martedì 16 gennaio 2024

Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. 17 gennaio 2024: Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere? (Ez 37,1-14)

Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. 
 
17 gennaio 2024 
Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere? (Ez 37,1-14)


I materiali per l’animazione della Giornata sono disponibili sul sito: unedi.chiesacattolica.it

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Cattolici-ebrei, l’invito Cei: 
“Essere credenti che contagiano speranza”

Mercoledì 17 è la giornata del dialogo tra le due antiche religioni

La Menorah, il candelabro a sette braccia, è uno dei simboli principali del mondo ebraico

“Oltre le passioni tristi. Credenti che contagiano speranza”. Questo il titolo che accompagna quest’anno il Messaggio della Cei per la 35ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra mercoledì 17 gennaio, come sempre alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Il messaggio - a cura della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo - fa riferimento al passo biblico del profeta Ezechiele, scelto quest’anno per la giornata: “Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti” (Ez 37,11). “La situazione descritta dal profeta appare disperata - commentano i vescovi -. Le ‘ossa inaridite’ richiamano l’immagine della sconfitta dopo la battaglia; la ‘speranza svanita’ dice la sfiducia nel futuro e la paura. Su tutto domina un senso di morte e di pessimismo. Trionfano le ‘passioni tristi’: impotenza, delusione, inutilità, paura”. Sono “sentimenti - si legge nel messaggio - che spesso affiorano anche nelle nostre riunioni ecclesiali: ‘Ormai non c’è più nulla da fare’; ‘Siamo sempre meno’; ‘Ormai le abbiamo provate tutte’; ‘È troppo tardi per recuperare’. Rimestiamo in questo pessimismo e viviamo da vittime impotenti. Lo stesso pessimismo, a volte unito a rabbia e rassegnazione, aleggia anche nella nostra società, spesso ripiegata sul presente, aggrappata al presente, incapace di fiducia nel futuro”.

In tale contesto, al credente viene affidata oggi una “missione”: “annunciare possibilità che vanno oltre l’esistente, possibilità che emergono dall’esistente e aprono prospettive inaspettate e che sono tutte collegate esclusivamente all’azione di Dio”. A questo proposito, la Commissione Cei fa riferimento al Cammino sinodale delle Chiese in Italia: “Ci auguriamo che il Signore, attraverso il Cammino sinodale, rigeneri fiducia e coraggio nella nostra Chiesa e, soprattutto, aiuti tutti i credenti ad essere capaci di contagiare di fiducia e coraggio i nostri contemporanei”.

Ma perché la speranza “non sia irenica e disincarnata”, “la nostra speranza in un futuro migliore deve appoggiarsi su una continua conversione: nel rapporto con Dio, nel rapporto fra persone, nel rapporto tra stati, nel rapporto con la terra. Solo così possiamo sperare in un mondo in pace, riconciliato, giusto, rispettoso del creato”.

“Nella Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei desideriamo confermare l’importanza del rapporto tra le nostre comunità in Italia”, conclude il messaggio. “Soprattutto auspichiamo una rinnovata passione per la Scrittura, certi che proprio le sue pagine possono rigenerare in noi ‘passioni felici’, aiutarci a sostenere l’umano che è comune, contagiare speranza”.

Il sussidio della Cei

Suggestivo il commento firmato da Rav Alfonso Arbib (riportato nel sussidio a cura della Conferenza episcopale italiana), alla domanda che viene posta come tema della giornata: “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?”. In questa domanda “sembra potersi leggere il desiderio da parte del Signore che il profeta, come poi effettivamente appare nello svolgersi dell’evento, non sia semplicemente spettatore e nemmeno solo esecutore degli ordini divini ma in qualche modo partecipe di questo ritorno alla vita”. Suggestivo anche perché si inserisce bene nel doloroso contesto odierno segnato dalla guerra Hamas-Israele. Come Ezechiele, anche noi oggi viviamo tempi difficili e, al pari di Ezechiele, siamo chiamati a portare la speranza, la possibilità di un “nuovo” che solo Dio sa e può fare.

Il dialogo di conoscenza e di stima reciproca tra ebrei e cristiani non è semplicemente accademico o fine a se stesso: deve essere la pedana di lancio perché insieme, nel rispetto delle singole fedi, siano portatori di speranza, impegnati nella costruzione di un mondo giusto e fraterno sulla consapevolezza che Dio è fedele e misericordioso.
(fonte: La Fedeltà 15/01/2024)

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Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei


Si celebra il prossimo 17 gennaio la XXXV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. In vista dell’appuntamento, Mons. Derio Olivero, Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo chiede alle comunità diocesane di vivere questo momento tenendo presente “la situazione in Terra Santa e, soprattutto, il barbaro attentato di Hamas del 7 ottobre”. In questo ultimo mese, in accordo con la Presidenza della CEI, Mons. Olivero ha tenuto un “costante dialogo con l’Assemblea dei Rabbini d’Italia e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane”. “Insieme – spiega – abbiamo deciso che la Giornata mantenesse il tema precedentemente stabilito (La speranza), con i messaggi già scritti e pubblicati, ma lo aggiornasse considerando i gravi eventi successi”. Di qui, in accordo con la Segreteria Generale, l’invito “a organizzare le iniziative e le preghiere alla luce di questa attenzione: ‘La speranza contro ogni antisemitismo’”. “Non si tratta – precisa il Presidente della Commissione Episcopale – di stravolgere quanto già eventualmente programmato, ma di svolgerlo secondo questa declinazione”.
(fonte: CEI 09/01/2024)