sabato 30 dicembre 2023

LE TRE PAROLE - Rovina, risurrezione, contraddizione. Tre parole profetiche scolpite nell’anima, che però fanno respirare la vita, perché il dolore non vuole spiegazioni, ma condivisione. - SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE ANNO B - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

LE TRE PAROLE
 

Rovina, risurrezione, contraddizione. 
Tre parole profetiche scolpite nell’anima, che però fanno respirare la vita, perché il dolore non vuole spiegazioni, ma condivisione.


I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore. (...) Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio. (...) Luca 2,22-40

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LE TRE PAROLE
 
Rovina, risurrezione, contraddizione. Tre parole profetiche scolpite nell’anima, che però fanno respirare la vita, perché il dolore non vuole spiegazioni, ma condivisione.


Portarono il bambino a Gerusalemme, per offrirlo al Signore. Il figlio è loro, eppure non lo è.

Il figlio è dato ma subito è offerto ad un altro sogno, ad un'altra strada; perché i figli non sono nostri, appartengono a Dio, al cosmo, alla storia; alla loro vocazione che noi non conosciamo. Devono realizzare non i nostri sogni, ma quelli di Dio. Questa è la santità della famiglia.

Nel tempio la coppia incontra due anziani carichi d'anni, ma vivi come bambini; non chiusi custodi di ricordi, essi si rivelano profeti di futuro: Simeone guarda oltre, Anna parla agli altri. Vecchiaia aperta e sapiente, che vede ciò che altri non vedono ancora.

L’inverno del mondo abbraccia l'eterna giovinezza di Dio. E la liturgia che si compie, in quel cortile aperto a tutti, è semplice, naturale e perciò divina. Prendendo in braccio Gesù, e benedicendo Dio, Simeone compie un autentico gesto sacerdotale, possibile a tutti. E dice tre parole immense a Maria, per spiegarle chi è suo Figlio: egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti, segno di contraddizione.

Egli è qui, adesso, in mezzo a noi, rovina, risurrezione, contraddizione. E come potrebbe non esserlo? Piccolo gioiello di Dio, stella di carne scesa a scaldare quella stessa Betlemme che oggi si ritrova vuota e buia, fredda e senza stelle, senza più un Gesù piccolo che la faccia sognare, che la spinga come i pastori ad alzare gli occhi a scrutare gli angeli.

E’ questa la contraddizione suprema dell’uomo che, nei fatti, si crede Dio onnipotente.

Sii per me rovina e risurrezione, Signore. Non lasciarmi nell'indifferenza e nella falsa pace. Contraddici i miei pensieri con i tuoi, e annega le sicurezze del Narciso che è in me. Contraddici l'immagine distorta che ho di te, e questa guerra del mondo e del cuore. Sii mia risurrezione, quando ho il vuoto dentro e il buio davanti agli occhi. Sii risurrezione, vita che si dirama dopo il fallimento facile, dopo una fedeltà mancata, dopo un'umiliazione bruciante. E poi risorgi con le cose che credevo finite.

Rovina, risurrezione, contraddizione. Tre parole profetiche scolpite nell’anima, che però fanno respirare la vita. Contraddizione nel cuore della logica umana, rovina di idoli e illusioni, risurrezione dei germi vitali ai quali non riusciamo a dare terreno.

Anche a te una spada, Maria: Simeone lega Maria non solo alla croce del figlio, ma a tutta la messe di lacrime e di contraddizioni del Vangelo e dell'esistenza.

Anche a te, Maria. Non sei esente. La fede non produce l'anestesia del vivere. La fede e la santità non sono, per lei come per noi, un'assicurazione contro la sofferenza o i lutti. Anche a te, una spada. Il dolore ti legherà a tanti, a tutti i tuoi figli trafitti dalla spada del fratello, perché il dolore non vuole spiegazioni, ma condivisione.
  
per Avvenire 

L’abbraccio di Anna e Simeone a Gesù  (...)

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