venerdì 14 aprile 2023

PERCHÈ INFANGANO LA MEMORIA DI SAN GIOVANNI PAOLO II


PERCHÈ INFANGANO LA MEMORIA DI SAN GIOVANNI PAOLO II

Papa Wojtyla è oggetto di una campagna di denigrazione in Polonia e anche in Italia. Ma una spiegazione c'è. Parla il cardinale Konrad Krajevski, che lo ha conosciuto bene

Il cardinale Konrad Krajevski.
«Anche Gesù, ogni volta che parlava in pubblico per difendere poveri, deboli, malati, dai suoi avversari veniva criticato, perseguitato, costretto a cambiare continuamente città. Alla fine, da innocente, è stato crocifisso. Ma è risorto...». Non si fa scrupolo il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio di papa Francesco, a “scomodare” persino la figura di Cristo per difendere il suo connazionale, il polacco San Giovanni Paolo II, dai feroci attacchi che da qualche giorno gli vengono inferti dentro e fuori la Polonia con l’accusa di aver coperto presunti casi di pedofilia e di essere accostato in qualche modo alla sparizione di Emanuela Orlandi. Le stesse accuse che hanno colpito Benedetto XVI, pochi mesi prima della morte. E anche per il caso di Joseph Ratzinger, per circa 24 anni stretto collaboratore di papa Wojtyla come prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ad accusarlo di presunti omessi controlli sui preti pedofili sono stati i suoi connazionali tedeschi. «Figure come San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno bisogno di difensori d'ufficio. È il servizio che hanno fatto alla Chiesa fino alla fine che parla per loro. Il resto sono solo ridicole chiacchiere che non vale nemmeno la pena di commentare», taglia corto il porporato, da mesi figura di primo piano, per conto di papa Francesco, nel portare aiuti alle popolazioni ucraine afflitte dall’invasione russa.

Ma lei, cardinale Krajewski, come lo spiega tutto quello che da qualche giorno sta succedendo in Polonia, dove persino le statue di San Giovanni Paolo II sono state vandalizzate con scritte ingiuriose, secchiate di colori e danni strutturali?

«Preferirei non parlare. Ignorare tutto questo fango che si commenta da sé. San Giovanni Paolo II si difende benissimo da sé per tutto il bene che ha fatto alla Chiesa e al mondo. Così pure il Papa emerito Benedetto XVI...».

Ci sarà comunque un perchè, così, all'improvviso sui mass media internazionali rimbalzano accuse tanto infamanti.

«Dico solamente che in questi casi la fede non c’entra nulla. È la politica a sollevare polveroni simili contro figure amate da milioni e milioni di persone, non solo cattoliche..»

Lei quindi punta il dito contro la politica del suo Paese, la Polonia?

«Certamente. Sappiamo tutti che in Polonia da tempo ormai è in corso un duro scontro tra i vari partiti su tematiche delicate come l'aborto, i matrimoni tra gay, coppie di fatto, difesa della famiglia tradizionale composta da un uomo ed una donna uniti in matrimonio. Tematiche sulle quali l'insegnamento di papa Wojtyla è stato fin troppo chiaro, nel senso di difesa del vincolo matrimoniale, difesa della vita dal primo concepimento fino alla morte naturale. Per cui temo che nel mio Paese da quegli ambienti politici contrari a questi insegnamenti morali qualche gruppo non trova di meglio che attaccare ferocemente San Giovanni Paolo II con accuse infamanti, prive di fondamento. Ma la stragrande maggioranza della popolazione conosce bene Karol Wojtyla, tanto è vero che in tutte le città polacche migliaia di cittadini sono scesi in piazza con cortei e manifestazioni di solidarietà per San Giovanni Paolo II e di condanna per i suoi detrattori».

Preoccupato per chi, come il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, in Tv ha adombrato pesanti sospetti su un presunto accostamento di papa Wojtyla e di altri alti prelati nella sparizione della sorella?

«Non ho parole. Preferisco non commentare, pur nel rispetto del dolore della famiglia. Purtroppo sembra quasi una moda attaccare i santi, ingiuriarli con pensanti accuse indimostrabili, ma che fatalmente vengono amplificate dai mass media o da qualche libro fresco di stampa scritto solo per infangare. E' capitato a San Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI, ma anche Santa Madre Teresa di Calcutta e a quasi tutti i santi. E nemmeno papa Francesco a volte viene risparmiato. Nella Chiesa, fin dalle sue origini, è sempre stato così. Gesù stesso è stato attaccato, calunniato, vilipeso mentre spendeva parole per gli ultimi».

Con tutte le dovute proporzioni, anche Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio hanno speso e spendono parole in difesa degli ultimi, dei poveri, contro la guerra...

«Vuol dire che hanno lavorato e stanno lavorando egregiamente bene alla luce degli insegnamenti del Vangelo. Sulla pedofilia nella Chiesa San Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger, sia da cardinale che da Pontefice, sono stati i primi a varare norme severissime per i colpevoli e a fare della pedofilia un reato che per la Santa Sede non va mai in prescrizione. Papa Francesco è su questa linea. Se per questo vengono attaccati, anche con false ingiurie, significa che hanno colto nel segno. Sarebbe peggio se passassero inosservati tra l'indifferenza generale. Se attaccano papa Francesco perché ogni giorno condanna l'invasione dell'Ucraina e tutte le altre guerre in corso nel mondo, vuol dire che dà fastidio ai signori della guerra, ai mercanti d'armi e di esseri umani che vedono negli appelli del Papa all'accoglienza degli immigrati un pericolo per i loro loschi affari. E' il Vangelo!».
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Orazio La Rocca 14/04/2023)