sabato 28 ottobre 2023

LE ACQUE NON LO SPEGNERANNO - “Sei amato” è l’incipit di tutta la legge; “amerai”, il suo compimento. - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

LE ACQUE NON LO SPEGNERANNO
 

“Sei amato” è l’incipit di tutta la legge;
“amerai”, il suo compimento.


I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

Gesù rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: «Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Matteo 22,34-40


per i social

LE ACQUE NON LO SPEGNERANNO

“Sei amato” è l’incipit di tutta la legge; “amerai”, il suo compimento... 
L'amore arma e disarma, ti fa debole davanti al tuo amato ma poi è capace di spostare le montagne.

 
Quale è, nella Legge, il grande comandamento? Lo sapevano tutti: secondo i rabbini d'Israele era il terzo, quello che prescrive di santificare il Sabato, perché anche Dio lo aveva osservato.

La risposta di Gesù, quel giorno come oggi, va oltre: non cita nessuno dei dieci comandamenti, pone invece al cuore dell’annuncio la stessa cosa che vive e pena nel cuore di tutti.

Tu amerai con tutto...con tutto...con tutto... Per tre volte Gesù ripete l'appello alla totalità, all'impossibile. Con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente. Con tutto ciò che hai, che puoi, con tutto ciò che in te senti essere creato per l’amore.

Non credere che basti amare Dio. Lo facevano anche i farisei, al tempio. Non puoi amare Dio e ignorare i fratelli. La tua vita non dipende dai tuoi beni, ma dai tuoi fratelli.

Dio è lì, nei piccoli, nel corpo e nella voce del mio prossimo dal cuore simile a Dio, alfa e omega della vita, l'Altro che viene perché il mondo sia altro da quello che è. I cristiani sono quelli che credono non a una serie di nozioni, dottrine, comandamenti, ma quelli che, credendo all'amore (cf 1Gv 4,16), vivono davvero, forti di questa forza propulsiva nella storia.

“Sei amato” è l’incipit di tutta la legge; “amerai”, il suo compimento. Chiunque astrae la legge da questo fondamento amerà il contrario della vita, quindi amerà la morte (P. Beauchamp).

Ma perché amare come me stesso?

Perché se non ami te stesso non sarai capace di amare nessuno, saprai solo prendere e possedere, fuggire o violare, senza gioia né gratitudine. Perché una scheggia infuocata di Dio è l'amore. Nostro orizzonte è questo cuore a più voci, in cui l'amore di Dio è la melodia principale, il canto fermo, attorno al quale può dispiegarsi il contrappunto degli altri amori. E nasce la polifonia della vita (Bonhoeffer).

Alla fine la Bibbia si fa concreta e provocatoria: amerai una povera e sacra trinità: la vedova, l'orfano e lo straniero, l'ultimo arrivato, il dolente, il fragile. E se presti denaro non esigerai interesse. E al tramonto restituirai il mantello al povero: è la sua pelle, la sua vita (Es 22,20-26), e tanto basta.

L'amore arma e disarma, ti fa debole davanti al tuo amato ma poi è capace di spostare le montagne.

Amerai, dice Gesù. E usa un verbo al futuro, come azione mai conclusa. Come fonte inestinguibile che scroscia sul nostro tempo. Allora l'umanità, il suo destino e la sua storia è solo questo: l'uomo amerà.

Cosa devo fare, domani, per essere ancora vivo? Cosa farò anno dopo anno? Tu amerai. Ed è detto tutto.

“Tu amerai” è desiderio, attesa, profumo e profezia di felicità per tutti.
 
 
per Avvenire 

È «amore» la parola chiave del Vangelo (...)