? E se non ce la fate chiedete aiuto. Io per esempio per dirvi le cose che vi dico ho chiesto aiuto a tanti amici... Non li ho mai conosciuti, ma sono amici miei perché sono poeti e potesse e quindi chiedete aiuto e non abbiate paura, come diceva Papa Wojtyła, Giovanni Paolo II : «Non abbiate paura» diceva. Ed è vero. Perché siamo tutti insieme.

Siamo tutti insieme, sento che nei vostri cuori pulsa l’intera umanità, siamo una sola persona. Vi vedo qui pronti a prendere il volo e allora fatelo! Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro! Lo potete fare! Costruite un mondo migliore, voi! Fatelo diventare più bello che noi non ci siamo riusciti. Fate diventare il mondo più bello. Guardate che è più facile di quello che sembri. Sapete perché? Perché il mondo lo vuole lui di essere più bello.

Il mondo ha bisogno di essere bello, ne ha bisogno. E voi lo potete fare, lo dovete fare. Ha bisogno di essere bello il mondo, ne ha bisogno. Allora fatelo, perché ognuno di voi lo può fare, perché ognuno di voi porta il proprio contributo piccolo, invisibile, ma concreto verso il bene o il male. E allora ve lo dico: portate il vostro contributo verso il bene! Cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici! Felici ho detto non più buoni, non cercate di rendere gli altri più buoni. C’è una sola persona che bisogna rendere più buona: se stessi. Gli altri bisogna renderli felici e per rendere qualcuno felice bisogna essere felice. Siate felici, siate felici e diventate l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini.

Cercate di portare il vostro contributo al bene, guardate che non è che poi nella vita ci sono tante cose che uno dice: fai questo, fai quello… tanti consigli che danno… Guardate, di regole non ce ne sono tante, [ma] l’unica cosa sensata che ho sentito dire in tutta la mia vita lo sapete da chi l’ho sentita dire? Da Gesù. Nel Vangelo, il discorso della montagna. Quando Gesù — è un incanto di bellezza, una bellezza che non si resiste — quando Gesù dice tutti gli elenchi da imparare a memoria. Beati i miti, gli operatori di pace, beati i misericordiosi... Ecco, beati i misericordiosi, che poi vorrebbe dire, diciamo, prendersi cura del dolore degli altri, essere sensibili, perdonare, insomma essere profondamente buoni, Siate profondamente buoni. Questo ha detto Gesù. Ve lo dico, a me questa sembra l’unica cosa sensata che abbia mai sentito in tutta la mia vita, l’unica buona idea che sia stata espressa nella storia dell’umanità. Se qui in mezzo a voi c’è uno che ce ne ha un’altra si faccia avanti e la dica, sarebbe la seconda! Siate profondamente buoni ha detto Gesù, che la vita è questo, è amore, conoscenza e una compassione infinita per il dolore che attraversa l’umanità.

Solo che noi sappiamo che molto spesso è governato da gente che non sa cosa è la misericordia, l’amore, gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati: la guerra.

Sentite questa parola come è brutta qui davanti a voi, in mezzo a tutti voi, in questa piazza è proprio brutta, sporca tutto. Non la si può ascoltare.

Eppure dobbiamo porre fine a questa cosa, lo sappiamo. Quando i bambini giocano alla guerra, appena uno di loro si fa male, si fermano. Fine del gioco. Ma perché quando fanno la guerra, al primo bambino che soffre, al primo bambino che si fa male, non si fermano? Che vigliaccheria è questa, deve finire la guerra!

Una poetessa americana Eve Merriam ha detto: «Sogno di dare alla luce un bambino che mi chiederà: mamma cosa era la guerra?». E così deve avvenire. Ce la dobbiamo dimenticare. Deve finire la guerra! Voi mi direte: è un sogno, è una fiaba. Sì, è così, però come ha detto Gianni Rodari al premio Andersen: le fiabe possono diventare realtà, possono diventare vere. E ha ragione, se ci pensate.

Quello che diciamo può diventare vero, il grande problema è trovare le parole giuste, le parole che facciano diventare le cose vere. Per esempio nessuno ancora ha trovato la parola giusta, la parola magica per fermare la guerra, come “apriti sesamo”, “guerra fermati” e la guerra si ferma. Non l’abbiamo trovata. Noi non ci siamo riusciti. Eppure, guardate bambini, che c’è quella parola. Io sono sicuro che uno di voi troverà la parola per fermare la guerra per sempre!

Lo sento! Perché c’è quella parola, esiste! Uno di voi la deve trovare, la troveremo insieme, la dobbiamo cercare, tutti insieme, con passione e sincerità, cercarla in tutte le lingue, con fantasia, e la troveremo, la troverete voi!

Noi dobbiamo solo aiutarvi a cercarla, amandovi, scrivendo storie, raccontandovi storie, soprattutto storie che vi facciano ridere, perché guardate che non c’è niente di più bello al mondo della risata di un bambino! E se un giorno tutti i bambini del mondo, nessuno escluso, potranno ridere tutti insieme, quel giorno sarà un bellissimo giorno, un grande giorno, il giorno della storia del mondo!
(fonte: L'Osservatore Romano 27/05/2024)

I Giornata Mondiale dei Bambini - S. Messa - Papa Francesco: «Cari bambini, care bambine, siamo qui per pregare insieme... E preghiamo Dio, Dio Padre, Dio Figlio, e Dio Spirito Santo. Il Padre è creatore... Gesù perdona sempre... lo Spirito ci accompagna nella vita» (cronaca/sintesi, foto, testo e video)

GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI

SANTISSIMA TRINITÀ – SANTA MESSA

Piazza San Pietro
Domenica, 26 maggio 2024


Cinquantamila i fedeli presenti in piazza San Pietro per la Messa per la Giornata mondiale dedicata ai più piccoli. Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Santissima Trinità Francesco durante la Messa mette da parte il testo dell'omelia e improvvisa un dialogo per spiegare alle migliaia di bambini presenti il mistero di Dio, uno in tre persone coinvolgendoli per cercare con loro le risposte.
«Il Padre è creatore... Gesù perdona sempre... lo Spirito ci accompagna nella vita»; non poteva mancare anche un pensiero per la mamma, «la nostra Madre del Cielo» e insieme a loro recita l'Ave Maria. Conclude chiedendo di pregare per la pace.

Dopo la recita della preghiera dell'Angelus e il monologo del regista e attore premio oscar Roberto Benigni, Francesco ha dato l'appuntamento per la seconda Giornata mondiale dei bambini, che si svolgerà nel settembre 2026.








________________________________________

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO


Cari bambini, care bambine, siamo qui per pregare, pregare insieme, pregare Dio. D’accordo? Siete d’accordo con questo? Sì? E preghiamo Dio, Dio Padre, Dio Figlio, e Dio Spirito Santo. Quanti “dei” sono? Uno in tre persone: il Padre che ci ha creato tutti, che ci ama tanto Dio e quando noi preghiamo Dio Padre, qual è la preghiera, qual è la preghiera che tutti preghiamo? [rispondono: il Padre Nostro].

Chiediamo sempre a Dio, il Padre Nostro, che ci accompagni nella vita e che ci faccia crescere e come si chiama il Figlio? Qual è il nome del Figlio? [rispondono: Gesù] Non sento bene! Gesù! E Gesù, preghiamo Gesù perché ci aiuti, perché sia vicino a noi e anche quando facciamo la comunione noi riceviamo Gesù e Gesù ci perdona tutti i peccati. E’ vero questo che Gesù perdona tutto? [rispondono: sì] Non si sente, cosa succede… E’ vero? Sì! Ma sempre perdona tutto? [rispondono: sì] Sempre, sempre, sempre? [rispondono: sì] E se c’è un uomo o una donna, peccatore, peccatore, peccatore con tanti peccati Gesù li perdona? [rispondono: sì] Perdona anche il più brutto dei peccatori? [rispondono: sì] Sì! Non dimenticatevi questo: Gesù perdona tutto e perdona sempre e noi dobbiamo avere l’umiltà di chiedere perdono. “Perdona me, Signore, ho sbagliato. Sono debole. La vita mi ha messo in difficoltà ma tu perdoni tutto. Io vorrei cambiare vita e tu aiutami”. Ma non ho sentito bene, è vero perdona tutto? [rispondono: sì] Eh bravi, non dimenticatevi di questo.

Il problema è: chi è lo Spirito Santo? Eh, non è facile, perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi. Noi riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo, lo riceviamo nei Sacramenti. Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita. Pensiamo questo e lo diciamo insieme: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita”. Tutti insieme: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita”. E’ quello che ci dice nel cuore le cose buone che dobbiamo fare. Un’altra volta: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita”. E’ quello che quando facciamo qualcosa male ci rimprovera dentro. “Lo Spirito Santo …” Avete dimenticato, non sento… Un’altra volta! Lo Spirito Santo è quello che ci dà la forza, ci consola nelle difficoltà. Insieme: “Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita”.

Così, carissimi fratelli e sorelle, bambini e bambine, siamo tutti felici perché crediamo. La fede ci fa felici. E crediamo in Dio che è “Padre, Figlio e Spirito Santo”. Tutti insieme: “Padre, Figlio e Spirito Santo”. Il Padre che ci ha creato, Gesù che ci ha salvato e lo Spirito Santo che fa?

Grazie tante a voi, ma per essere sicuro, i cristiani, anche abbiamo una mamma, come si chiama la nostra mamma? Come si chiama la nostra Madre del Cielo? [rispondono: Maria] Voi sapete pregare la Madonna? [rispondono: sì] Sicuro? Facciamolo adesso, voglio sentire… [recitano l’Ave Maria] Bravi ragazzi e ragazze, bravi bambine e bambini, siete bravi voi. Il Padre ci ha creato, il Figlio ci ha salvato e cosa faceva lo Spirito Santo? Bravi! Che Dio vi benedica, pregate per noi, perché noi possiamo andare avanti, tutti noi, pregate per i genitori, pregate per i nonni, pregate per i bambini ammalati. Qui ci sono tanti bambini ammalati dietro di me. Pregate sempre e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre. Adesso continuiamo la messa ma per non dimenticare, cosa faceva lo Spirito Santo? Bravi! Avanti!

_____________________________________

Saluto del Santo Padre al termine della Celebrazione Eucaristica

Cari bambini, care bambine, la messa è finita, ma oggi abbiamo parlato di Dio, di Dio Padre che ha creato il mondo, di Dio Figlio che ci ha redento e di Dio Spirito Santo, ma cosa faceva lo Spirito Santo? Non ricordo… [rispondono: ci accompagna nella vita] Non sento bene… [rispondono: ci accompagna nella vita] Ci accompagna nella vita. Adesso tutti insieme preghiamo al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo: “Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen”. Adesso ce ne andiamo, salutate i vostri genitori, i vostri amici, ma soprattutto avete visto che quando hanno portato il pane e il vino, c’erano bambini, anche c’era un nonno: salutate i nonni! D’accordo? E un applauso ai nonni. 


Grazie tante! E vorrei ringraziare coloro che hanno organizzato questo, il Padre Enzo Fortunato che ha fatto tanto, il comandante Cagnoli che ha fatto tanto e tutti quelli che li hanno aiutati. Cari bambini e bambine, arrivederci!

Guarda il video integrale

***************

Vedi anche i post precedenti: