Sempre meno giovani in un Paese in cui
i giovani contano sempre di meno
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(Foto di Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.)
Terribili fatti di cronaca che hanno quotidianamente come protagonisti i nostri ragazzi dovrebbero imporci preoccupazione e soprattutto attenzione verso l’universo adolescenziale e giovanile. Un universo che poco conosciamo e meno ancora cerchiamo di capire. “Gli adulti non capiscono i ragazzi”: lo pensa il 54% degli adolescenti e il 45% dei genitori, secondo la recente indagine Con i Bambini – Demopolis sul punto di vista degli adolescenti e quello degli adulti. Una ricerca che evidenzia come gli adulti non capiscano i ragazzi e sottovalutino quanto gli adolescenti non si sentano compresi e registra un forte incremento dei casi di depressione tra i ragazzi. Le ragioni di molte incomprensioni sono solo all’apparenza contingenti: di certo, è una faccenda di periodo storico (troppo diverso l’attuale da quello in cui i genitori furono adolescenti); di certo, la variabile “internet e social” è misteriosa per i non “nativi digitali” e allarga le distanze di pensiero fra le generazioni. Su questi elementi c’è piena convergenza. Ma gli adulti, intervistati da Demopolis per Con i Bambini, sottovalutano quanto i ragazzi non si sentano compresi nei desideri, nelle passioni e nei sentimenti.
Un dato confermato anche dalla consultazione pubblica promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, alla quale hanno partecipato oltre 6.500 giovani tra i 12 e i 18 anni. La consultazione è stata svolta online in collaborazione con Skuola.net. Una parte dei questionari è stata somministrata grazie alla partecipazione di soggetti che operano in territori a rischio di marginalità sociale con progetti rivolti ai ragazzi: WeWorld Onlus, il Centro Mater Dei – il salotto fiorito, il Comune di Milano e Dedalus – Cooperativa sociale di Napoli. Da questa indagine intitolata “Il futuro che vorrei” emerge che per il 79,9% dei ragazzi lo Stato fa poco per loro, non si sentono ascoltati dai decisori politici e solo il 3,8% ritiene che in Italia la categoria più tutelata sia quella dei giovani.
Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, commentando su Avvenire il Rapporto Giovani 2023, edito da Il Mulino ha scritto: “I dati dell’edizione 2023 del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo ci dicono soprattutto che i giovani italiani vorrebbero scegliere e vorrebbero poter contare, ma forse mai come in questo momento storico si trovano in difficoltà a farlo”.
Rosina ha posto l’accento su due ineludibili condizioni necessarie a suo dire per cercare di portare i nostri ragazzi alla partecipazione sociale e politica: “La prima è il rafforzamento della capacità di scegliere – o meglio, di discernere – da parte dei giovani, ovvero di rendere coerenti le proprie aspirazioni con le proprie effettive capacità e in relazione con ciò che la realtà offre (non solo per adattarsi ma anche per cambiarla positivamente). La seconda è che i luoghi nei quali i giovani possono diventare soggetti attivi e generativi siano attrattivi: questo non significa solo saper offrire un’esperienza positiva, ma essere disposti anche a mettersi in discussione con la novità che portano, in grado di riconoscere la specificità del contributo dei singoli e, allo stesso tempo, far sentire di essere parte di un processo che genera valore condiviso. Condizioni entrambe fondamentali per non rassegnarsi a contare anno dopo anno sempre meno giovani in un Paese in cui i giovani contano sempre di meno”.
(fonte: Pressenza, articolo di Giovanni Caprio 20/06/23)