"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
DOMENICA DELLE PALME ANNO B
Vangelo:
Mc 14,1-15,47
Gesù è ormai giunto alla sua tappa finale. L'accorato appello rivolto ai suoi discepoli, di spalancare bene gli occhi per riuscire a comprendere chi è realmente il Figlio dell'Uomo, oggi viene rivolto a noi. Identificandosi con la figura del Servo Sofferente di Isaia, abbandonato e incompreso da tutti, Gesù potrà rendere manifesto il volto d'amore del Padre fino ad allora rimasto velato. E' la rivelazione piena, chiara e inequivocabile che Gesù propone all'uomo: il Messia, il Figlio di Dio, è il Crocifisso. Questa manifestazione della Gloria di Dio nella sua estrema ignominia è il grande mistero rivelatosi in Gesù. E' la follia della croce, lo scandalo del Dio crocifisso, la insondabile rivelazione di Dio per gli uomini: «Amore confitto ma non sconfitto» che ci attira a sé facendoci grazia, che squarcia il velo del Tempio e i Cieli annullando di fatto la separazione tra il Padre e i suoi figli. Una parabola talmudica così recita: «A un generale, le sue legioni gettarono addosso il mantello di porpora eleggendolo così loro Cesare. E lui cosa fece? Condonò i tributi arretrati, distrusse i documenti che certificavano i debiti, condusse via le sue legioni e quel giorno fu detto: Inizio della sua signoria. Così fece Dio quando Israele gli rese omaggio con le mani alzate: condonò loro ciò che rimaneva della schiavitù, distrusse i documenti, li condusse fuori dall'Egitto e allora ebbe inizio la sua signoria» (cit.). Così fece il Padre dopo che il suo Figlio Gesù consegnò la sua vita - senza odiare, senza maledire - nelle mani dei suoi carnefici per la salvezza del mondo, «annullando in se stesso, con il suo sacrificio, il peccato dell'uomo» (Eb 9,26)
Gesù è ormai giunto alla sua tappa finale. L'accorato appello rivolto ai suoi discepoli, di spalancare bene gli occhi per riuscire a comprendere chi è realmente il Figlio dell'Uomo, oggi viene rivolto a noi. Identificandosi con la figura del Servo Sofferente di Isaia, abbandonato e incompreso da tutti, Gesù potrà rendere manifesto il volto d'amore del Padre fino ad allora rimasto velato. E' la rivelazione piena, chiara e inequivocabile che Gesù propone all'uomo: il Messia, il Figlio di Dio, è il Crocifisso. Questa manifestazione della Gloria di Dio nella sua estrema ignominia è il grande mistero rivelatosi in Gesù. E' la follia della croce, lo scandalo del Dio crocifisso, la insondabile rivelazione di Dio per gli uomini: «Amore confitto ma non sconfitto» che ci attira a sé facendoci grazia, che squarcia il velo del Tempio e i Cieli annullando di fatto la separazione tra il Padre e i suoi figli. Una parabola talmudica così recita: «A un generale, le sue legioni gettarono addosso il mantello di porpora eleggendolo così loro Cesare. E lui cosa fece? Condonò i tributi arretrati, distrusse i documenti che certificavano i debiti, condusse via le sue legioni e quel giorno fu detto: Inizio della sua signoria. Così fece Dio quando Israele gli rese omaggio con le mani alzate: condonò loro ciò che rimaneva della schiavitù, distrusse i documenti, li condusse fuori dall'Egitto e allora ebbe inizio la sua signoria» (cit.). Così fece il Padre dopo che il suo Figlio Gesù consegnò la sua vita - senza odiare, senza maledire - nelle mani dei suoi carnefici per la salvezza del mondo, «annullando in se stesso, con il suo sacrificio, il peccato dell'uomo» (Eb 9,26)