"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Gesù è il primo Apostolo e il primo Operaio per la messe, il Figlio Amato inviato dalla compassione del Padre a cercare e a trovare ogni fratello perduto. La Chiesa è apostolica proprio perché composta da fratelli che sanno di essere inviati verso altri fratelli dalla stessa misericordia di Gesù, il Buon Pastore, a cercare e a trovare quanti si sono allontanati e perduti. E' il nostro male a muovere le viscere di misericordia del Signore (gr. esplagkhnìste), a condividere la nostra vita fino a compatire, a patire-con noi, la nostra stessa maledizione. Senza la guida e l'aiuto del Buon Pastore siamo destinati a finire nelle mani dei mercenari, come pecore destinate al macello. Cercati, salvati e inviati perché nessuno si abbia a perdere, diventiamo una comunità che realizza la filialità nella fraternità. Solo chi vive da fratello può dirsi figlio, e solo chi sa di essere figlio può farsi fratello. Tutti gli uomini, da sempre, siamo figli di Dio, solo che ancora non ne siamo coscienti. Per coloro che hanno già sperimentato la compassione e la tenerezza del Padre, è giunto il kairòs, il momento propizio, di condividere con i fratelli la salvezza gratuitamente ricevuta.
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Vangelo:
Gesù è il primo Apostolo e il primo Operaio per la messe, il Figlio Amato inviato dalla compassione del Padre a cercare e a trovare ogni fratello perduto. La Chiesa è apostolica proprio perché composta da fratelli che sanno di essere inviati verso altri fratelli dalla stessa misericordia di Gesù, il Buon Pastore, a cercare e a trovare quanti si sono allontanati e perduti. E' il nostro male a muovere le viscere di misericordia del Signore (gr. esplagkhnìste), a condividere la nostra vita fino a compatire, a patire-con noi, la nostra stessa maledizione. Senza la guida e l'aiuto del Buon Pastore siamo destinati a finire nelle mani dei mercenari, come pecore destinate al macello. Cercati, salvati e inviati perché nessuno si abbia a perdere, diventiamo una comunità che realizza la filialità nella fraternità. Solo chi vive da fratello può dirsi figlio, e solo chi sa di essere figlio può farsi fratello. Tutti gli uomini, da sempre, siamo figli di Dio, solo che ancora non ne siamo coscienti. Per coloro che hanno già sperimentato la compassione e la tenerezza del Padre, è giunto il kairòs, il momento propizio, di condividere con i fratelli la salvezza gratuitamente ricevuta.