martedì 12 settembre 2023

MATTEO ZUPPI A PECHINO, NUOVA TAPPA DELLA MISSIONE DI PACE

MATTEO ZUPPI A PECHINO,
NUOVA TAPPA DELLA MISSIONE DI PACE

Prosegue l'azione diplomatica voluta da papa Francesco per far tacere le armi in Ucraina. Il cardinale arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana ed inviato speciale del Santo Padre, vola in Cina dopo esser stato a Kiev (5-6 giugno), Mosca (28-29 giugno) e Washington (17-19 luglio).



L'obiettivo rimane quello: una «pace giusta e sicura». Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana ed inviato speciale di papa Francesco vola in Cina, ennesima tappa della missione voluta da Bergoglio per cercare di far tacere le armi in Ucraina che l'ha già portato a Kiev (5-6 giugno 2023), Mosca (28-29 giugno) e Washington (17-19 luglio).

Non si nasconde insidie e problemi, il cardinale Zuppi. Ne ha parlato con i giornalisti a Berlino, a margine dei lavori dell'incontro di Sant'Egidio di riflessione e preghiera non a caso titolato L'audacia della pace ,(e nella capitale tedesca ha incontrato anche il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani). «Ci sono tante difficoltà, per forza, è una situazione tragica da mesi a questa parte. È chiaro che ci sono tante difficoltà nella situazione che si è creata, dobbiamo sempre ricordare l'aggressore e l'aggredito, che però deve trovare una soluzione».

«Dev'essere una pace scelta dagli ucraini, con le garanzie, l'impegno, lo sforzo di tutti», ha poi sottolineato il cardinale Zuppi. «E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti». Sulle attese dei suoi incontri a Pechino, Zuppi ha spiegato che lo scopo dell'intera agenda è quello «di continuare a creare tutte le condizioni e a spingere nell'unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura».

«Credo, come si è visto anche recentemente, che serve l'impegno di tutti, in particolare di quelli che hanno maggiore importanza come ovviamente la Cina - ha aggiunto -. La pace richiede lo sforzo di tutti, non è mai qualcosa che può essere imposto da qualcuno».

Secondo il cardinale Zuppi, i duri giudizi di Kiev su papa Francesco, in particolare quelli del consigliere capo del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, secondo cui per il Pontefice «non può esserci alcun ruolo di mediazione» essendo «filorusso, non credibile», non mettono a rischio la sua missione di pace. «Non credo, no, non credo - ha risposto -. Anche perché nessuno ha mai parlato di 'mediazione', non è mai stata una mediazione. È sempre stata una missione, lo spiegò subito il Papa e lo ha ridetto qual è la sua aspettativa di questa missione, e che appunto non era e non è la 'mediazione', ma è aiutare».

«Credo che sia così chiaro - ha osservato - e penso che se ci sono delle nubi ovviamente si sono già chiarite o si chiariranno: sono comprensibili in una tensione così forte. Credo che il Governo e il popolo ucraino conoscono il sostegno che la Chiesa e papa Francesco hanno sempre avuto per la loro sofferenza».

Zuppi ha detto di capire quanti pensano che la sua missione sia troppo lunga e rischi di fallire, «dopo di che», ha aggiunto, «se non fai niente non fallisci, ma non fai niente. È sempre meglio provare considerando il dolore e la sofferenza della guerra, si arriva sempre troppo tardi, la pace arriva sempre troppo tardi. Dovrebbe arrivare subito - ha insistito il cardinale di Bologna -, o meglio dovrebbe essere la condizione in cui si vive. A volte c'è anche tanto bisogno di pazienza, per costruire e ricostruire quel tessuto che la divisione, la violenza, la guerra e l'ingiustizia hanno lacerato. A volte c'è anche bisogno di pazienza, di maturare i tempi, però anche di saperli cogliere, e ricordarsi sempre che la pace arriva comunque sempre già tardi: deve arrivare subito, deve arrivare quanto prima».

Per quanto riguarda l'"audacia della pace", tema dell'incontro interreligioso e multiculturale di Sant'Egidio a Berlino, «papa Francesco ha usato un'espressione molto importante a mio parere, che è quella della 'pace creativa' - ha spiegato Zuppi -. I percorsi della pace sono anche qualche volta imprevedibili. Ripeto, hanno bisogno dell'impegno di tutti, del coinvolgimento di tutti. E di una grande alleanza per la pace, per spingere nella stessa direzione". "Ed è quello che papa Francesco fa in tanti modi - ha concluso -, con il card. Krajewski sulla carità, con tanto sostegno, e anche con questa missione per aiutare a spingere nell'unica direzione, che richiede l'impegno di tutti, che è la pace».
(fonte: Famiglia Cristiana 12/09/2023)