giovedì 4 gennaio 2024

L’esercito dei giovani che rilancia il volontariato

L’esercito dei giovani che rilancia il volontariato

Dagli angeli del fango alle mense così cambia la sfida della solidarietà. “A prenotarsi per i turni oggi sono gli under 18”. Viaggio nel mondo di chi aiuta gli altri

Bambini all'emporio solidale

«Ho iniziato portando i sacchetti delle colazioni ai migranti in transito al presidio gestito dall’associazione “Baobab”. Oggi, due anni dopo, non riesco ad immaginare la mia vita senza il volontariato. Pensavo che l’integrazione fosse un’utopia, provavo un senso di impotenza rispetto alle diseguaglianze del mondo. Invece anche noi possiamo fare la differenza, non è vero che siamo una goccia nell’oceano. Molti ragazzi arrivati dai luoghi più poveri della terra, dalle guerre, dalla fame con il sostegno di “Baobab” ora hanno documenti e un lavoro: qualcosa di immenso».

Sara Anna Gaeta ha 26 anni, lavora con i bambini e studia Scienze dell’Educazione. Dice, con semplicità: «Occuparmi degli altri mi fa stare bene con me stessa». A novembre la Caritas di Milano aveva lanciato, on line, un appello per il “volontariato spot”: «Cerchiamo giovani tra i 18 e i 35 anni per le aperture straordinarie del Refettorio Ambrosiano di novembre e dicembre», pasti caldi per poveri e senza tetto. Quasi immediatamente sul sito era apparsa la scritta “sold out”: posti per i volontari esauriti in pochi giorni.



L’esercito del bene contro freddo, fame e povertà

Bentornata solidarietà. In rivoli carsici, con strade inedite, spesso laico, “l’esercito del bene” che sembrava decimato dalla pandemia, naufragato nella rivalsa dell’io e nella sconfitta del noi, in realtà è forte, vivo e soprattutto giovane. A giugno l’Istat segnalava, con una fotografia riferita però al 2021, un calo di circa un milione di volontari, passati dai 5 milioni 520 mila del 2012 ai 4 milioni 661mila del 2021. Numeri in realtà profondamente mutati a due anni di distanza, come raccontano le associazioni grandi, piccole, a volte minuscole che compongono il frastagliatissimo settore del no profit italiano, 360 mila enti, dai colossi legati alla Chiesa, come la Caritas, o la comunità di Sant’Egidio, a realtà meno note e territoriali, ma con centinaia di aderenti.

L’emporio solidale per chi ha fame

All’emporio “Nonna Roma”, quadrante Est della Capitale, in uno dei municipi più disagiati e popolosi di Roma, dove chi ha bisogno può fare la spesa gratis con i prodotti del banco alimentare, il numero dei poveri assoluti cresce di mese in mese. Sugli scaffali polpa di pomodoro targata “aiuti Ue”, caffè, grana contingentato, biscotti, vestiti usati e giochi per i bambini. Alessandro, romano, ha 37 anni e tre figli, si chiamano Samuel, Cristopher e Ariel, hanno dai sette ai due anni. Negli occhi la desolazione: «Io non ho più niente. Mi hanno licenziato dal supermercato in cui lavoravo part time, mia moglie è disoccupata, senza il cibo degli empori e delle mense, senza i vestiti che ci regalano, ci resterebbe soltanto la disperazione».

Patrizio: “Il volontariato ha cambiato la mia vita”

Patrizio Aquila
Patrizio Aquila, 36 anni, napoletano trapiantato a Roma, sistema i prodotti negli scaffali. «Arrivano intere famiglie, anche italiane che hanno bisogno di tutto. Da mesi però non riceviamo più nè olio nè carne in scatola, merci rarissime, ma nemmeno il latte, mentre la pasta ci viene assegnata in quantità del tutto insufficienti. E’ sconvolgente. Sono capitato qui per caso, erano i giorni della pandemia, facevo il commesso e il mio negozio era ormai chiuso. Non ero felice, sentivo di volermi impegnare per gli altri. Frequentavo un circolo Arci, lì ho visto il volantino dell’associazione “Nonna Roma”. Da tre anni mi occupo del magazzino degli empori solidali e della raccolta del materiale scolastico. Qui ho trovano una ragione di vita». Patrizio infatti ha seguito un corso di formazione e oggi fa l’assistente di bambini disabili. «Con il volontariato ho capito che potevo essere utile ai più fragili. Oggi sono un’altra persona».

Giordana: "Abbiamo spalato fango in Romagna”

Storie, testimonianze. Il mondo del volontariato cambia pelle. Diventa “liquido” per usare una parola nota, come spiega il demografo Alessandro Rosina. Si affaccia una modalità dove attivismo e solidarietà si fondono, ad esempio tra i giovanissimi di “Fridays for future”, tra i ragazzi che con badili e stivali accorrono per spalare il fango delle alluvioni e delle sempre più frequenti catastrofi climatiche del nostro paese. Giordana ad esempio, classe 2006, veronese: «Siamo partite in tre amiche, tutte ex scout, abbiamo raccolto tonnellate di detriti, la notte dormivamo in una scuola, abbiamo preparato pasti da campo, soccorso anziani. Era naturale esserci, nessuno si salva da solo». «I care» diceva don Milani, è il noi che torna al posto dell’io.

Perché ai dati dell’Istat bisogna contrapporre oggi un’altra statistica, firmata Openpolis che rivela invece il ritorno della partecipazione dei giovani: sono i ragazzi tra i 14 e i 24 anni la fascia di popolazione più coinvolta in associazioni per i diritti, l’ecologia e la pace, passando dai 12,3% del 2021 al 15,6% del 2022. Se la comunità di Sant’Egidio segnala un netto aumento di volontari, passati dai 17 mila del 2017 ai 20mila di oggi, la Caritas che invece ha avuto una flessione nel post pandemia, passando dai 93mila del 2020 gli 84,248 del 2022, annuncia una ripresa, ma soprattutto un cambio della guardia.

I giovani della Caritas

Spiega Paolo Valente, vicedirettore della Caritas italiana: «Si è abbassata l’età dei nostri volontari, oggi la nostra forza solidale sono persone tra i 30 e i 60 anni, ma abbiamo anche il 15% di giovani entro i 25 anni. Il desiderio di essere utili c’è, i ragazzi offrono un impegno intenso però ristretto nel tempo e differenziato, se vogliamo intercettare questa grande spinta dobbiamo essere pronti a cambiare le richieste che facciamo ai volontari».

Ed è forse l’unione tra solidarietà e attivismo che testimonia il successo di associazioni minori ma attivissime, come “Baobab” ad esempio, che si occupa di migranti e migranti in transito. «Oggi siamo circa 200 volontari - racconta Alice Basiglini che si occupa della comunicazione - con un forte aumento di giovani tra i 20 e i 30 anni arrivati tra il 2021 e il 2022. La spinta che muove molti ragazzi credo sia quella di poter restituire un po’ di giustizia sociale a chi vede i propri diritti calpestati ogni giorno».

Militanza e solidarietà

Conferma Alberto Campailla, sindacalista Cgil e fondatore di “Nonna Roma”: «Eravamo in 35 nel 2017, oggi siamo 250. I bisogni sono immensi: dallo scoppio della guerra in Ucraina e con la cancellazione del reddito di cittadinanza, le richieste di cibo e vestiario nei nostri empori solidali sono cresciute del 40%. La nostra fascia d’età è vasta, va ai giovani ai pensionati, ma ciò che ci caratterizza è anche una certa militanza. Oltre ad aiutare nella quotidianità è alla politica che bisogna chiedere risposte, quindi se c’è bisogno scendiamo in piazza».

Alessandro Rosina, demografo, tira le fila: «Per continuare ad essere attrattivo per i giovani il mondo del volontariato deve rinnovarsi, a cominciare dalle grandi organizzazioni. In questa generazione c’è una spinta esistenziale di ricerca di soddisfazione interiore in ogni scelta che compiono, anche quando decidono di occuparsi degli altri. Vogliono essere riconosciuti e appassionarsi, allora danno il meglio». L’etica del sacrificio, insomma, non funziona più, così come la richiesta di impegni a lungo termine.

Rosina è netto: «Per i ragazzi servono azioni-spot, forme “liquide” sì, spinte ideali. Sono gli angeli del fango, sono quelli che dormono nelle tende davanti alle università contro il caro affitti per gli studenti più poveri, si mobilitano nelle emergenze, sfidano il freddo per aiutare i senzatetto. Per una settimana, un mese, un giorno, poi però tornano alle loro vite. E magari si eclissano per chissà quanto tempo. Compito del mondo adulto del volontariato intercettare questa energia positiva, anche mettendo in crisi le proprie idee e abitudini».
(fonte: La Repubblica, articolo di Maria Novella De Luca 02/01/2024)