domenica 1 ottobre 2023

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 47 - 2022/2023 anno A

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Vangelo:



«Pubblicani e prostitute vi precedono nel Regno». Parole durissime quelle che Gesù rivolge ai professionisti del sacro i quali ritengono di essere giusti. Questa parabola rivela la realtà di coloro che pensano di non aver bisogno di conversione (noi ?) solo perché dicono di sì a Dio a parole, ma poi con la vita fanno il contrario. «Dicono e non fanno» (Mt 23,3). Sempre pronti a puntare il dito contro il fratello che sbaglia, siamo come il fico che è pieno di foglie ma totalmente privo di frutti. O come il Tempio che era stato costruito per essere «Casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,7) e invece è stato trasformato in una «spelonca di ladri». I due fratelli della parabola, in realtà, sono una sola persona: siamo noi che la ascoltiamo, anche se riteniamo di essere una terza persona. «Leggiamo la parabola credendo di identificarci con un terzo fratello che opera come il primo e parla come il secondo» (cit.). Questo fantomatico terzo fratello però non esiste. I pubblicani e le prostitute sono pubblici peccatori, ufficialmente riconosciuti tali, ma finché non abbiamo l'umiltà di riconoscerci in loro, di sentire il disagio per la nostra ipocrisia, non potremo mai convertirci. Per questa ragione Gesù ci chiama a riconoscerci in coloro che gridano: «Signore, Signore!» (Mt 7,21), ma poi non fanno. «Siamo la casta meretrix che diviene la casta sposa perché riconosce di essere prostituta. Diventa SÌ ogni qualvolta riconosce il proprio NO e si converte» (cit.)