mercoledì 3 aprile 2024

Alex Zanotelli Negoziare è la strada del coraggio, non si speculi sulle parole del Papa

Alex Zanotelli
Negoziare è la strada del coraggio,
non si speculi sulle parole del Papa

Il Pontefice ha citato questo termine parlando dell’Ucraìna e della situazione in cui versa il paese dopo oltre due anni di invasione russa. Le polemiche che ne sono derivate ci dicono di un’Europa ostaggio dell’economia di guerra. Che dimentica la superiorità spirituale e la forza della nonviolenza


Questo articolo è uscito nel numero di Nigrizia di aprile 2024

Carissimo Alex,
papa Francesco ha sollevato l’ira di Zelensky in un’intervista alla televisione svizzera suggerendo che sarebbe bene l’Ucraìna facesse un passo indietro a proposito della guerra, quando ha affermato testualmente: «Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare». Ho letto che anche in Vaticano questo ha creato un grande imbarazzo. Tu come valuti queste esternazioni di papa Francesco? (Maria Paola Sensi )

Le parole di papa Francesco alla TV svizzera sono queste: «Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare».

Bisogna subito sottolineare che papa Francesco non parla di “arrendersi” o di “bandiera bianca”, ma solo di “negoziare”. Purtroppo, la parola “negoziare” è la bestia nera delle cancellerie della Ue e dei capi della NATO. Questi si sono scatenati tutti contro papa Francesco: Stoltenberg, Biden, Scholz, Zelensky… La più agghiacciante è quella della Von der Leyen: «Resa? – ha detto – è il turno di Putin, non dell’Ucraìna!» Dopo il fallimento della controffensiva ucraìna, finita in un bagno di sangue, non si nota alcun ripensamento né nei partiti europei né nei vertici Ue. Sono forse tutti prigionieri del complesso militar-industriale europeo e dell’economia di guerra” imperante in Europa?

«Il papa ha giustamente sottolineato – afferma Yurii Sheliazhenko, segretario del movimento pacifista ucraino – che il più forte è chi vede la situazione, chi pensa alla gente e cerca di evitare tanti morti e un peggioramento della situazione»

Papa Francesco è ben informato sulla situazione in Ucraìna e non parla a vanvera. A muovere il Pontefice sono soprattutto il Vangelo e il rifiuto di Gesù della lotta armata e della guerra. Il suo popolo e anche i suoi discepoli si aspettavano che Gesù avrebbe guidato la lotta armata contro Roma. Ma Gesù entrò a Gerusalemme su un asino, non su un cavallo. E a Pietro, che vuole difenderlo con la spada, al momento dell’arresto, Gesù dice: «Rimetti la spada nel fodero».

Gesù ha insegnato un’altra strada al suo popolo, oppresso da Roma, quella della nonviolenza attiva. È stata praticata per tre secoli dalle prime comunità cristiane, pagate spesso con il martirio. Chi la riscoprì e ne fu folgorato è stato il grande scrittore russo, Tolstoj, che la ripropose nel libretto Il Regno di Dio è in voi. Quel libretto finì nelle mani di Ghandi, giovane avvocato indiano che viveva in Sudafrica. L’attivista concretizzò quelle pagine in India, nelle tattiche nonviolente, riuscendo ad ottenere l’indipendenza del grande paese asiatico dall’impero britannico, senza sparare una cartuccia.

La tattica nonviolenta fu poi ripresa da Martin Luther King per ottenere i diritti umani per gli afroamericani. Ha ragione King ad affermare che oggi, dopo l’invenzione della bomba atomica, l’unica scelta che abbiamo è questa: «La nonviolenza o la non esistenza».

Tutto questo purtroppo non sta passando nelle comunità cristiane, legate ancora alla “teologia della guerra giusta”, elaborata da S. Agostino.

«Oggi è molto difficile – afferma papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti – sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”. Mai più la guerra!».